“Invece di parlare, lavorino: sui rifiuti decide la Regione”
La sindaca di Roma: “Il premier mi attacca, ma io lavoro bene con molti ministri”
“Il Pd ha impostato la campagna elettorale su Spelacchio. E questo basta già per capire come è messo”. La sindaca di Roma Virginia Raggi sorride.
Il presidente del Consiglio Gentiloni l’ha definita “riluttante” e “sospettosa”. E potrebbe avere ragione, no? Io lavoro molto bene con diversi ministri, fuori dai riflettori.
Non si direbbe.
Con il ministro ai Trasporti Delrio abbiamo stanziato i fondi per la metro A e B, assieme al ministro dell’Interno Minniti lavoriamo alla gestione dei migranti e con la responsabile dell’Is tr uz io ne Fedeli abbiamo un bel progetto comune sull’autismo. Gentiloni però è stato dritto: manca “l’efficienza”.
Io sono efficiente, lavoro 16 ore al giorno. E ho voglia di collaborare, con tutti.
Lo dica al ministro Calenda, che ha creato un tavolo per Roma. Oggi ha detto che “non si può aspettare di vedere passare il cadavere del--
la città”.
Quanto sentito oggi è la dimostrazione pratica di come e perché ha voluto fare quel tavolo, dove il Mise ha portato zero soldi e molti proclami. Calenda ripete che lei è immobile.
Il Comune ha partecipato a 62 incontri, siamo sempre anda- ti. E nel frattempo abbiamo attivato progetti come i semafori intelligenti: sono già 42. Calenda lo descriveva come un suo progetto, invece era nostro. E l’abbiamo realizzato. È sorpresa per l’attacco di Gentiloni? Era sempre stato pacato, anche con lei. Evidentemente siamo in campagna elettorale. Ma ripeto, il Pd da giorni punta su un albero di Natale, Spelacchio, invece di parlare di scuola e di lavoro. E peraltro è stato anche un autogol: la gente si è affezionata a quell’albero. Insistono anche sui rifiuti. Roma rischia sempre l’emergenza, e nella gestione dei rapporti con le Regioni la sua Giunta pare molto confusa. Nessuna confusione. Gli accordi sullo smaltimento dei rifiuti sono solo e unicamente tra Regioni, i Comuni non possono e non devono mettere bocca. È la legge.
C’è anche la politica. Per esempio, lei non ha più mandato i rifiuti in Emilia per non fare un favore a una giunta del Pd. O no?
Glielo ripeto, non siamo noi ma le Regioni a chiudere questi accordi, ed è l’Ama, la municipalizzata dei rifiuti, che deve sollecitarli. Per questo mi sorprende molto che i governatori dell’Emilia e dell’Abruzzo abbiano chiesto un mio intervento, o che il sindaco di Parma Pizzarotti pretenda che io gli chieda aiuto. In ottobre l’Ama aveva contattato la Regione Lazio per chiederle di attivare intese con altri enti. Hanno risposto dopo un mese e mezzo, sostenendo che si era rotto un software. Poi ho sollecitato il governatore Zingaretti e la risposta è ar- rivata in 24 ore.
Può giurare che Roma non sarà invasa dai rifiuti? Ama sta chiudendo gli accordi con società private per smaltire parte dei rifiuti e mettere in sicurezza la città. Ma noi abbiamo già ripristinato la legalità, sottraendo Roma al giogo della società di Cerroni, il padrone della ex discarica di Malagrotta. Sarà, ma Roma è piena di guai. E voi ci mettete del vostro: un altro assessore sta per saltare, e avete molti altri problemi interni. Nessuno sta per saltare. Ne ho cambiato alcuni, è vero, ma lo rifarei, perché il programma viene prima di tutto. Però la squadra è coesa, anche se lavorano per dividerci.
Lei invoca poteri per il Comune: quali?
Roma deve poter confrontarsi con le altri capitali europee, ma non ha gli strumenti per farlo. Le faccio un esempio: per i trasporti deve passare attraverso la Regione e questo allunga i tempi, è un tappo burocratico. Servono leggi per superare tutto questo.
Sono efficiente, lavoro 16 ore al giorno. Calenda fa solo proclami e non mette soldi. Gli assessori cambiati? Lo rifarei