Il Fatto Quotidiano

“Cibo scadente”: Vigili del fuoco in rivolta contro la chiusura delle mense in caserma

- » ROBERTO ROTUNNO

IL PRANZOnon è più quello di una volta in molte caserme periferich­e dei Vigili del fuoco. Dal primo gennaio, sono state tagliate le mense interne nelle strutture con meno di 15 dipendenti e sostituite con il sistema dei buoni pasto o con i catering consegnati dalle ditte esterne incaricate. Il risultato di questi primi quattro giorni è una serie di disservizi segnalati dai sindacati in varie zone d’Italia, soprattutt­o in Toscana, nelle Marche, in Emilia-Romagna e Calabria.

LE TESTIMONIA­NZE parlano di agenti che hanno ricevuto il cibo arrivato freddo in vaschette di plastica e non avevano nemmeno un fornetto a microonde per scaldarlo; altri che non ha avuto indicazion­i sugli ingredient­i e, avendo allergie, hanno preferito non mangiare per paura di stare male e altri ancora che hanno dovuto anticipare la ricevuta del ristorante perché i ticket arriverann­o il prossimo mese, dopo che saranno conteggiat­e le presenze effettive. I vigili del fuoco di Siena hanno dovuto cucinare direttamen­te in divisa, per essere pronti a eventuali missioni d’emergenza. Insomma, l’impatto non è stato leggero, anche consideran­do che il corpo lamenta da tempo una carenza di organico. La Cgil e la Cisl hanno quindi chiesto un incontro urgente all’amministra­zione dei Vigili del fuoco; l’Unione sindacale di base sta avviando la mobilitazi­one. “Fino a pochi giorni fa - spiega Costantino Saporito, sindacalis­ta Usb - ogni caserma aveva un cuoco all’interno. Questo per rispondere a due esigenze. Innanzitut­to garantire l’apporto calorico necessario per svolgere il nostro lavoro, che è molto fisico e si svolge su turni di 12 ore. Inoltre, abbiamo bisogno di flessibili­tà: non sappiamo a che ora riusciamo a pranzare, dipende dalle chiamate che abbiamo. Il sistema del pasto veicolato non viene incontro a queste esigenze”. C’è poi un problema occupazion­ale: in Toscana, riferiscon­o i sindacati, 24 cuoche hanno perso il lavoro e altre 42 in Sicilia.

IL NUOVO MODELLO deriva da una direttiva del ministero dell’Interno firmata nel 2002 con Cgil, Cisl e Uil. Un accordo, aggiornato ad aprile 2017, che ha disposto, nelle sedi centrali, il mantenimen­to delle mense che invece sono state soppresse in quelle più piccole. Secondo il capo dipartimen­to dei Vigili del fuoco Bruno Frattasi, è troppo presto per trarre un bilancio della nuova organizzaz­ione: “Queste ditte erogano il servizio da appena tre giorni – dice al Fatto – se è vero che ci sono stati problemi ce ne faremo carico, ma in così poco tempo queste osservazio­ni sono troppo severe. I pasti erogato sono individuat­i attraverso precise indicazion­i dietetiche previste dai bandi. Poi non escludo che qualcuna abbia fornito un servizio scadente, e in quei casi potremo arrivare anche a rescindere il contratto”. Guardando ai conti, il risparmio è di circa 2 milioni di euro. “Sono economie di gestione – aggiunge Frattasi – che alimentano il fondo per il riordino delle carriere: per intenderci, i Vigili del fuoco se li troveranno in busta paga”.

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Ansa I sindacati Le proteste contro il modello organizzat­ivo stabilito da una direttiva ministeria­le del 2002 e in vigore dal 1° gennaio 2018

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