Renzi fa godere Mediaset: “Rai senza canone”
IlBomba Il segretario del Pd rilancia: togliere la tassa sulla televisione pubblica dalla bolletta della luce (dove l’aveva messa lui). Ci penserà lo Stato a ripagare l’azienda
Il canone, ultima carta da giocare per pretendere dalla Rai di tenere in piedi quel poco che è rimasto del servizio pubblico radiotelevisivo, è entrato nel mercato dei “bonus” elettorali, come il bollo sulla prima auto e l'Iva sulla sabbietta dei gatti (proposte da Berlusconi). Il tentativo di sparigliare la gara a distanza tra chi la spara più grossa, è ancora una volta di Matteo “bomba” Renzi che, memore dei benefici degli 80 euro - distribuiti a chi meno ne aveva bisogno - sui risultati del Pd alle ultime Europee, fa finta di lanciare un guanto di sfida sul tavolo del patto del Nazareno per raccattare voti.
SECONDO un ’ i n d is c r e z io n e riportata ieri da Repubblica, Renzi proporrà nella prossima direzione del partito di cavalcare l’abolizione del canone di servizio – inserito nel 2016 nella bolletta della luce proprio da lui nel tentativo di farlo pagare a tutti – e di trasferire “p r o v v is o r i a m e n t e ” l' o n e r e del mantenimento della tv pubblica direttamente sul Tesoro, in attesa che sia in grado di mantenersi da sola con la pubblicità. Una mossa, sottolinea il quotidiano, volta a sfidare anche il potere di Berlusconi, perché salterebbero contestualmente i tetti alla pubblicità Rai che finora hanno favorito Mediaset. Il primo a saltare sulla sedia alla lettura della notizia è stato il ministro per lo Sviluppo, Carlo Calenda, che reagisce duramente su Twitter: “Spero che non sia la proposta del Pd per la campagna elettorale. I soldi dello Stato sono i soldi dei cittadini e dunque sarebbe solo una partita (presa) di (in) giro”. Quindi meglio non finanziare la Rai per niente. Calenda infatti ci torna a stretto giro di posta per rintuzzare il fuoco di fila dei renziani e rincara: “È un peccato che si debba ricadere sulla linea delle promesse stravaganti a tutti su tutto”. “Se si vuole affrontare la questione del canone – chiarisce il ministro – allora si ragioni su privatizzazione Rai altrimenti è presa in giro”. La polemica all'interno della ex maggioranza di governo a questo punto si infiamma. “Caro Calenda, se tagliamo 1,5 miliardi di spesa pubblica ed eliminiamo il canone Rai i cittadini pagano meno. Altro che presa in giro: serve processo modernizzazione ed eliminazione sprechi unici in panorama tv con un ri- sparmio immediato di 500 mila euro, come con stop Imu”, scrive su Twitter il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai. Lo stesso Renzi, intervenuto in giornata, la butta in proclama: "Si può garantire il servizio pubblico abbassando il costo per i cittadini: mi sembra giusto e doveroso. Abbiamo iniziato ad andare in questa direzione. Continueremo. Non ci interessano i proclami e le polemiche di giornata: per noi parlano i fatti. Avanti, insieme". Per l'Usigrai, il sindacato dei giornalisti della tv pubblica, l'attacco elettorale alla Rai è un copione già visto: “Segnaliamo che laddove si è abolito il canone, il servizio pubblico è stato fortemente ridimensionato. A tutto vantaggio dei privati. Se questo è l’obiettivo basta dichiararlo apertamente”.
Sgravio finto Insorge il ministro Calenda: è una presa in giro, allora meglio privatizzare il servizio
“SENZA CANONEo altro genere di finanziamenti, penso che sia difficile fare servizio pubblico dovendo reperire tutte le
risorse dal mercato”, afferma la consigliera d’amministrazione di Viale Mazzini, Rita Borioni. “Il punto non è tanto e non solo il canone, ma fornire ai cittadini un servizio pubblico di alta qualità, recidendo il filo tra la politica e la concessionaria pubblica, riformando le modalità con cui si scelgono i vertici Rai”, rimarca Roberto Fico, presidente M5S della Vigilanza Rai. Il senatore di Fi Maurizio Gasparri, autore dell'ultima riforma, definisce la proposta “farsesca”: “Si rimetta mano alla Rai seriamente, con una graduale privatizzazione, ma confermando un nucleo forte di servizio pubblico”.