Il moto perpetuo per pagare il reddito minimo in deficit
Un articolo pubblicato di recente sulla rivista online Economia e politica, a firma di Pasquale Tridico e Walter Paternesi Meloni, dell’Università di Roma Tre, indica come finanziare un ipotetico (ma non troppo) reddito minimo condizionato alla ricerca di un’occupazione. La proposta è stata indicata da alcuni esponenti del M5S come idonea a produrre una sorta di copertura “spontanea ” del costo del reddito di cittadinanza.
LA PREMESSA è l’ampiezza dell’o utput gap, cioè del “b uc o” di Prodotto interno lordo rispetto a quello potenziale. Si tratta di una grandezza rilevante perché è quella che, nelle stime della Commissione Ue, determina indirettamente i margini di manovra fiscale disponibili ad un governo. Il Pil potenziale si può definire come il tasso di crescita di un’economia tale da determinare il pieno impiego delle risorse produttive senza determina-
L’IDEA di usare il reddito di cittadinanza per ottenere dalla Ue di fare più deficit anche per pagare lo stesso reddito, è stata illustrata per la prima volta sul Fatto da Pasquale Tridico, professore associato a Roma 3 re pressioni inflazionistiche. In particolare, il modello utilizzato dalla Commissione utilizza come parametro critico il Nawru, cioè il tasso di disoccupazione che non produce inflazione salariale.
L’annoso contrasto, tra governo italiano e Commissione Ue, è relativo al livello di disoccupazione “strutturale”, cioè non comprimibile senza produrre inflazione salariale. Il modello Ue fissa il tasso strutturale di disoccupazione italiana a un livello molto elevato (nel 2016 era il 10,1%), ritenendo cioè che u n’elevata quota dei nostri senza lavoro non possano essere riassorbiti mediante semplici politiche economiche espansive. Si tratta della certificazione di un’elevata isteresi dell’economia italiana, cioè dell’incapacità del tasso di disoccupazione di tornare al livello precedente uno choc avverso, anche dopo che il medesimo è stato superato.
Tra le componenti dell’isteresi vi è il fenomeno dei lavoratori scoraggiati, cioè quelli che, dopo un periodo di infruttuosa ricerca di un lavoro, smettono di cercare. Da
La scheda
qui muove la proposta di Tridico e Paternesi Meloni, secondo i quali serve aumentare il Pil potenziale attraverso l’aumento del tasso di partecipazione alla forza lavoro. In tal modo crescerebbe anche l’output gap (il “buco” di attività rispetto al livello corrente), e si giustificherebbe quindi un aumento del margine fiscale per il nostro Paese, cioè