5Stelle, la carica dei 15mila
Di Maio&C. al lavoro per scegliere i migliori e tener fuori riciclati e inquisiti
Dal reddito di cittadinanza, bandiera irrinunciabile, a una legge sul conflitto di interessi. Per arrivare ai temi su cui ieri ha insistito di più Pietro Grasso: la tutela dell’ambiente, il lavoro e le politiche per la famiglia. Settori per i quali i 5Stelle pensano a investimenti per miliardi di euro e a nuove regole. Sono alcune delle carte che il Movimento potrà giocarsi per chiamare al tavolo Liberi e Uguali subito dopo le Politiche. Idee e progetti che finiranno nei punti di programma che il candidato premier Luigi Di Maio proporrà ai partiti la sera del voto, come base per la trattativa per formare una maggioranza parlamentare. Ufficialmente aperta a tutti, ma con un’attenzione particolare per alcuni.
A cominciare dai “r os si” di LeU, perché al di là delle inevitabili schermaglie elettorali, sia nel M5S sia nella coalizione di Grasso sanno che dalla sera del 4 marzo (o anche prima) dovranno cercarsi e provare a limare le reciproche diversità. Parecchie, se si pensa solo alla distanza siderale sui sindacati (il M5S vorrebbe di fatto abbatterli, mentre per LeU la Cgil è il primo alleato) o sullo Ius soli. Però ci sono anche diversi punti in comune, magari declinati in forma diversa.
E SI PUÒ PARTIRE dal totem del Movimento, il reddito di cittadinanza per i meno abbienti, un piano che costa 17 miliardi. Sicuramente molto più impegnativo di quello a cui pensa la lista di Grasso, dove lavorano comunque a una forma di reddito di dignità. “Faremo un programma eco-laburista, incentrato su ambiente e lavoro, con forme di sostegno al reddito” conferma il deputato Ar- turo Scotto. Ma i 5Stelle insisteranno sulla loro proposta base, convinti che il “loro” reddito possa anche “aprire all’Italia spazi finanziari fino a 15 miliardi presso l’Unione europea, da usare per investimenti”. Così disse al Fatto lo scorso ottobre la deputata Laura Castelli, uno dei motori del programma economico del Movimento.
La tesi di partenza rimane quella. Con aggiunte. Perché nel M5S vorrebbero adoperare parte di quelle risorse per la tutela dell’ambiente, per cui prevedono investimenti tra 7 e 8 miliardi. Soldi da usare innanzitutto contro il dissesto idrogeologico, punto citato ieri da Grasso nell’intervista a La Stampa, come hanno notato nel Movimento. Ma nel pacchetto a 5Stelle per l’ambiente sono previsti anche il rifacimento della rete idrica nazionale e la bonifica di siti di particolare interesse. Ed è difficile che l’ex presidente del Senato e i suoi possano trovarsi in disaccordo su questo.
Poi c’è il capitolo famiglie, con Grasso che invoca “riforme strutturali” e parla della necessità di orari flessibili per i genitori e un piano straordinario di asili”. Una fonte di primo piano del M5S ragiona: “Noi vogliamo portare i congedi parentali fino a 36 mesi, come avviene in diversi Paesi europei”. Non solo. Dal Movimento ricordano la lettera di Di Maio all’Avvenire di tre giorni fa, in cui il candidato premier ha promesso “incentivi per le aziende che facciano politiche family friendly (favorevoli per le famiglie, ndr)”.
Quindi c’è il lavoro. Entrambi i partiti sono contrari all’abolizio- ne dell’articolo 18 voluta da Matteo Renzi, quindi ostili al Jobs Act. Con la differenza che Mdp e Sinistra italiana erano arrivati a proporre in Parlamento la reintroduzione della norma per tutte le imprese, e non solo per quelle con più di 15 dipendenti, come prevedeva l’articolo 18 originario. Mentre per i 5Stelle è sufficiente reintrodurre la norma così com’era. Ma una trattativa sul punto è possibile. Come è possibile sulla Rai, perché da entrambi i fronti vogliono abolire la riforma renziana della tv pubblica.
PIER LUIGI BERSANI è un vecchio teorico dei partiti fuori da Viale Mazzini, tanto che nel giugno 2012 scrisse a quattro associazioni perché gli indicassero due nomi per il Cda della Rai. Mentre il Movimento vuole una riforma radicale, con consiglieri scelti per sorteggio dopo una pre-selezione tramite curricula. Poi c’è la Buona scuola, altra riforma renzianissima da bocciare per entrambi. Con il Movimento che presenterà “un piano di investimenti massicci per scuola, formazione e ricerca”, come spiegano dai 5Stelle. Ed è un altro amo che potrebbe funzionare.
Infine, va ricordato il Di Maio che al Fatto, il 27 dicembre, ha promesso una nuova legge sul conflitto di interessi. Ed è una novità che per Grasso potrebbe rappresentare una buona idea. Ipotesi, appese a punti di programma che il M5S sta limando. Ma legati soprattutto ai numeri di 5Stelle e LeU nelle prossime Politiche. Perché serviranno percentuali alte per ragionare su un accordo tra due forze che nei prossimi due mesi si faranno la guerra. Ma che un attimo dopo la chiusura dei seggi dovranno annusarsi. E giocare a carte a scoperte.
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