“Doloso il rogo del capannone” Dalle analisi valori nella norma
▶QUELLO divampato mercoledì sera è l’ennesimo rogo nelle province lombarde, per questo ieri ha generato paura tra i cittadini e polemiche politiche. Il capannone riempito di rifiuti industriali e poi dato alle fiamme a Corteolona e Genzone, un’area dismessa di circa 2 mila metri quadrati, ha portato i sindaci dei paesi limitrofi a ordinare ai cittadini delle zone adiacenti di non uscire da casa. I Vigili del fuoco hanno lavorato per tutta la notte tra mercoledì e giovedì per domare le fiamme, ma dovranno continuare a lavorare per rimuovere i materiali carbonizzati. Ieri sera, comunque, l’emergenza è rientrata perché le analisi dell’aria non hanno mostrato valori fuori dalla norma. L’opposizione in Consiglio Regionale ha accusato il governo di aver depotenziato l’Agenzia per la protezione ambientale. La pista più accreditata delle indagini sembra portare all’azione volontaria: nel capannone l’elettricità era staccata da tempo. Essendo in inverno, con temperature che di notte scendono sotto lo zero, è esclusa l’ipotesi di un’autocombustione. La struttura è pericolante e probabilmente dovrà essere demolita; intorno a essa ci sono mon- tagnette nere nascondono rifiuti smaltiti abusivamente. Si tratta quindi di una delle tante discariche abusive lombarde sulle quali la Direzione distrettuale antimafia ha portato alla luce gli interessi della criminalità organizzata. Ci sono dei precedenti simili: per esempio, quello del 5 settembre, nel quale è andato a fuoco uno stabilimento a Mortara, quello del 25 luglio a Bruzzano, e quello di ottobre a Cinisello Balsamo. In quella zona era stata segnalata la presenza di camion sospetti. La Regione Lombardia si farà carico delle spese per la bonifica. Il prefetto di Pavia, Attilio Visconti, ha spiegato che il sito “non era noto alle autorità competenti al rilascio delle necessarie autorizzazioni ambientali”.