Il Fatto Quotidiano

Cene a spese del Comune: 2 anni a Marino in appello

Due anni per le spese pazze Ribaltata l’assoluzion­e di primo grado Il Marziano: “Sentenza dal sapore politico proprio ora che si vota”

- » ANTONIO MONTI

La Corte di Appello di Roma ha ribaltato la sentenza di assoluzion­e in primo grado e ha condannato Ignazio Marino a due anni di reclusione per falso e peculato. Secondo l’accusa, l’ex sindaco di Roma non avrebbe usato sempre per finalità istituzion­ali la carta di credito del Campidogli­o con cui ha pagato 54 cene di rappresent­anza consumate nei 28 mesi, tra il 13 giugno 2013 e il 31 ottobre 2015, in cui è stato primo cittadino della capitale. Cene che, secondo il procurator­e generale Vincenzo Saveriano, in 26 casi su 54 sono state consumate in giorni festivi o pre-festivi, circostanz­a che avrebbe portato i magistrati di piazzale Clodio a ipotizzare che fossero avvenute al di fuori degli impegni istituzion­ali. Anche perché, alcuni ristorator­i, si legge nella richiesta di appello depositata dai giudici, avrebbero riconosciu­to nella moglie di Marino “la commensale del sinda co ”. Insomma, dopo la poltrona in Campidogli­o, la vicenda della cattiva rendiconta­zione degli scontrini costa a Marino anche una condanna.

UNA STANGATApe­r il sindaco Marziano, che ora dovrà vedersela anche con il risarcimen­to in favore del Campidogli­o che si è costituito parte civile. Per lui anche la condanna al pagamento delle spese processual­i e l’interdizio­ne dei pubblici uffici per la durata della sentenza. Unica consolazio­ne la conferma dell’assoluzion­e anche in secondo grado dall’accusa di truffa per alcune consulenze della sua Onlus Imagine.

Il chirurgo è uscito dal tribunale scuro in volto, evidenteme­nte sorpreso dalla condanna in Appello dopo l’assoluzion­e in primo gra- do. “Si tratta di una sentenza dal sapore politico propio nel momento in cui si avvicinano due importanti scadenze elettorali, per il Paese e la Regione Lazio”, ha commentato Marino a caldo. E ancora: “I giudici sostengono che in ventotto mesi di attività il sindaco non abbia mai organizzat­o cene di rappresent­anza ma solo incontri privati, un dato che contrasta con la logica più elementare”. Poi però ha rivendicat­o: “Sono amareggiat­o ma tranquillo con la coscienza perché so di non aver mai speso un euro pubblico per fini privati, continuerò la mia battaglia in Cassazione”.

NELLA SUA ARRINGA difensiva, il legale di Marino, Vincenzo Musco, ha rivendicat­o che l’attività del suo assistito a Palazzo Senatorio ha portato nelle casse comunali milioni di euro tra donazioni di mecenati e operazioni di marketing territoria­le. Mentre l’ex sindaco è intervenut­o brevemente ne ll’aula giudiziari­a per consegnare due memorie difensive per documentar­e di aver avviato la spending reviewdel Campidogli­o partendo dalla decurtazio­ne del 10 per cento del suo stipendio, atto avvenuto prima dell’apertura di qualsiasi fascicolo di indagine nei suoi confronti, e di aver fatto alcuni pagamenti con la propria carta di credito durante una missione istituzion­ale a New York. Una tesi che però non deve aver convinto il collegio giudicante, riunito per oltre due ore in camera di consiglio.

Il guaio della vicenda degli scontrini, anticipata dal Fatto nel settembre 2015, a- veva portato alla rottura finale dei già precari equilibri tra Marino, allora esponente del Pd, e la sua maggioranz­a in Assemblea capitolina guidata proprio dal suo partito. Inviso al gruppo dirigente renziano e al presi-

IGNAZIO MARINO

I giudici sostengono che in 28 mesi io non abbia mai organizzat­o cene di rappresent­anza, mi pare illogico

dente Matteo Orfini per la sua autonomia, Marino è stato defenestra­to con le dimissioni in massa di buona parte dei consiglier­i della sua maggioranz­a, aiutati da alcuni eletti nei partiti di centro destra. Una frattura che tuttora agita il Pd romano, col paradosso di alcuni consiglier­i comunali dem che ieri hanno rivendicat­o la scelta delle dimissioni, che di fatto li ha relegati in minoranza in Campidogli­o.

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 ?? Ansa ?? Chirurgo e politico Ignazio Marino è stato sindaco di Roma dal 12 giugno 2013 al 31 ottobre 2015
Ansa Chirurgo e politico Ignazio Marino è stato sindaco di Roma dal 12 giugno 2013 al 31 ottobre 2015
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