La folle ragazza del Folkstudio vola sul mondo
Dalla sua prima apparizione sul palco del Folkstudio sono trascorsi anni, ma Grazia Di Michele di quella ragazza ha saputo mantenere viva l’inesauribile curiosità del mondo affinando il talento. Fedele alla sua vena cantautorale non si è negata alla sperimentazione e al gusto di musicalità più raffinate e complesse
“AMO LA parola ma non mi sono mai accontentata di accompagnarla con tre accordi tirati giù di fretta”, puntualizza lei – e neppure al confronto diretto del teatro di prosa (è Dominique nella pièce di Denise Chalem Di’a mia figlia che vado in vacanza). Di rituffarsi nello studio pronta a rimettersi in discussione. Qualche perdonabile caduta di stile fra Platinette e “talent” vari, e ora eccola nuovamente lei, artista consapevole delle proprie capacità che, dopo u- na più che trentennale carriera discografica da cantautrice pura, presta la voce a parole di altri.
Il risultato è Folli Voli (in uscita il 19 gennaio), viaggio in 12 tappe dentro la canzone d’autore internazionale, e riuscito capolavoro di arrangiamenti e traduzioni realiz- zato in collaborazione con Alberto Zeppieri. Pos alazei anemos trova nuove profondità nella versione italiana Anime e così anche Blower’s Daughter, Fico assem sem voce, Folling slowly Life is a Roll er co a st er , Todas las palabras, Emabrcacao, Saia travada, Aroma d’invierno, Cada Mia, Uri. Come la musica.
Che un cantautore metta in scaletta brani di altri non è una novità, un intero album però appare strano. “E perché? È un’esperienza bellissima e stimolante. Restare chiusi nel proprio mondo impoverisce chiunque, e ancor di più un musicista. Aprirsi al mondo, entrare in contatto con le emozioni degli altri, con altri modi di sentire è invece spinta a fare i conti con se stessi, a guardarsi dentro senza accampare alibi, a mettersi in discussione. E se poi nell’interpretarle riesci a restituire le emozioni che hai ricevuto c’è anche la consapevolezza di essere cresciuta a gratificarti”. Dalla Grecia di Kaiti Garbi e Pegasus, Noa, l’Irlanda di Rice, il Brasile con Calcanhotto e Capo Verde con Evora, Markéta Irglova e Glen Hasard, una canzone cubana e statunitense, Polonia, Spagna, Colombia, e poi anche un inedito italiano a firma Bungaro, di fatto un giro del mondo raccontato in musica.
INTERNAZIONALE
Un cd di brani altrui, quasi tutti stranieri: “Entrare in contatto con emozioni diverse spinge a fare i conti con se stessi”