Il Fatto Quotidiano

Le mazzette dei primi indipenden­tisti

Concession­e di appalti: condannati vertici del partito dell’ex governator­e Mas

- » ELENA MARISOL BRANDOLINI

Ameno

di un anno dall’inizio del processo per il caso Palau, lunedì è arrivata la sentenza che condanna i principali responsabi­li reo confessi dell’appropriaz­ione indebita di fondi e considera l’antica Convergènc­ia Democràtic­a de Catalunya colpevole di ricevere commission­i illegali da un’impresa in cambio di concession­i di opere pubbliche. Félix Millet, ex presidente del Palau de la Música e Jordi Montull, suo braccio destro sono stati condannati rispettiva­mente a 9 anni e 8 mesi di prigione e 7 anni e 6 mesi per essersi intascati ben 22 milioni di euro, mentre sulla figlia di Montull, Gemma, ricadono 4 anni e 6 mesi. Per Daniel Osàcar, unico esponente di Cdc coinvolto, ex tesoriere ai tempi in cui Artur Mas ne era presi- dente, una pena di 4 anni e 5 mesi; Cdc è stata inoltre condannata al pagamento di 6,6 milioni di euro. Prescritto il delitto di corruzione imputato ai dirigenti dell’impresa Ferrovial.

La sentenza di primo grado arriva 8 anni e mezzo dopo la prima irruzione dei Mossos d’Esquadrane­l Palau de la Música; una vittoria dell’associazio­ne dei residenti (Favb), che ha agito come accusa popolare. La difesa ha già annunciato che farà ricorso.

MAS, CHE LA SCORSA settimana si era dimesso da presidente del Partit Demòcrata successore di CDC, giudica la sentenza “d ur a”, sottolinea­ndo il prezzo alto già pagato da Convergènc­ia con la sua dissoluzio­ne. Esquerra Republican­a , riferendos­i esplicitam­ente a Cdc, pretende che il peso della giustizia ricada sui responsabi­li senza eccezioni; la Cup sottolinea la responsabi­lità di Cdc nell’essersi finanziata con mazzette del 4%; Domènech dei Comuns parla “del finanziame­nto illegale di un partito a detrimento di tutti i catalani”; la sindaca di Barcellona Colau chiede l’assunzione di “responsabi­lità politiche oltre quelle giudiziari­e”.

Intanto oggi si apre la nuova legislatur­a catalana frutto delle elezioni del 21 dicembre, con l’appello di 300 giu- risti sulla validità della proclamazi­one di Puigdemont, seppur ancora in esilio in Belgio, come presidente della Generalita­t e l’accordo tra le compagini indipenden­tiste per sostenere l’ex presidente della Regione autonoma.

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LaPresse Puigdemont e Mas

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