Ubs, i buchi nella difesa di De Benedetti: la “conferenza sul tema” non c’è mai stata
“La banca svizzera consigliò di comprare azioni delle Popolari”. Ma non risulta
La
linea di difesa già non dimostrava molto, ma ora si scopre che forse non sta proprio in piedi. Mercoledì, dopo le polemiche per gli acquisti sulle banche popolari alla vigilia della riforma, un portavoce dell’Ingegnere aveva diffuso questa nota: “Non vi è stato alcun abuso di informazione privilegiata da parte sua. L’approvazione della norma era ampiamente nota, al punto che Ubs ( colosso bancario svizzero, ndr) aveva tenuto una conferenza stampa sul tema due settimane prima, presso la Borsa di Milano, consigliando di acquistare azioni delle Popolari”.
Detto che “l’informazione privilegiata” per commettere un abuso non era la norma in sé, ma che venisse approvata per decreto (solo un provvedimento d’urgenza avrebbe fatto schizzare i titoli in Borsa, come poi è accaduto il 20 gennaio), la versione cozza con quanto accaduto realmente. Ubs non commenta, ma fonti qualificate riferiscono al Fat to che non avvenne nulla di quanto detto nella nota. Nes- suna “conferenza stampa” sul tema Popolari: non “due settimane prima della riforma”, ma il 15 e 16 gennaio – cioè nei giorni in cui De Benedetti incontra Renzi, che gli dice della riforma, e poi investe nei titoli – Ubs tenne, come da 18 anni a questa parte, la consueta F inancial conference a Milano, nell’hotel Four season (non alla Borsa). IL MEETINGserve a mettere in contatto 150 investitori con le società italiane. Nessun manager Ubs parlò della riforma, perché nessun manager della banca svizzera tenne presentazioni: Ubs gestisce solo gli incontri. Il Sole 24 Ore anticipò l’evento spiegando che a tenere banco sarebbero state le dimissioni del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano appena avvenute, il Quantitative easing della Bce e possibili operazioni di risiko bancario, tra cui le banche popolari. Le agenzie che seguirono il meeting non parlano mai della riforma.
La nota diffusa dall’entou- rage del patron del gruppo Espresso segue la linea già usata da Renzi: della riforma delle Popolari si sapeva prima dell’incontro a Palazzo Chigi in cui i due ne parlarono. “Io l’ho sempre detto, c’era persino una agenzia, che quella riforma sarebbe stata fatta”, ha spiegato mercoledì il segretario del Pd riferendosi alla prima notizia battuta dall’ Ansa il 3 gennaio 2015. Ma nessuno dei protagonisti della vicenda spiega quando è mai uscita la notizia che la riforma sarebbe stata fatta per decreto, peraltro le indiscrezioni precedenti il 16 gennaio parlavano sempre di un prov-
MATTEO RENZI
Se qualcuno ha usato informazioni per far questo io stesso chiederò un’indagine alla Consob e pagherà 3 FEBBRAIO 2015
vedimento previsto per marzo o la primavera. Solo alle 18 del 17 gennaio, cioè il giorno dopo che De Benedetti fece acquistare al suo broker, Gianluca Bolengo 5 milioni di titoli delle popolari ( guadagnandoci 600 mila euro) l’Ansa annunciò l’imminente riforma. Una decisione repen- tina, infatti il giorno dopo Repubblica parlò di“blitz di Matteo Renzi nel mondo del credito”.
IL 3 FEBBRAIO 2015, mentre divampavano le polemiche per gli strani rialzi in Borsa dei titoli prima dell’approvazione della riforma, Renzi reagì furente: “Se qualcuno ha utilizzato informazioni riservate per far questo io stesso chiederò un’indagine rigorosa alla Consob e ad altri, così che pagherà fino all’ultimo centesimo e all’ultimo giorno”. Riletta oggi, fa tutto un altro effetto.