Il Fatto Quotidiano

L’Autorità si è fatta condiziona­re dalle pressioni della politica

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mia personale visione delle cose, la decisione dell’Agcom non è una decisione autonoma. Sto dicendo che queste nuove regole sono il frutto del malcontent­o politico di qualcuno; quindi le pressioni dall’alto e adesso questa sorpresa per la campagna elettorale. Mi fanno sorridere due punti della normativa: il primo, relativo alla “questione di genere”: posso mai io prendermi la briga di alternare i generi degli ospiti, posso perdere tempo dietro a queste formalità? Ma stiamo scherzando? La seconda, che riguarda la dicitura “sensibilit­à culturale dell’ospite”. In parole povere: dimmi chi sei, cosa pensi e per chi voti. E chi sono io per fare una domanda simile? Lo trovo di una scorrettez­za inaudita. Questa è una violazione bella e buona. E sfioriamo il ridicolo anche per il telespetta­tore, che viene messo davanti all’idea che sia lui stesso troppo sciocco per capire quello che sta guardando, e di non essere abbastanza abile da discernere un ospite dall’altro. Toccherà mettere un identifica­tivo sulla giacca come per gli ospiti di Maria De Filippi.

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Ex Rai, conduce su La7 “Non è l’Arena”

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