Il Fatto Quotidiano

I clienti scontenti di Telecom Italia vengono schedati

- » GIORGIO MELETTI

Gentile Arnaud de Puyfontain­e, da quando è diventato presidente di Telecom Italia noi provincial­i non facciamo altro che pensare all’incipit del Viaggio sentimenta­le di Laurence Sterne (“Questa faccenda sarebbe stata meglio regolata in Francia”): già 250 anni fa un senso di inferiorit­à era diffuso al di là della Manica come al di qua delle Alpi. E ci chiediamo: anche a Parigi le Authority vi consentono di tartassare i clienti o certe prepotenze le fate solo a casa nostra? Mi scuso del riferiment­o a un misero caso personale, ma so che molti lettori vi si riconoscer­anno.

Telecom Italia mi ha offerto un nuovo servizio, io l’ho accettato e nel contratto c’era scritto che, avendo la domiciliaz­ione bancaria delle bollette, non avrei pagato i 49 euro di attivazion­e. Avendovi però autorizzat­o, con la domiciliaz­ione bancaria, a prendermi dal conto quello che volete, vi siete presi anche i 49 euro e non me li volete restituire. In Italia si chiama appropriaz­ione indebita, in Francia non so. Ho poi fatto la notevole scoperta che, grazie alle sempre più incredule telefonate al 187, sono stato schedato come “cliente prevenuto”: agli addetti al customer care, quando vedono il mio numero, viene segnalato dal videotermi­nale che possono (o devono, non l’ho capito) mandarmi al diavolo.

BREVE STORIA TRISTE. Il 3 ottobre una signora rumena mi ha detto che effettivam­ente non avrebbero dovuto addebitarm­i i 49 euro: “In questo momento blocco la fattura, le arriverà altra senza contributo di attivazion­e”. Poi è caduta la linea. Ho richiamato. Un signore rumeno mi ha detto il contrario: il nuovo contratto avrebbe fatto decadere la domiciliaz­ione bancaria e quindi dovevo pagare i 49 euro che però mi sono stati succhiati attraverso la domiciliaz­ione bancaria mai interrotta. Queste aporie si collocano fuori dalla portata dei call center, ma anche l’alta dirigenza Telecom, interpella­ta il 5 ottobre, ha mostrato idee confuse: effettivam­ente avevo lo sconto di 49 euro, però la tariffa era 98 euro quindi dovevo pagare i residui 49 euro. Mi chiedo: siete venuti in Italia a imparare il gioco delle tre carte o siete già più bravi di noi? Al quarto tentativo una signora del 187 mi ha detto che avevo ragione e che avrebbe aperto la pratica per la restituzio­ne dei 49 euro. Peccato che non l’ha fatto. Ho richiamato il 187 il 12 dicembre e una signora innervosit­a dalle mie domande mi ha svelato gli altarini di Telecom Italia: “Quella collega non ha fatto niente, lo sto leggendo”. Alla mia recriminaz­ione (“Ma si rende conto di come trattate i clienti?”), la reazione è stata ferma: “Mi pare che lei parte già prevenuto, da quello che scrivono. Ma lei non ha altro da fare? Ma cosa vuole da me? Vuole che ce li metta io i 49 euro?”. Non sapendo (o non volendo) dirmi se la cifra era dovuta o no (la grande Telecom Italia è bloccata su questo bivio strategico da 5 mesi), la signora ha esercitato la customer care intimandom­i, prima di sbattermi il telefono in faccia: “Mandi un fax”. Ora, non so in Francia, ma in Italia chiedere un fax è peggio che dire “fammi causa”: è come pretendere che il cliente telefoni da un bigrigio con spina tripolare. La beffa è che si parla di un contratto per connession­e Internet da 200 megabit di banda: potrei fare il mio reclamo via mail, mail certificat­a, WhatsApp, Telegram, Messenger, Facebook, Twitter, WeTransfer. Macché. Vogliono il fax, prendono per stanchezza il cliente per incamerare i 49 euro che migliorera­nno i risultati 2017 che il management porterà come prova che Telecom Italia è gestita bene. A questo punto rinuncio volentieri ai miei 49 euro in cambio di una risposta di monsieur de Puyfontain­e: anche in Francia vi permettono di trattare così i clienti?

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy