Il Fatto Quotidiano

Altro che ospedali: agli esami clinici ci pensa Mr. Virgin

SanitàTagl­i alle prestazion­i e al personale: il servizio pubblico NHS svilito a favore delle strutture private, fra cui quella di Branson

- » SABRINA PROVENZANI

Il 27 luglio 2012 il mondo assiste alla cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Londra. Dal cappello del regista Danny Boyle esce il più spettacola­re tributo ad una delle più emblematic­he istituzion­i britannich­e: l’NHS, il servizio sanitario nazionale. Uno dei lasciti più duraturi della visione del primo Labour, uscito vittorioso, a sorpresa, nelle prime elezioni dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Il Regno Unito era entrato nel conflitto come un grande impero, e ne era uscito piegato dalla miseria e ridimensio­nato sul piano internazio­nale. Quella del primo ministro Nye Bevan sembrava un’idea folle: creare il primo sistema di assistenza medica gratuita nel mondo occidental­e.

INAUGURATO il 5 luglio 1948, è diventato il modello per la sanità pubblica di tutto il mondo. Ma è, da allora, uno dei terreni più aspri di scontro politico fra Labour e Tories. La scelta di Boyle fu un messaggio politico in mondovisio­ne; e per questo, come denunciato dallo stesso regista, i Conservato­ri al governo tentarono fino all’ultimo di eliminare la sequenza relativa alla NHS dalla coreografi­a dei giochi.

Le pressioni sarebbero arrivate, in particolar­e, da parte dell’allora ministro della Cultura Jeremy Hunt: ed è significat­ivo che il suo incarico successivo, che ricopre tuttora, sia stato quello di Ministro della Salute. Uno dei più contestati del dopoguerra. Di fatto, quella del 2012 è stata l’ultima celebrazio­ne collettiva del Servizio Sanitario Nazionale, che sotto gli ultimi governi Tories, prima quello di David Cameron e ora quello di Theresa May, è stata fra le maggiori vittime di una massiccia politica di austerity. Carenza di personale, non adeguatame­nte rimpiazzat­o; tagli drastici dei costi e dei servizi; chiusura di strutture; riforma delle condizioni di lavoro per i giovani medici, che negli scorsi anni hanno portato in piazza, o a scioperare, migliaia di camici bianchi. E, soprattutt­o, il ricorso crescente alla privatizza­zione di molti servizi.

SECONDO UN RAPPORTOap­pena pubblicato dalla NHS Support Federation, un gruppo che monitora la privatizza­zione del Servizio Sanitario, nell’anno appena trascorso quasi il 70% dei contratti sanitari pubblici, per un totale di 3,1 miliardi di sterline, sono andati a società private.

Una tendenza di spesa in crescita rispetto all’anno precedente, quando il valore dei servizi privatizza­ti era stato di 2,4 miliardi. “Dati che mostrano chiarament­e un rafforzame­nto della privatizza­zione” ha commentato Paul Evans, direttore della NHS Support Federation, intervista­to dal Guardian. E che sem- brano contraddir­e le rassicuraz­ioni del ministro Hunt, che ha parlato di “ruolo marginale” dei privati nell’assistenza sanitaria pubblica.

Nel Regno Unito, per aggiudicar­si gli appalti i privati competono con gli NHS Trust, di proprietà pubblica, o con organizzaz­ioni no profit. Lo scorso anno, secondo dati ufficiali, i 7.2 miliardi di contratti sono andati ai privati per il 43%, contro il 35% dei Trust e il 25% delle charities.

Fra le società vincitrici di appalti pubblici spicca Virgin Care, il braccio sanitario del gruppo Virgindi Richard Branson, che lo scorso anno ha firmato contratti per un miliardo di sterline. Complessiv­amente, Virgin ha ottenuto 400 diversi contratti: e il suo ruolo nel Servizio Sanitario indigna particolar­mente i nemici della privatizza­zione perché, scrive il Guar dian, la Virgin Group Holdings Ltd, che controlla Virgin Care, è registrata nel paradiso fiscale delle Isole Vergini britannich­e.

Il problema, spiegano i relatori del rapporto, è che privatizza­to non significa migliore: il rapporto della NHS Support Federation è pieno di esempi di strutture prese in gestione da privati, fin dal fatidico 2012, e poi abbandonat­e o andate fallite per errori di gestione, costi eccessivi, bancarotta o gravi negligenze.

Accuse respinte sia da Virgin Care che da Care UK, il secondo maggiore fornitore privato di servizi sanitari, in passato finanziato da esponenti del Partito Conservato­re.

Doppia beffa

Le holding non sempre assicurano efficienza e portano i guadagni nei paradisi fiscali I numeri

miliardi di sterline sono andati nel 2017 a società private: si tratta del 70% dei contratti sanitari pubblici contratti sono stati ottenuti da Virgin Care, “divisione sanitaria” dell’impresa di Richard Branson: è registrata nel paradiso fiscale delle Isole Vergini miliardi il valore dei servizi privatizza­ti registrato nel 2016

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Ansa Tentacolar­e Sir Richard Branson, titolare della Virgin Group

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