IL BOTTONE ROSSO ANTI-FAKE NEWS È UNA FAKE NEWS
Una delle poche cose chiare di questa campagna elettorale è la strategia mediatica dominante: sottolineare lo scontro tra Berlusconi e i grillini, e far passare il Pd come il partito dei responsabili.
B. attacca il M5S – che lo costringe a tornare in campo in quanto “pericolo più grave dei comunisti” – e, in vista del nuovo Nazareno, salva Renzi, in cui aveva “sperato per uscire dalla crisi” e col merito di “aver chiuso con la tradizione comunis ta ”. Temibili sono i grillini. L’ex Cav. da Giletti tocca vette inarrivabili: “L’Europa è molto preoccupata di una vittoria dei populisti e spera che Berlusconi e FI siano l’argine alla conquista del potere da parte dei grillini”; “In Europa non bisogna alzare la voce, con l’Ue si deve ragionare.”
PARLA così il “moder a t o ” s t a t i s t a del “golpe europeo per farlo cadere nel 2 0 1 1 ” ; alleato del “po pu l is ta ” S a lv in i (ma la Ue teme solo i grillini), mentre lui con “Meno tasse per t u tt i ” non lo è mai stato; che ci ha abituato per 20 anni a toni soft su magistratura, gay, donne, fascismo; e che, nella stessa intervista in cui si autoproclama camomilla nazionale, definisce i 5S “una setta pauperista e ribelli- sta”. Come il “moderato” Renzi dell’“entreremo nel partito col lanciafiamme”, solo per citare una frase- cardine della sua flautata moral suasion. Ma se B. punta sul presunto moderatismo – col sostegno di buona parte dell’informazione – Renzi ormai non lo può più fare, ed ecco allora il soccorso del premier Gentiloni e del ministro Martina. Con risultati altrettanto sconvolgenti: il primo – ci informa u n’invaghita Monica Guerzoni sul Corsera – non vuole “incrinare il patto che lo lega a Renzi, col quale ha concordato di procedere come in un paso doble di due artisti diversissimi per talento, temperamento e comunicazione. ‘Paolo’starà attento a non pestargli i piedi e gli farà ombra solo quanto basta a metter in luce il Pd. ‘Matteo’ lo lascerà libero di trainare consensi, ma non annuncerà che il candidato premier è Gentiloni”.
Martina invece, con una rimozione freudiana del governo Renzi seconda solo al lapsus di Fontana sulla razza bianca, afferma: “Siamo l’alternativa a estremisti e avventurieri, a chi promette tutto a tutti” (tipo bonus a 18enni, forze dell’ordine, insegnanti…?), “in ogni territorio daremo segnali di serietà, impegno e competenze” (tipo inquisiti negli enti locali o competenze della Boschi sulle banche?), e promette un assegno ai figli da 8 mld, che avrà “coperture sostenibili” perché “siamo credibili, come abbiamo dimostrato in questi anni” (mantenendo tutte le promesse, seeee).
IL MODERATO B. bersaglia i 5S e i moderati Gentiloni e Martina schermano Renzi. I due leader ‘incandidabili’ (uno per la legge Severino; l’altro perché ormai “s fol lae let to ri”), ci offrono un’altra strabiliante novità: il premier da indicare a Mattarella in caso di vittoria è top secret. Per la prima volta, gli italiani voteranno senza sapere chi sia “la persona autorevole” che ha in mente B. e chi quell’“uno del Pd” che nel fantomatico “gioco di squadra” democratico avrà la meglio. Sono elezioni o La settimana enigmistica?
(Soluzione: B. spera che Renzi sia abbastanza forte da rinnovare il Nazareno; Renzi chi volete abbia in mente se non se stesso?).