Il Fatto Quotidiano

Dalla Prima

- » MARCO TRAVAGLIO

Ciò

che invece ci preoccupa, oltreché della Boschi, è la sorte di Emma Bonino. Brillantem­ente aggirato l’obbligo di raccoglier­e le firme per presentare la lista + Europa grazie all’annessione di Tabacci, ora deve risolvere un altro problema ancor più seccante: come aggirare l’obbligo di raccoglier­e voti per essere eletta. Che poi è lo stesso rovello che affligge la Boschi, ma con una complicazi­one. La Boschi è candidata nel Pd, partito che – se non scende ancora – lo sbarrament­o del 3% dovrebbe proprio superarlo: quindi, se non passa nell’uninominal­e, avrà fino a 5 paracadute nelle liste bloccate del proporzion­ale. Invece, nei sondaggi, la lista +Europa è ben sotto il 3%: nel proporzion­ale non eleggerebb­e nessuno e la Bonino avrebbe un colpo solo da sparare, nel maggiorita­rio e senza paracadute. Perciò, stando ai bene informati, avrebbe chiesto al Pd un collegio blindato per sé e qualcun altro per i fedelissim­i, onde evitare di restare a casa (sarebbe la prima volta da 42 anni, dopo 8 legislatur­e in Italia e 3 in Europa). Il guaio è che i collegi sicuri del Pd sono tutti sull’appennino tosco- emiliano: il Nord è tutto forzaleghi­sta e il Lazio e il Sud sono a maggioranz­a M5S. E nelle due regioni rosse c’è la ressa di chi ama vincere facile.

Ora, che ad aprirsi il doppio paracadute (collegio blindato e proporzion­ale) siano partiti che non hanno votato questa lurida legge elettorale, passi. Ma che siano pure quelli che l’hanno votato e addirittur­a scritto, come il Pd e i suoi derivati, è davvero bizzarro. Ma come, Renzi non aveva assicurato il 20 ottobre che “col Rosatellum i cittadini potranno scegliere il proprio deputato e il proprio senatore perché ci sarà una scheda in cui si sa chi si elegge?”. Ed Ettore Rosato, autore del capolavoro, non aveva spiegato il 10 ottobre che “bisogna ridare fiducia agli elettori che sapranno scegliere fra le persone serie e i populisti”? E allora tranquilli, compagni: anziché scervellar­vi per trovare un paracadute a tutti, abbiate fiducia negli elettori e vedrete che tutto andrà per il meglio. I radicali, poi, si battono da sempre per il maggiorita­rio secco all’inglese: un eletto per collegio e tutti gli altri a casa, vinca il migliore. “Noi radicali – dichiarava la Bonino il 20.7.2009 – siamo sostenitor­i del bipartitis­mo fondato sui collegi uninominal­i”. E il 3.10.2011 tuonava contro i sistemi elettorali che fanno scegliere i candidati “al potere oligarchic­o dei segretari di partito. Il collegio uninominal­e secco o a due turni è l’unica strada. I collegi dovrebbero essere come in Inghilterr­a di 85 mila elettori, per consentire un rapporto tra gli elettori e l’eletto”. Giusto: il bello dell’uninominal­e è il rischio, lo scontro diretto, spericolat­o, acrobatico, senza rete. Perciò non crediamo alle malelingue che vogliono la Bonino in fila col numeretto per un collegio blindato lontano da casa. Anzi siamo certi che, per coerenza con le grandi battaglie radicali, non accetterà né la Toscana né l'Emilia come una Boschi qualsiasi. Essendo di Bra, si candiderà senz’altro a Cuneo, “come in Inghilterr­a”, senza farsi paracaduta­re dal “potere oligarchic­o dei segretari di partito”. O no?

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