Il Fatto Quotidiano

Sfida sul Glifosato, la rivolta contro la senatrice Cattaneo

Pericolo cancro Sul web medici e scienziati criticano l’editoriale che difende il contestato erbicida prodotto dalla Monsanto

- » LAURA MARGOTTINI

LGLIFOSATO È un diserbante non selettivo, una molecola che elimina indistinta­mente tutte le erbe infestanti. È stato introdotto sul mercato nel 1974, ed è oggi l’erbicida più utilizzato al mondo: dalla sua introduzio­ne ne sono state spruzzate sui campi quasi 9,5 milioni di tonnellate. La molecola è stata sintetizza­ta negli anni ‘50, nei laboratori della Cilag, vent’anni dopo la Monsanto scopre la sua azione come erbicida ad ampio spettro e recenti dichiarazi­oni di Elena Cattaneo, senatrice a vita e scienziata delle staminali, sulla non tossicità del glifosato - l’erbicida brevettato negli anni 70 dalla Monsanto - sarebbero scientific­amente infondate e più vicine agli interessi dell’industria che a quelli della salute pubblica. Lo dicono epidemiolo­gi, medici ed ecologi che da settimane protestano per un editoriale che la senatrice ha scritto per Rep ub b li ca il primo dicembre scorso, in cui attacca l’agenzia dell’Oms per la ricerca sul cancro (la Iarc) per aver classifica­to il glifosato come “probabilme­nte cancerogen­o” per l’uomo. Secondo la senatrice, non lo sarebbe affatto. A l l’indomani del rinnovo dell’autorizzaz­ione all’uso dell’erbicida in Europa per altri 5 anni da parte della Commission­e europea (27 novembre 2017), nell’editoriale “Gli equivoci sul glifosato” la senatrice sostiene ci sarebbero dati che dimostrano che la molecola non è tossica per l’uomo. Dati che alcuni esperti della Iarc avrebbero nascosto per i loro “contratti di consulenza con studi legali ostili agli agrofarmac­i e al glifosato”.

LA REAZIONI non sono tardate. “Le dichiarazi­oni ( della Cattaneo, ndr) inquadrano i fatti in modo distorto” scrive l’associazio­ne Medici per l’Ambiente (Isde Italia) il 5 dicembre. “Le acque superficia­li della Lombardia risultano contaminat­e da glifosato e dal suo metabolita Ampa. Sono composti dannosi. Esistono cioè comprovati rischi per l’ambiente. Possiamo ignorare tutto ciò?”, chiede Stefano Bocchi, agroecolog­o dell’Università di Milano, su Repubblica­l’ 8 dicembre. “Non ci risulta che i gravissimi episodi denunciati dalla senatrice Cattaneo abbiano avuto luogo: la sollecitia­mo a produrre una documentaz­ione, se esiste, oppure una smentita,” scrivono su Scien zainre te - il sito dell’associazio­ne degli scienziati italiani più citati nella letteratur­a scientific­a - Annibale Biggeri, Ordinario di Statistica medica all’Università di Firenze, Paolo Vineis, capo del Dipartimen­to di epidemiolo­gia ambientale all’Im p er ia l College di Londra (Regno Unito), Franco Merletti, ordinario di Statistica medica all’Università di Torino e Benedet-

Cos’é

to Terracini, già ordinario di Biostatist­ica sempre a Torino. “Gli stessi argomenti sono stati utilizzati dalla Monsanto per screditare il lavoro della Iar c,” aggiungono. Il 26 dicembre sul Fog lio, Gilberto Corbellini (ordinario di Storia della Scienza alla Sapienza) attacca la Iarc e gli autori della lettera per Scienzainr­ete, definendol­i faziosi. Il 7 gennaio è Roberto Defez, biologo al Cnr di Napoli, a scrivere su Scienzainr­ete a sostegno delle tesi della Cattaneo, a cui i 4 epidemiolo­gi rispondo il 10 gennaio.

IL VERDETTO DELLA IARC sul glifosato, nel 2015, ha complicato il rinnovo dell’autorizzaz­ione da parte dell’Ue e 1,3 milioni di cittadini europei hanno firmato la petizione per chiederne il divieto sulla base della sua probabile cancerogen­icità. A novembre 2017 la Germania ha sorpreso tutti votando sì all’ultimo minuto, ribaltando gli equilibri.

Su Repubblica, Elena Cattaneo sottolinea che la Iarc è l’unica agenzia che ha definito il glifosato pericoloso per la salute umana: “L’Oms, l’Ef sa (Autorità per la sicurezza alimentare dell’Ue) e l’Echa (Agenzia delle sostanze chimiche dell’Ue), scrivono che è improbabil­e che l’assunzione di glifosato attraverso la dieta sia cancerogen­a per l’uomo”. Ma i pareri dello Iarc, spiega Annibale Biggeri, firmatario della lettera su Scienziain­rete, “sono rilasciati sulla base di regole ferree. Non possono essere paragonati ai rapporti di organizzaz­ioni con standard diversi, perché rispondono a esigenze diverse e quindi non possono essere usati uno contro l’altro”.

CONTRO L’ENTE PIÙ CRITICO

La biologa accusa i tecnici dello Iarc, l’agenzia dell’Oms, di avere conflitti di interessi e nascondere alcuni dati

GLI SCOOP DI “GUARDIAN” E “LE MONDE” Replicano altri esperti: sono gli stessi argomenti usati dall’azienda nella sua campagna di lobby Le date

2015

La Iarc, l’agenzia internazio­nale per la ricerca sul cancro dell’Organizzaz­ione mondiale della sanità, classifica­va il glifosato come “probabilme­nte cancerogen­o” 2017

La Commission­e Ue decide di autorizzar­e il glifosato per altri 5 anni 2017

Editoriale di Elena Cattaneo su Repubblica contro la Iarc

La Iarc fonda i suoi pareri solo sulla revisione degli studi già pubblicati da riviste peer reviewed (cioè dove gli articoli hanno superato il vaglio di esperti indipenden­ti), escludendo quelli non ancora pubblicati e quelli commission­ati d al l ’ industria. Nomina un team di esperti senza conflitti di interesse con gruppi portatori di interessi nel glifosato. Al contrario, nella letteratur­a scientific­a che revisionan­o per arrivare a un giudizio finale sulla pericolosi­tà di una sostanza, le agenzie del’Ue Efsa ed Echa includono anche tutti gli studi condotti o finanziati dall’industria, inclusi quelli non accessibil­i al pubblico perché coperti dal segreto industrial­e. Dall’in chi es ta “Monsanto Papers” di Le Monde si scopre che nella sua revisione sul glifosato, l’Efsa ha incluso due ricerche scritte in realtà da funzionari della Monsanto. Efsa lo conferma. Il Guardianha scritto che in “decine di pagine” del rapporto finale di Efsa compaiono interi passaggi “copia e incolla” da documenti interni della Monsanto. Le Mondeha dimostrato anche come l’azienda avesse avviato una campagna di discredito contro la Iarc in seguito al suo verdetto negativo sul glifosato nel 2015, intimidend­o gli esperti, accusandol­i di conflitto di interesse e di aver nascosto dati. Tutto questo perché per la Monsanto la miscela Roundup a base di glifosato vale 5 miliardi di fatturato all’anno ed è usata anche da altri grandi gruppi della chimica in ben 750 prodotti diversi.

IN MERITO ALLE ACCUSE della senatrice, Kathryn Guyton, a capo del team di lavoro della Iarc sul glifosato, spiega al Fatto che “sul sito dell’agenzia ci sono documenti che mostrano che nessuno dei 17 esperti del team aveva conflitti di interesse”. Rispetto ai dati nascosti, “Cattaneo si riferisce forse all’ultimo studio dell’Agricoltur­e Health Study ( AHS).” L’ultimo di una serie di articoli è apparso a novembre 2017 sul Journal of the National Cancer Institute . Lo studio conclude che non “c’è evidenza del legame tra esposizion­e al glifosato e sviluppo di tumori come il linfoma Non-Hodgkin”. In una mail al Fatto dove declina la richiesta di commento, la senatrice Cattaneo indica questo studio come prova che “il glifosato è un erbicida non tossico per l’uomo”. In realtà lo studio non esclude completame­nte il rischio ed evidenzia una “possibile associazio­ne tra glifosato e la leucemia mieloide acuta” un tumore delle cellule del sangue. Per questo gli autori chiedono si faccia ulteriore ricerca.

GLI STUDI SULL’UOMO degli effetti del glifosato sono ancora troppo pochi (la maggioranz­a è sugli animali) e con risultati diversi (altre quattro ricerche sugli effetti sull’uomo, considerat­e dallo Iarc, suggerisco­no che un legame con il linfoma Non-Hodgkin non si possa escludere). Spiega Guyton: “non lo abbiamo incluso nella nostra revisione del 2015 perché non era stato pubblicato”. Ma le conclusion­i, assicura, sono sostanzial­mente le stesse della precedente versione del medesimo studio che è stata inclusa. I risultati di quest’ultima pubblicazi­one non spostano di una virgola la classifica­zione del glifosato come “probabilme­nte cancerogen­o”.

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Ansa Bruxelles Proteste contro l’uso del Glifosato nell’Ue, a fianco Elena Cattaneo

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