La bozza di decreto
L’ALLERTA è arrivata la settimana scorsa da Legambiente: la bozza di Decreto che disciplina il Dibattito pubblico in Italia, in attuazione del Codice degli appalti, contiene una sorpresa. Dal testo sono stati infatti esclusi tutti gli impianti energetici, gasdotti e oleodotti, trivelle, come centrali chimiche e impianti nucleari. Restano, invece, le infrastrutture.
“VIENE di fatto stravolto - spiega l’associazione in una nota - il senso della procedura, mutuata dall'esperienza francese, nata con l’obiettivo di rendere finalmente trasparente il confronto con i territori sulle opere pubbliche attraverso una procedura che permettesse di informare e far partecipare le comunità coinvolte, attraverso garanzie sul coinvolgimento, risposte adeguate e tempi chiari”. Fino a sei mesi di tempo per confrontarsi con la popolazione, informare e raccogliere pareri e opinioni da comunicare poi a una commissione apposita. Ma non per tutte le opere.
“È UNA SCELTA profondamente sbagliata - ha commentato Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente -. Chiediamo al ministro e alle Regioni di tornare su questa decisione, perché solo la trasparenza sulle scelte e il confronto con il territorio possono portare a scegliere le opere davvero utili nei territori e a costruire il consenso indispensabile alla loro realizzazione. La politica non scappi di fronte ai territori, la fuga non è una soluzione anche nei confronti di TAP o del TAV, come degli altri interventi grandi e piccoli”.