L’idea franco-tedesca per ingabbiare l’Italia
Sergio Cesaratto è ordinario di Economia internazionale, Politica monetaria e fiscale nell'Unione monetaria europea all’Università di Siena
tema sembra ossessionare i vertici europei: come costringere l’Italia a ridurre il suo debito pubblico, costi quello che costi (all’Italia). Prima abbiamo avuto il non-paperdi Wolfgang Schäuble, ora il paper dei 14 economisti franco-tedeschi radunati da Merkel e Macron. Leggerlo è un viaggio nel surreale. Si parte invero col piede giusto giudicando le attuali regole di bilancio europee macchinose, arbitrarie e pro- cicliche. Purtroppo le proposte avanzate sono ancor di più cervellotiche, parziali e destabilizzanti, volte esclusivamente a mettere l’Italia sotto scacco. Se applicate probabilmente destabilizzerebbero i mercati. Di crescita e occupazione il documento non fa menzione. Keynes non è mai esistito.
IL PAPER mira a rafforzare la disciplina fiscale in cambio di una qualche “condivisione dei rischi”. Ma per non sbagliare, i Paesi ad alto debito dovranno avere più disciplina e meno risk sharing degli altri, mai che se ne approfittino. Il documento copre tre temi: unione bancaria, regole di bilancio, quadro istituzionale. Quest’ultimo, in sostanza, consiste nel distribuire efficacemente fra Commissione ed Eurogruppo (il consiglio dei ministri finanziari) i ruoli di accusatore e di giudice nelle procedure di violazione, ruoli al momento troppo soggetti alle scelte politiche. La Francia ha purtroppo da tempo abbandonato l’idea di fare dell’Eurogruppo un luogo di coordinamento delle politiche fiscali per la crescita. Sulle banche la vicenda è nota: la costituzione di un’assicurazione europea sui depositi a completamento dell’unione bancaria, che già prevede sorveglianza e procedure di risoluzione delle crisi bancarie comuni (il famoso bail-in), è subordinata allo smaltimento da parte delle banche (leggi italiane) dei titoli pubblici e delle sofferenze bancarie ( pena sanzioni). Qui il paper dimentica che nel 2011-12 le banche italiane furono spinte a impiegare la liquidità della Bce per accollarsi i titoli di Stato italiani di cui le banche franco-tedesche si stavano sbarazzando, evitando il crollo
Chi è
dell’euro. Se la Bce fosse intervenuta prima questo non sarebbe accaduto. Così come si dimentica sia che le sofferenze sono in gran parte dovute alle politiche di austerità, che dell’ammontare spaventoso di titoli speculativi che gravano sulle banche tedesche e francesi, come documentato a dicembre dalla Banca d’Italia.
Tragico, ma non serio Dalle banche al debito pubblico: condivisione dei rischi azzerata da regole surreali
Si tratta comunque di misure destabilizzanti per il debito pubblico e le banche italiane. E circa la promessa garanzia sui (vostri) depositi, l’assicurazione europea interverrà solo se una crisi bancaria in uno o più Paesi esaurisce la quota del fondo assicurativo comune che è di loro pertinenza (e che essi avranno versato attraverso “premi assicu-