A 88 anni scompare Carla, l’ultima dei Gobetti
Se
n’è andata Carla Nosenzo Gobetti. Era la moglie di Paolo Gobetti, il figlio di Piero Gobetti. Torinese, figlia di un operaio, è morta a 88 anni (era nata il 27 maggio 1929), in Toscana, assistita dal figlio Andrea. È stata una grande donna del Novecento, ricercatrice storica e regista, archivista e custode delle carte dell'autore de La rivoluzione liberale . Una vita, la sua, dedicata alla militanza culturale e politica nella sinistra eretica, non conformista, nel segno della memoria della Resistenza, delle lotte operaie e del pensiero gobettiano, accanto a maestri come Giorgio Agosti, Franco Antonicelli, Norberto Bobbio, Alessandro Galante Garrone, Augusto Monti, Franco Venturi, e naturalmente vicina ad Ada Prospero Marchesini Gobet- ti, la vedova di Piero. Per decenni fu l'anima e il cuore del Centro Studi Piero Gobetti di Torino, fondato nel 1961 assieme ad Ada e al marito Paolo, partigiano giovanissimo, regista e critico cinematografico, scomparso nel 1995. Il centro studi nacque nella casa di via Fabro dove Piero aveva vissuto con Ada, e con il figlio appena nato (nel tardo dicembre del 1925), fino ai primi del 1926, quando partì per Parigi, dove sarebbe morto il 15 febbraio.
CARLA E PAOLO si erano conosciuti nel dopoguerra nella redazione di Torino de l'Unità. Paolo era il critico cinematografico, Carla redattrice. Uno dei primi viaggi che fecero li portò a Napoli, da Benedetto Croce, amico dei Gobetti. Ada rammentò che ritornarono a Torino felici, desiderosi di fare mille cose. Lasciarono il giornale del Pci nel 1956, do- po l'invasione sovietica dell'Ungheria. Intanto era cresciuta la passione per la macchina da presa. Una passione politica: passione e ideologia, per dirla con Pier Paolo Pasolini. Era una scelta di campo precisa, quella di Paolo e soprattutto di Carla, un cinema militante netto, intransigente, anche con lo stesso Paso- lini. Goffredo Fofi, uno dei giovani di valore degli anni Sessanta cresciuti al Centro Gobetti, ha rievocato in un libro la prima torinese di Accattone, raccontando: “R icordo benissimo che Carla Gobetti riaccompagnò, sulla macchina su cui anch'io mi trovavo, Pasolini e Laura Betti al loro albergo, e ricordo quel misto di euforia e di disagio con cui ascoltai la conversazione quasi ‘tra sordi’ che si avviò fra Carla e Pasolini, reticente, sulla difensiva”.
Carla e Paolo girarono insieme alcuni documentari, tra cui Scioperi a Torino, nel 1962, con testi di Franco Fortini e musiche di Sergio Liberovici, sulle lotte dei lavoratori della Lancia; e lei collaborò al bellissimo Racconto interrotto, che Paolo realizzò sulla vita di suo padre. Avrebbe rammentato Paolo Gobetti di quel film sulla Lancia: “Con mia moglie Carla e con Goffredo Fofi” seguimmo la lotta operaia “giorno per giorno con una Beaulieu 16mm, una vecchia macchina, e con un comune registratore giapponese, giusto per raccogliere un po’ di sonoro. Fu un’esperienza molto bella e molto intensa”.
MA CARLA, ORMAI, stava diventando la pietra miliare del Centro Gobetti. Diffondeva gli scritti di Piero, organizzava cicli di lezioni sull'antifascismo, dirigeva l'Istituto Storico della Resistenza in Piemonte. Si occupava dei testi teatrali di Piero e pubblicava libri come L'insurrezione di Torino, con Giorgio Vaccarino e Romolo Gobbi. Con Carla Gobetti, come del resto era accaduto per Ada, se ne va una donna che non ha mai smesso di credere e di lottare per una società più giusta.