Il “giustizialista” Messina: “Ma loro sono cambiati”
Prima che i grillini gridassero “onestà, onestà”, c’erano le Mani Pulite di Antonio Di Pietro e dell’Italia dei valori. Il tempo passa e oggi l’Idv ha vent’anni esatti. L’ex pm molisano non c’è più e il segretario è Ignazio Messina, siciliano di Sciacca. Messina fu “retino” di Orlando e poi fondatore del partito dipietrista, basato sulla questione morale. Il suo mandato è iniziato nel 2013, all’indomani della disastrosa avventura di Rivoluzione civile guidata da Antonio Ingroia e che includeva tra gli altri anche Di Pietro e Luigi de Magistris. Oggi, l’Idv è ritornata nel centrosinistra, seppur renziano, e si ritrova nella gambetta di centro con a capo Beatrice Lorenzin, ex berlusconiana.
Messina, questa è una mutazione genetica. Gli ex berlusconiani sono una specie garantista senza speranze.
Il mio dna non è cambiato: lotta alla corruzione, questione morale, legalità.
Pilastri che potrebbero vacillare in quella compagnia. Mi perdoni, sono gli altri che si sono avvicinati a noi, e non viceversa. Noi non ci siamo mai mossi.
Quindi nessun fastidio o sospetto? I garantisti si sono normalizzati, diciamo così. Anzi, fa piacere vedere persone con storie diverse che si ritrovano su valori comuni, a partire dalla ministra Beatrice Lorenzin. Non lo dimentichi, sono loro che vengono nel centrosinistra.
La vostra collocazione sin dai tempi di Prodi.
Senza mai abbandonare la li- nea legalitaria. Torniamo nel centrosinistra dopo la devastante esperienza di Rivoluzione civile.
Un disastro.
Un evento traumatico.
Poi l’Idv ha scelto lei come leader. Si ritiene un giustizialista?
Che cosa intende per giustizialista?
Il segretario dell’Idv è lei. Se intende qualcuno che utilizza la giustizia per uso personale, non sono giustizialista.
Ovviamente.
Altrimenti se intende l’applicazione delle leggi e del codice penale sono giustizialista.
Non fa una grinza.
Io da sindaco di Sciacca ho lottato contro la mafia e lo testimoniano tutti i miei atti amministrativi.
È vero che il vostro ingresso nella Civica Popolare di Lorenzin è stato possibile grazie ad Alfano?
Sì, tutto è partito da una sua telefonata, siamo entrambi della stessa provincia, quella di Agrigento. Ero nei miei vigneti quando mi ha chiamato.
Cosa le ha detto?
Voleva darmi l’appoggio per la raccolta di firme che abbiamo fatto sulla legittima difesa nella propria abitazione.
Sicurezza e legalità. Hanno firmato due milioni di persone, il 7 per cento della popolazione, altro che Salvini. Tutte firme certificate e consegnate al presidente del Senato, Grasso. Il nostro testo d’iniziativa popolare è in commissione Giustizia.
Se ne parla alla prossima legislatura. Lei si candida? Stiamo discutendo.
Il nostro dna è sempre quello: questione morale e lotta alla corruzione. Fa piacere che persone con storie diverse s’incontrino