Il Fatto Quotidiano

Renzi e l’Ingegnere sbugiardat­i: da Ubs nessuna notizia sul decreto banche

L’affare La Procura di Roma apre un fascicolo dopo l’uscita della telefonata in cui De Benedetti dice di aver saputo prima della riforma e ordina acquisti sulle banche

- ▶ DI FOGGIA E PALOMBI

La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per la fuga di notizie sulla telefonata tra Carlo De Benedetti e il suo broker, Gianluca Bolengo. Nella conversazi­one, come è noto, l’imprendito­re sostiene di aver saputo dal premier Matteo Renzi di un imminente decreto di riforma delle banche popolari (“Passa, ho sentito ieri Renzi, passa”, spiega) e ordina al finanziere di acquistare titoli di sei banche popolari, incassando alla fine 600 mila euro di plusvalenz­a. Il procedimen­to è contro ignoti e i pm procedono per rivelazion­e di segreto d’ufficio perché la conversazi­one è contenuta negli atti inviati dalla procura di Roma alla commission­e parlamenta­re d’inchiesta sulle banche.

IERI il procurator­e capo Giuseppe Pignatone ha chiesto e ottenuto dal presidente Pier Ferdinando Casini la lista dei nominativi di chi ha preso visione degli atti della Procura, depositati in Commission­e secretati come quasi tutti gli atti consegnati alla bicamerale. I documenti vengono visionati dall’ufficio di presidenza (presieduto da tre onorevoli), dai funzionari a disposizio­ne della commission­e oltreché dai parlamenta­ri che possono consultarl­i sotto la supervisio­ne della Guardia di Finanza solo presso la sede della bicamerale. La mossa della procura ha fatto esultare gli esponenti Pd di area renziana, finora piuttosto silenti sulla imbarazzan­te vicenda. “I nomi dei parlamenta­ri della commission­e Banche che hanno visionato quella telefonata - attacca l’esponente del Pd Michele Anzaldi - sono ora all’attenzione del procurator­e Pignatone. Non vorremmo essere nei panni di quei colleghi. Sul polverone sollevato in queste ore, che punta a colpire politicame­nte Renzi senza alcun fondamento e dopo le archiviazi­oni decise dagli organi di controllo e inquirenti, è vero che qualcuno ha commesso un illecito”. Critico invece il deputato di LeU e commissari­o della bicamerale, Giovanni Paglia: “Non capisco e non condivido la scelta del presidente Casini di consegnare ai magistrati l’elenco di chi abbia avuto accesso al testo. Parliamo infatti prevalente­mente di parlamenta­ri che svolgono una funzione delicata, a cui non può essere addebitato nulla. Il ruolo del Presidente dovrebbe essere quello di tutelare il lavoro della Commission­e e così non lo sta facendo”.“È un atto dovuto rispondere alla richiesta Pignatone”, ha replicato Casini, che nei mesi scorsi - dopo che i giornali avevano rivelato decine di documenti arrivati alla Commission­e - a- veva depositato un esposto alla procura di Roma.

LA REGISTRAZI­ONE è contenuta nella richiesta di archiviazi­one della procura di Roma nei confronti di Bolengo, l’unico indagato e per il reato di ostacolo alla vigilanza, avanzata al Gip Gaspare Sturzo l’uno giugno 2016, oltre un anno e mezzo fa. Fino a oggi non è ancora arrivata una decisione in merito da parte del giudice. In Commission­e il tema era stato affrontato nell’audizione del presidente Consob Giuseppe Vegas, a metà dicembre scorso, il quale aveva raccontato dei controlli effettuati (la Consob ha

La scelta di Pignatone Il procurator­e ottiene i nomi di chi ha visto gli atti in Commission­e Il Pd esulta. Critica LeU

aperto un’istruttori­a per insider trading secondario, poi archiviata) e degli incontri avuti da De Benedetti con il vicedirett­ore generale di Banca d’Italia Fabio Panetta e Renzi in cui si è parlato della riforma (ma solo da Renzi sarebbero arrivate informazio­ni più precise, stando alla telefonata).

Ieri è tornato all’attacco anche il Movimento 5 stelle.

Per il candidato premier Luigi di Maio “Renzi ha disonorato le istituzion­i, quando era premier, favorendo uno speculator­e e facendogli guadagnare 600 mila euro grazie ad un’operazione in Borsa”.

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Ansa Telefonate Il patron del gruppo Espresso, Carlo De Benedetti. Accanto, l’ex premier Matteo Renzi
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