“Corsi in nero per la toga” già nel romanzo di Carofiglio
La Scuola sotto accusa Ne “L’estate fredda” si narrava di pagamenti senza ricevuta: ne parlano anche alcuni ex allievi del giudice Bellomo
Le cronache su presunti pagamenti in nero di giovani aspiranti magistrati alla Scuola del consigliere di Stato Francesco Bellomo, indagato e con la proposta di destituzione dalla magistratura amministrativa in sospeso (si decide il 10 gennaio) sono state anticipate da un romanzo non di uno scrittore qualsiasi, ma da colui che è stato magistrato per oltre 20 anni. Stiamo parlando, naturalmente, di Gianrico Carofiglio che ha deciso di lasciare la toga nel 2013, dopo l’esperienza in Parlamento con il Pd.
In un’intervista su Bellomo, che lo aveva definito “mio maestro” perché era stato suo uditore, Carofiglio ci ha detto che oltre 10 anni fa aveva partecipato a un suo convegno ma in seguito declinò gli inviti “perché il contesto non mi aveva convinto”.
NEL LIBROL’estate fredda (Einaudi, 2016) c’è un passaggio in cui si parla di corsi privati con parcella in nero. A pagare senza ricevuta è uno dei protagonisti, Gemma D’Angelo, diventata un capace magistrato con i sensi di colpa per quel “nero”. Insieme al maresciallo Pietro Fenoglio indagherà sul rapimento e l’uccisione di un bambino, figlio di un boss locale, durante una guerra tra cosche baresi nel 1992, nell’estate delle stragi di Falcone e Borsellino a Palermo. Ad aiutarli un pentito che si presenta spontaneamente in caserma.
Carofiglio accende una luce pure su un sommerso che si sapeva esistesse già in passato e che oggi sembra riemergere. Lo scrittore, che ci ha rimandato al libro senza aggiungere altro, ha già spiegato che l’idea gli è venuta “non per esperienza personale”, dato che il concorso lo superò nel 1984, a soli 23 anni, senza frequentare alcuna scuola. L’idea gli è venuta perché in quel periodo c’erano delle voci che giravano ma nessuna prova di reato.
Nel 1992, l’anno in cui si svolge la storia del romanzo, i magistrati ordinari potevano essere docenti di scuole private, il divieto è solo del 2011 e non riguarda i magistrati amministrativi. “Subito dopo la laurea mi iscrissi a un corso di preparazione per il concorso in magistratura”, racconta D’Angelo al maresciallo, “era tenuto da un magistrato napoletano famoso e – si diceva – molto bravo (…) andai da lui e gli chiesi come regolarmi per il pagamento, se andava bene un assegno di mio padre. Lui mi sorrise, guardandomi come si guarda una ragazzina ingenua – esattamente quello che ero – e disse che no, che purtroppo assegni non poteva prenderne, bisognava pagare in contanti (...). Ci rimasi malissimo. Era lì per aiutarci a diventare magistrati, era così bravo ed era un evasore fiscale. (…). Pensai che non era giusto, non dovevo tornarci (…) e invece ci tornai (...). Mi sembra di rivederla qui la scena: noi che gli davamo i soldi, così, arrotolati e lui che li prendeva senza guardarli e se li metteva in tasca”.
FIN QUIun personaggio inventato da Carofiglio ma ispirato ai “sentito dire” di quando era studente. Adesso, però, ci sono racconti di ex allievi che la magistratura deve verificare e riguardano il consigliere Bellomo, indagato a Bari per estorsione e a Piacenza per stalking. A Milano la Procura ha aperto un fascicolo all’attenzione del dipartimento reati sessuali dato le presunte vessazioni del consigliere alle allieve borsiste, costrette al dress codee alla sottomissione, ma la stessa Procura potrebbe valutare anche l’ipotesi di evasione fiscale. Un’ex studentessa di Milano, il 14 dicembre scorso, ha raccontato al Fatto di pagamenti in nero per le lezioni extra rispetto al corso da 3.600 euro pagati con bonifico: “Per il corso intensivo i corsisti pagano 800 euro, i non corsisti 1.300. Il pagamento avviene presso la scrivania della sala dove il corso si tiene, noi corsisti davamo i contanti a una collaboratrice di Bellomo che infilava subito le banconote in una busta senza restituirci né un foglio, né una ricevuta, né una fattura. Così pure per una nuova edizione di uno dei volumi Bellomo, venduto scontato e in nero per 160 euro. Anche per la full immersion di tre giorni abbiamo pagato in nero: 100 euro al giorno, 200 per i non corsisti annuali”. Pure a Roma ci sarebbero stati pagamenti in nero a un “collaboratore” di Bellomo.
L’autore
L’ex magistrato ha spiegato che l’idea gli fu suggerita da “voci” e non da notizie certe