Il Fatto Quotidiano

Martin, ti ri-presento Angela Große Koalition la trionferà

Riproposta la formula di governo bocciata dagli elettori. Schulz deve convincere l’Spd

- » MATTIA ECCHELI

Una settimana per accordarsi con gli “a v v e r s ar i ”, otto giorni per convincere il suo partito. Il futuro di Martin Schulz, segretario della Spd, dipende dal congresso straordina­rio dei socialdemo­cratici, che meno di un anno fa lo aveva eletto con un clamoroso 100% dei consensi.

La notte tra giovedì e venerdì è stata decisiva per le consultazi­oni tra Cdu, Csu ed Spd, che hanno chiuso cinque giorni di incontri con una maratona di quasi 24 ore cui hanno preso parte la cancellier­a Angela Merkel, il governator­e della Baviera Horst Seehofer o lo stesso ex presidente dell’Europarlam­ento.

LE DELEGAZION­I hanno dato il via libera unanime al documento di 28 pagine con il quale vengono spalancate le porte ad una riproposiz­ione della grande coalizione. La GroKoè il governo uscito umiliato dal voto federale dello scorso autunno. Il 24 settembre gli elettori avevano sottratto ai tre partiti più del 14% dei voti. Dopo il disastroso esito delle trattative per la formazione di un esecutivo “Giamaica” che avrebbe portato più sigle al governo (cristiano democratic­i, cristiano sociali, liberali e verdi) che all'opposizion­e (Spd, Afd e Linke) ha prevalso la realpoliti­k. Schulz adesso deve temere gli oppositori interni contrari all'intesa: non solo i giovani socialdemo­cratici, ma anche la sinistra del partito, che hanno liquidato come “vergognosi” i risultati delle consultazi­oni. Un giudizio quasi più severo di quello delle minoranze. Di sicuro di quello di Christian Lindner, il segretario della Fdp che aveva fatto saltare le consultazi­oni in novembre: ha dichiarato che il documento “contiene passaggi migliori rispetto a quelli possibili per un governo con i Verdi”.

Nel commentare l'intesa a tre, Schulz aveva spiegato di aver cominciato a discutere “senza tracciare linee rosse, ma per ottenere politiche rosse”. Ammesso che vengano poi trasferite nel contratto di coalizione, sono politiche che hanno come perdenti i richiedent­i asilo, che verranno ac- Soddisfatt­i i conservato­ri: tetto massimo di richiedent­i asilo fra 180 mila e 220 mila Schulz rinuncia alla proposta di una assicurazi­one sanitaria di cittadinan­za colti in strutture centralizz­ate, dove verranno anche elaborate le domande e da dove scatterann­o gli eventuali rimpatri.

Il tetto dei 200.000 arrivi, vessillo del conservato­re Seehofer, non è stato ufficializ­zato, ma all'anno verranno accolte tra 180.000 e le 220.000. I ricongiung­imenti familiari per i rifugiati non potranno essere più di mille al mese: i socialdemo­cratici ne chiedevano 40.000. Schulz non è riuscito a far passare nemmeno l'aumento dell'aliquota fiscale massima, dal 42 al 45%, non ha strappato l'assicurazi­one sanitaria di cittadinan­za, ma ha ottenuto che i contributi vengano spalmati equamente tra occupati e datori di lavoro: la decisione costerà almeno 5 miliardi, ha già lamentato il sistema imprendito­riale. La Spd ha portato a casa la fine del divieto di supporto federale al sistema scolastico a beneficio delle pari opportunit­à geografich­e. Al reinserime­nto dei disoccupat­i di lungo corso è stato destinato un miliardo in più.

I VERTICI dei tre partiti hanno di fatto avallato uno slittament­o dei tempi per raggiunger­e gli obiettivi ambientali del 2020 e deciso che il piano per l'addio anche al carbone verrà messo a punto entro la fine dell'anno e portato avanti nel tempo salvaguard­ando così posti di lavoro in due regioni governate dalla Cdu, Saarland e Nord Reno Westfalia. L'importo delle pensio-

I punti Sinistra in rivolta Per una parte dei socialdemo­cratici, “vergognosi” i risultati delle consultazi­oni

ni è stato garantito fino al 2025 ad almeno il 48% e gli assegni familiari saliranno entro il 2021 di 25 euro mensili.

Nel pubblico impiego verranno introdotte le quote rosa ma, soprattutt­o, la Germania sosterrà un'Europa più forte non solo a parole, disposta ad aumentare il contributo a Bruxelles. Secondo Seehofer, il documento è un messaggio agli elettori: “È la dimostrazi­one che abbiamo capito”.

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Ansa Vecchi amori Horst Seehofer (Csu), Angela Merkel (Cdu) e Martin Schulz (Spd)

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