La strana coalizione tra Salvini e B. divisi su quasi tutto
Il capo della Lega smentisce l’alleato su vincoli di bilancio e rapporto con l’Ue: “Chi avrà più voti impone il programma”
Il giorno dopo aver accolto a Bruxelles, con abbracci e pacche sulle spalle, il “non candidato” premier ed ex nemico numero uno delle finanze della Ue, Silvio Berlusconi, al presidente della Commissione Jean Claude Juncker deve essere tornato alla mente di colpo tutto il repertorio messo in campo dall’ex chansonnier , dalle battute sulle cancelliere “culone”, alle corna che spuntano magicamente dietro un capo di Stato durante una foto ufficiale. Solamente che questa volta la testa è la sua e la manina goliardica quella di un vero candidato premier della variegata coalizione di centrodestra.
SI TRATTA del segretario della Lega, Matteo Salvini, che dopo aver letto sui giornali le dichiarazioni del figliol prodigo dell’europeismo che giurava fedeltà eterna apponendo la mano sul 3% del rapporto deficit-Pil, ha ribadito la sua ferma intenzione, una volta al governo, di rovesciare sia il tavolo dell’euro che quello del Patto di stabilità. “Il numerino 3, se danneggia il risparmio, le famiglie italiane e il lavoro, per noi non esiste”, ha precisato Salvini in una conferenza stampa alla Camera, convocata per presentare due candidati della Lega che, da economisti, confermano che la moneta unica va considerata “un esperimento fallito”. Si tratta di Claudio Borghi, già responsabile economico del Carroccio e Alberto Bagnai, docente universitario da sempre assai critico verso euro e Fiscal compact. “Abbiamo il dovere di rimettere in discussione molte delle regole che governano l’Europa sulle banche, sulla pesca, sull’agricoltura. Fra Lega e FI ci sono due sensibilità diverse”, rileva il segretario del Carroccio, cercando di derubricare a livello sensoriale una questione europea che però da sola si porta dietro tre quarti del programma. E non è l’unica. A cominciare dalla premiership: chi farà il presidente del Consiglio se la coalizione composta da FI, Lega, Fratelli d’Italia e “quarta gamba” di Lupi, Tosi, Fitto e Cesa trionferà? L’ex Cavaliere prova a fare almeno il padre nobile, ma Salvini non ci sta. “Saranno gli italiani a decidere, chi prende un voto in più farà il premier, io o Berlusconi, che se potrà farlo lo farà”, ribadisce Salvini.
L’EX CAVALIERE veramente vedrebbe bene il leghista al Viminale, come centravanti di sfondamento sulla sicurezza e gli immigrati che però, rimarcano a Forza Italia, sono entrambi materia europea. E che dire di quel “reddito di dignità” berlusconiano, che assomiglia tanto al reddito di cittadinanza proposto dai 5stelle da sempre bollato dalla Lega come forma di parassitismo? Nel tiro alla corda tra Arcore e via Bellerio si inserisce anche Giorgia Meloni: a se stessa assegna un dicastero di peso (Interni, Esteri o Difesa), mentre Salvini andrebbe bene al Welfare, visto che “c’è il problema della legge Fornero”. Già, la riforma delle pensioni: la Lega e FdI la vorrebbero cancellare, FI solo limare alcuni punti. Chi prevarrà? Il segretario del Carroccio taglia corto: “Se Salvini e la Lega il 4 marzo prendono più voti, i nostri programmi saranno quelli che si i m po r r a nn o ”. Insomma chi vince prende tutto e gli elettori di FI e FdI se ne faranno una ragione.
Intanto il crogiolo di ex democristiani ed ex forzisti di rito cattolico con una spruzzata di leghismo democratico di “Noi con Italia”, la “quarta gamba” della coalizione, per ora sta a guardare: ha ottenuto i seggi che chiedeva e ha solo il compito di portare in cambio i voti promessi. Ci ha pensato la Cei a tirare le orecchie alla Lega e al centrodestra sullo Ius soli, le promesse fatte a vuoto e per chi “specula sulla paura degli immigrati e parla di razza per fini elettorali”. Ma sull’Europa lo scudo crociato una cosa la vuole dire: “Le interpretazioni e le preoccupazioni di una coalizione di centrodestra antieuropeista sono del tutto infondate”, rassicura il capo politico Raffaele Fitto. Troverà il modo di spiegarlo anche a Salvini e a Juncker?
Il 3% del Pil? Se ci sono vincoli di bilancio o regolamenti europei che danneggiano le imprese e le famiglie italiane per noi non esistono