Armi da Tel Aviv, il Guatemala ringrazia
“La
decisione è presa ed è irreversibile”. A margine della cerimonia per il 21° anniversario della fine della guerra civile in Guatemala, ieri, il ministro degli Esteri Sandra
Jovel ha voluto mettere fine alle polemiche degli ultimi giorni.
Il Guatemala è il solo Paese ad aver seguito l’esempio degli
Stati Uniti annunciando sulla scia della dichiarazione di Donald Trump del 6 dicembre scorso, di voler spostare la sua ambasciata in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme. Un annuncio fatto su Facebook da Jimmy Morales, l’ex attore comico eletto presidente due anni fa, che ha suscitato proteste e commenti negativi. All’Assemblea generale dell’Onu che dieci giorni fa ha votato per una risoluzione che chiede agli Stati Uniti di rivedere la decisione di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele, il Guatemala era tra i 9 paesi – sui 128 voti favorevoli e le 35 astensioni – ad aver votato contro.
Il Guatemala è uno storico alleato di Israele. Un alleato “molto ingombrante”, ha scritto M ed ia pa rt in un’in ch ie st a che scava sulle relazioni tra i due Paesi. Una “a m ic i z ia ” che risale sin dalla creazione dello Stato di Israele soste- nuta, all’epoca, dal Guatemala. Secondo la testata d’inchiesta francese, dietro alla decisione di Morales, oltre ai motivi più ovvi di una dovuta fedeltà a Trump - che versa ogni anno decine di milioni di dollari di sovvenzioni al Guatemala - esistono altre ragioni più “difficili da confessare”: una “collaborazione militare di più di quattro decenni di cui nessuno si può vantare”.
ISRAELE avrebbe infatti rifornito di armi i diversi dittatori guatemaltechi nel conflitto durato più di trent’anni, dal 1960 alla firma della pace nel dicembre 1996, contro i gruppi di ribelli, sostenuti dalla popolazione indigena di origine maya. Le prime armi israeliane sarebbero state consegnate al Guatemala nel 1971. Negli anni ‘80 i soldati dell’esercito guatemalteco vestivano le divise miliari israeliane e utilizzavano fucili d’assalto israeliani Galil. Dal 1976 ufficiali guatemaltechi sarebbero stati formati da consiglieri israeliani alle “tecniche di controllo della popolazione”. Scrive Mediapart: “Nel giro di qualche anno Israele ha superato gli Stati Uniti diventando il primo fornitore di armi e di consiglieri militari in Guatemala”. Un rapporto speciale che si spie- gherebbe anche perché il presidente americano dell’epoca, Jimmy Carter, aveva deciso di sospendere ogni tipo di aiuto al Guatemala “accusato di violare i diritti umani. Era necessario quindi – si legge – trovare un fornitore meno attento alle questioni umanitarie e legali”.
Mediapart ricorda alcuni dati pubblicati dalla Historical Clarification Commission tre anni dopo la firma della pace. Durante la guerra civile 200 mila persone furono massacrate o sparirono, il 93% delle quali era costituito da civili. Circa 1,5 milioni di persone fuggirono le violenze e oltre 600 villaggi furono dati alle fiamme. Nel 2013, il “più selvaggio” dei dittatori, Efraín Ríos Montt, arrivato al potere nell’82, è stato condannato per genocidio e crimini contro l’umanità.
La denuncia Mediapart: in 30 anni di guerra civile i dittatori hanno contato sul supporto israeliano