Il Fatto Quotidiano

Disaster movie: il cinema italiano dimezza gli spettatori. È l’effetto Zalone

In generale risultati in calo senza il bestseller comico

- @fpontiggia­1

Un2017 penoso per il cinema in Italia, e ancor più per il cinema italiano. 92 milioni di biglietti staccati contro i 105 del 2016 (-12,38%), 584 i milioni di euro incassati a fronte di 661 (-11,63%). E il tricolore a mezz’asta: nel 2016 la quota di mercato fu del 29,05%, l’anno scorso è scesa a 17,64%, ovvero il botteghino (103 milioni di euro) dei 536 film registra un -46,35%, per un numero di presenze (16.880.223) che recede del 44,21%. Il presidente dell’Anica Francesco Rutelli parla sì di “anno negativo”, ma di punti critici ne evidenzia solo due: la pirateria e lo “psicodramm­a stagionale”, poiché d’estate non si va al cinema, mentre i cugini spagnoli in quei mesi fanno 100 milioni di incassi in più. Il capo dei produttori Anica Francesca Cima rivela un “cuore diviso”, professa “ottimismo”, evidenzia “la stabilità del numero di spettatori”, trova “criticità” ma elogia “la vitalità” del comparto; Andrea Occhipinti, peri distributo­ri, de rubrica l’ andamento a“fisiologic­o ”; Alberto Francescon­i, presidente esercenti dell’Anec, promette “sale più attraenti”. E poi c’è, anzi, non c’è Checco Zalone. Il suo Quo vado? nel 2016, l’anno migliore dell’ultimo quinquenni­o, registrò 65.3 milioni al botteghino, pari al 34% degli incassi del cinema italiano e al 9.9% di quelli totali. Un sistema sano non si assolve così: si chiede perché non ce ne siano di più di Zalone e si muove per crearne.

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Ansa Criticità Rutelli: Anica

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