Puigdemont e l’azzardo del ritorno: esser eletto presidente e farsi arrestare
Gli altri leader indipendentisti catalani in cella chiedono di esser trasferiti a Barcellona
Ci sarebbe un principio d’intesa tra le due principali liste indipendentiste, Esquerra Republicana e Junts per Catalunya, indispensabile per non far fallire la legislatura. Si tratterebbe di verificare in primo luogo la fattibilità giuridica dell’elezione di Puigdemont alla presidenza della Generalitat a distanza, via telematica o attraverso la delega ad altro parlamentare. Puigdemont aveva promesso in campagna elettorale che sarebbe rientrato in Catalogna se avesse vinto le elezioni e ora che la sua lista è arrivata prima nel blocco repubblicano vuole tornarvi da rieletto, così da sfidare lo Stato spagnolo ad arrestarlo come presidente in carica. Il regolamento del Parlamento catalano contempla il caso di delega, ma non proibisce l’ipotesi 2.0; è più che probabile però che il governo ricorrerebbe al Tribunal Con
stitucional, annullandone gli effetti. Esquerraquesta volta assumerà come vincolante il parere dei servizi giuridici del Parlamento.
Finora, nessuno degli eletti nelle liste indipendentiste ha rinunciato al titolo di parlamentare, mettendo a rischio la maggioranza per effetto delle assenze dovute al carcere o all’esilio. Junqueras ha richiesto di essere trasferito in un carcere catalano e di poter godere di permessi per le sessioni parlamentari. Come faranno Forn e Sánchez se oggi, riascoltati dal giudice assieme a Cuixart, non saranno rilasciati.
Chi non occuperà il suo scranno in Parlamento tornando al suo mestiere di avvocato è Carles Mundó, eletto con Esquerra, già consigliere di Giustizia, finito in prigione lo scorso 2 novem-
bre assieme a mezzo governo catalano e poi liberato dietro cauzione alla vigilia delle elezioni. La vicenda catalana sarebbe all’origine di un’altra rinuncia eccellente: l’ex presidente della
Generalitat Artur Mas, che portò il nazionalismo di Convergència Democràtica
verso l’indipendentismo, si è dimesso dall’incarico di presidente del Partito De
mòcrata. Nega che ci sia alcuna relazione con la prossima sentenza del processo per corruzione per il Caso Palau in cui sarebbe coinvolta l’antica Convergència, solo un favore a Puigdemont.