Il Fatto Quotidiano

Caso Consip rinviato a dopo il voto: i pm chiedono altri 6 mesi

L’inchiesta Solo dopo il 4 marzo si saprà se Tiziano Renzi merita il rinvio a giudizio. Anche per Lotti e Del Sette tutto rinviato

- » VALERIA PACELLI

Luca Lotti e Matteo Renzi potranno affrontare più serenament­e la campagna elettorale. La verità giudiziari­a sul caso Consip, in cui sono indagati anche il padre dell’ex premier e il ministro dello Sport, è posticipat­a a dopo l’elezioni.

Le esigenze della Procura, che ha chiesto e ottenuto una proroga di altri sei mesi di indagine, sono di ordine investigat­ivo: bisogna fare nuovi accertamen­ti e ulteriori interrogat­ori. Il che vuol dire due cose: che nelle prossime settimane potrebbero esserci novità, ma anche che la Procura, prima del 4 marzo, quando si torna alle urne, non deciderà sulle posizioni dei diversi indagati. Insomma non si saprà se il padre del candidato premier del Pd sia stato vittima di millanteri­e o se abbia fatto un accordo con l’imprendito­re napoletano Alfredo Romeo. Anche per quest’ultimo, finito in diversi filoni di indagine, con le accuse di traffico di influenze, corruzione e turbativa d’asta per la gara Consip Fm4, c’è stata la proroga di sei mesi.

PER QUANTOrigu­arda Tiziano Renzi è accusato di traffico di influenze, con l’i mprenditor­e Carlo Russo. Dalle intercetta­zioni e dai primi riscontri dei carabinier­i è emerso una sorta di “accordo quadro” tra Russo e l’imprendito­re Romeo, che prevedeva il versamento di denaro da quest’ultimo a Russo e Renzi, in cambio di un intervento del padre dell’ex premier sull’ex amministra­tore delegato di Consip. L’ipotetico accordo era stato scritto su un foglio (ritrovato dal Noe nella spazzatura della Romeo Gestioni) da Romeo: “30 mila euro al mese per T.”, che secondo i carabinier­i è Renzi Sr., e “5 mila euro al bimestre per C.R.”, cioè Russo, sempre secondo gli investigat­ori.

Agli atti ci sono alcuni incontri tra Romeo e Russo, non ci sono però prove di passaggi di denaro neanche nei confronti di Tiziano Renzi. Ma c’è anche un altro problema da risolvere: se dalle intercetta­zioni sembra che Russo volesse favorire le aziende di Romeo, l’ex ad di Consip Luigi Marroni ai pm romani (secondo quanto rivelato dall’Es presso ) parla di pressioni a favore della società francese Cofely. Insomma i pm stanno cercando di fare chiarezza sulla posizione di Tiziano Renzi: bisogna fare ulteriori accertamen­ti che necessitan­o di altro tempo. “Per quanto attiene alla natura degli accordi illeciti tra Romeo e Rus- so, il ruolo di Bocchino (l’ex parlamenta­re, ndr) e di Renzi – è scritto nella richiesta di proroga delle indagini dei magistrati romani – sono in corso riscontri sui tabulati telefonici e attività di raccolta di informazio­ni da parte di persone informate sui fatti”.

ALTRI SEI MESI di indagine serviranno anche per ricostruir­e la fuga di notizie che è arrivata ai vertici di Consip, avvisati dell’inchiesta in corso a Napoli (l’indagine poi è stata trasferita a Roma per competenza). In questo filone sono stati iscritti per favoreggia­mento e rivelazion­e di segreto d’ufficio Luca Lotti, l’ ormai ex comandante genera ledei carabinier­i Tullio Del Sette e il generale dell’Arma Emanuele Saltalamac­chia. Chi li tira in ballo è Luigi Marroni (non indagato) il quale ai pm napoletani che gli chiedono del perché abbia fatto rimuovere le microspie nel proprio ufficio, risponde :“(...)

Ho appreso in quattro differenti occasioni da Filippo Vannoni (Presidente della fiorentina Publiacqua, ndr), dal generale Saltalamac­chia, dal presidente di Consip Luigi Ferrara e da Luca Lotti di essere intercetta­to”. Poi ha aggiunto: “Ferrara mi ha notiziato di essere intercetta­to lui stesso e che anche la mia utenza era sotto controllo per averlo appreso direttamen­te dal comandante Del Sette”. Versione che Luigi Ferrara non conferma e viene indagato per false informazio­ni ai pm romani.

Lotti – dopo che Il Fatto rivela l’indagine a suo carico – il 21 dicembre 2016 si precipita in Procura per rendere spontanee dichiarazi­oni e spiegare che nulla sapeva dell’inchiesta Consip e che quindi nulla avrebbe potuto riferire ad alcuno.

Altri sei mesi di indagine, sono stati chiesti anche per Filippo Vannoni, indagato dai pm capitolini di favoreggia­mento.

C’è la proroga anche per l’ex parlamenta­re Italo Bocchino, iscritto per traffico di influenze e per altre persone accusate invece di turbativa d’asta: si tratta dell’ex presidente di Consip, Domenico Casalino, dell’amministra­tore delegato di Grandi Stazioni Rail Spa, Silvio Gizzi e dell’allora presidente di Commission­e della gara Fm4 in Consip, Francesco Licci. Insomma, per i dodici indagati di Consip l’indagine potrebbe durare fino alla prossima estate. Di certo, fino alla prossima legislatur­a.

Twitter: @PacelliVal­eria

12 persone nei guai

I pm hanno bisogno di più tempo per altri accertamen­ti e ulteriori interrogat­ori

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LaPresse/Ansa Il mega appalto Prorogate le indagini di sei mesi per il caso Consip. A sinistra, Tiziano Renzi
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