VOTO DA BALLOMETRO: A CHI SPARA PIÙ IN ALTO
Partita la campagna elettorale è scattato il ballometro, la gara a chi la spara più grossa. Prepariamoci a un’ondata di falsità. Da qualche tempo ci si occupa molto delle fake news, come se le notizie false fossero nate solo di recente. In tempo di feste natalizie per esempio nessuno si è mai chiesto della più antica, assimilata come vera da parecchi secoli. Mi riferisco al 25 dicembre, data della nascita di Gesù, un autentico falso. Nessuna fonte storica e tanto meno le scritture sacre hanno mai detto che il Nazareno sia nato quel giorno, semplicemente perché non è vero.
INFATTI il 25 dicembre è una festività tutta pagana, quando a Roma e nell’impero si celebrava la festa del dio Mitra ( Deus Sol Invictus), una divinità di origine orientale. Prendendo a prestito l’immagine della luce del sole e di Gesù venuto “per illuminare” il mondo, fu nel Terzo secolo dopo Cristo che si stabilì come tale data dovesse certificare la nascita del Messia. Lo spiega bene Famiglia Cristiana quando scrive che “la celebrazione del 25 dicembre, come commemorazione della nascita di Gesù Cristo è una data di cui non si trova traccia nei Vangeli, fu probabilmente scelta per sostituire la festa del Sole invitto”. Siamo dunque di fronte a una verità senza alcun fondamento, ma che impor- ta? Le fake news sono sempre esistite e non hanno mai fatto male a nessuno. Neppure quando Orson Welles scatenò il panico il 30 ottobre 1938 annunciando via radio l’invasione degli alieni. Le notizie false o vengono presto smentite, oppure digerite come vere perché fanno comodo. Pensiamo davvero che il pubblico creda a certe bufale? Non sono somari, trattasi di gente comune alla quale fa comodo credere che Berlusconi sia stato ingiustamente condannato o che la Boschi sia stata una ministra immacolata. C’è di peggio delle notizie false, basta pensare a una tematica ingiustamente lasciata cadere dall’intellighenzia italiana, forse perché espressa da uno scrittore, Mario Vargas Llosa, da noi ritenuto di cultura conservatrice, pur avendo vinto il Nobel della letteratura nel 2010. Stiamo parlando di un tema quanto mai attuale: “l’oscurantismo bugiardo”, fratello di sangue delle fake news. Rappresenta il punto più aberrante della nostra società, quando vengono passate per vere informazioni bugiarde che non vengono smentite. In tempo di elezioni ne saremo inondati. Il mondo in cui siamo immersi è talmente circondato dal mendace che distinguerlo dal vero è diventata impresa da titani. Viene in mente Niklas Luhmann, il sociologo e filosofo tedesco, quando afferma che troppa informazione “non illumina più”. Di qui il dilagare di notizie che nessuno riesce ad arginare, fino a soccombere. È l’avvento della risonanza mediatica del paese dei balocchi. Scrive Vargas Llosa che “aveva da un po’ di tempo la sgradevole sensazione di essere preso in giro”. Visitando mostre e biennali (il riferimento è a quella di Venezia), assistendo ad alcuni spettacoli, vedendo determinati film, leggendo certi libri, “lo coglieva la sensazione di essere indifeso di fronte a una sottile cospirazione per farlo sentire incolto o s tu pi do ”. Insomma veniva smerciato per oro un vil metallo. Chi non ha provato la stessa sensazione di fronte a una performance incomprensibile, oppure a teatro assistendo a una pièce degli imitatori di Ionesco? Io di recente ho visto un film lodato dalla critica, non ho capito nulla e sono uscito pensando di essere un idiota. Lo scrittore peruviano invece non s’è arreso e ha deciso di approfondire, arrivando alla conclusione che se non c’è modo di sapere cosa sia informazione, tutto lo è e al tempo stesso nulla lo è.
L’ASSOLUTISMO del falso e dei suoi sinonimi dominano tutto ciò che viene rimbalzato sui media, complice la rete. I candidati alle elezioni sono partiti in quarta e ogni giorno sparano cartucce a salve che appaiono sensazionali e dunque fanno notizia. Possiamo difenderci da tanta offensiva? La risposta è sì, ci dice lo scrittore: “sarebbe una tragedia se proprio in un’epoca in cui c’è un progresso tecnologico, scientifico e materiale straordinario” l’informazione si trasformasse in qualcosa di marcio. Qual è dunque il pericolo quando siamo assaliti dal sospetto di non capire se un’informazione è vera o falsa? Torno alla citazione: “c’è un oscurantismo bugiardo che identifica la profondità con l’oscurità”, confondendo le acque in cui naviga il falso e facendolo apparire come vero. Cosa comporta per noi spettatori l’ondata di oscurantismo che spazia dalle presenze in tv dei soliti ciarlatani al fiume di tweet dei politici nostrani? Comporta un “quadro di valori completamente confuso, il sacrificio della visione a lungo termine in cambio dell'immediato”. Volando un po’ più in basso, viene in mente il nostro caro Renzi. Ha fatto della dea immediatezza il suo vessillo e ora la sta pagando. Stiamo attenti a non rotolare con lui.