Per Woodcock “processo” elettorale
Udienza al Csm fissata meno di due settimane prima delle urne
Piomberà
in piena campagna elettorale il processo disciplinare del Csm a Henry John Woodcock e potrebbe diventare l’occasione di buttarla in caciara politica. Gli ingredienti ci sono tutti: la tempistica, la natura di una delle incolpazioni (il pm che parla troppo con la stampa delle sue inchieste dal grande appeal mediatico), l’oggetto delle indagini del pm di Napoli, penetrate sino al Giglio Magico di Matteo Renzi.
FORSE è solo un caso, ma attenzione alle date. L’udienza davanti al Csm del pm di Napoli che ha aperto il caso Consip e disposto le intercettazioni di Tiziano Renzi è stata fissata per il 19 febbraio. Meno di due settimane prima delle elezioni. La richiesta del procuratore generale della Cassazione Pasquale Ciccolo di ‘processare’ Woodcock – e la pm Celestina Carrano, ma lei risponde, con Woodcock, solo della mancata iscrizione di Filippo Vannoni - risale al 23 novembre. Uno degli ultimi atti di Ciccolo, poco più di un mese prima di andare in pensione. Fis- sare il ‘processo’ a febbraio su richiesta di novembre è un tempo normale per il Csm. La richiesta è arrivata al termine di un’istruttoria iniziata a fine aprile con la stesura e la notifica del capo d’incolpazione, finito sui giornali il 9 maggio. Un’istruttoria rapida rispetto ai tempi della Procura generale, anche in considerazione della delicatezza del caso, una frattura all’interno della Procura napoletana. Il pg della Cassazione ha infatti promosso l’azione disciplinare in seguito a una relazione di Nunzio Fragliasso, all’epoca procuratore reggente da tre mesi. Fragliasso ha contestato a Woodcock una intervista su Repubblica il 13 aprile 2017 con alcune considerazioni sull’ inchiesta Consip e sulle accuse mosse in quei giorni dalla Procura di Roma all’ investigatore del Noe Gianpaolo Scafarto. Andò in pagina il giorno dopo u- na precisa disposizione di Fragliasso ai pm: mantenere il massimo riserbo con la stampa. Ma non era un’intervista: Re pu b bl i ca at t ri bu ì quelle frasi a Woodcock come colloqui privati con colleghi e poi nel suo blog Liana Milella, autrice dell’articolo, ha spiegato che il suo colloquio con Woodcock avvenne l’11 aprile: “Con Woodcock ho scambiato opinioni sul caso Consip, rispetto alle quali il pm ha continuato a ripetere, più e più volte, che si trattava di considerazioni del tutto riservate, e non certo destinate alla pubblicazione”.
A LEGGERE il verbale dell’ex procuratore capo di Napoli Giovanni Colangelo, il pm non doveva nemmeno finire davanti al Csm. Colangelo ha guidato Woodcock per cinque anni e lo conosce bene. E dice: “Sino a quando sono stato procuratore posso dire che non vi sono state violazioni del dovere di riserbo da parte di Woodcock con la stampa”. E a proposito della pubblicazione sul Fatto dell’intercettazione tra Matteo Renzi e il generale della Finanza Michele Adinolfi: “Woodcock aveva correttamente omissato gli atti, compresa la famosa telefonata”. Colangelo ricorda la prudenza con cui il suo pm dispose l’intercettazione di Tiziano Renzi: “Eravamo ormai in prossimità del referendum costituzionale e ci rendevamo conto dell’estrema delicatezza della situazione… dissi a Woodcock di agire con estrema cautela… uno o due giorni dopo Woodcock venne da me dicendomi di voler rinviare le intercettazioni a dopo il referendum”. Fu una questione di opportunità. Il Csm invece inizierà il processo a Woodcock prima del voto.