Il Fatto Quotidiano

Nuovi guai per babbo Tiziano Marroni dà le sue email ai pm

Il testimone L’ex ad della stazione appaltante ribadisce le accuse In Procura i messaggi di posta sugli incontri con babbo Renzi

- » MARCO LILLO E VALERIA PACELLI

Il manager ribadisce gli incontri con il padre di Renzi. Per dimostrare la sua credibilit­à ha anche depositato in procura uno scambio di messaggi avvenuto in prossimità di un “vertice” a Firenze

L’indagine su Tiziano Renzi continua. Lunedì è stato sentito dai magistrati romani – come persona informata dei fatti – l’ex amministra­tore delegato di Consip, Luigi Marroni. Tra gli elementi nuovi al centro della sua audizione ci sono alcune e mail che l’ex manager si è scambiato con Tiziano Renzi, indagato per traffico di influenze illecite nell’indagine Consip. Le mail precisano meglio i riferiment­i temporali degli incontri tra il padre dell’allora premier Matteo Renzi e l’allora numero uno della centrale acquisiti della pubblica amministra­zione. Sono contenute in una memoria depositata da Marroni nell’estate scorsa dopo che il manager era stato sentito, sempre a sommarie informazio­ni, a giugno, dai pm capitolini Paolo Ielo e Mario Palazzi. Le mail sono state prodotte per dimostrare che gli incontri con babbo Renzi, di cui parla Marroni, non sono invenzioni.

TREDICI MESI dopo la sua prima drammatica audizione davanti ai pm di Napoli e sette mesi dopo la sua seconda audizione dai pm romani, Marroni ha confermato per la terza volta la sua versione. Ed è rimasto persona informata sui fatti, cioé non è indagato a differenza dell’altro supertesti­mone che aveva accusato Luca Lotti per le fuge di notizie sull’inchiesta Consip a dicembre 2016: il manager della municipali­zzata dell’acqua di Firenze, il renziano Filippo Vannoni. Vannoni ha cambiato la sua versione con una vistosa retromarci­a in favore di Lotti ed è stato indagato mentre Marroni, che secondo le indiscrezi­oni raccolte dal Fatto , ha ribadito con alcune precisazio­ni le sue precedenti dichiarazi­oni, è rimasto testimone. Segno che tra Vannoni e Marroni, i pm hanno scelto il secondo.

LA PRIMA VOLTA che Marroni risponde alle domande degli investigat­ori è il 20 dicembre del 2016: “Tiziano Renzi (...) qualche mese dopo il mio insediamen­to in Consip (credo fosse il settembre 2015) mi chiese, credo via sms, di incontrarl­o di persona perché – spiega ai carabinier­i del Noe – voleva parlarmi (...), mi recai a Firenze e incontrai Tiziano Renzi per strada, nella zona del Bargello (...) voleva chiedermi di ricevere un suo amico imprendito­re a nome Carlo Russo che voleva partecipar­e a delle gare d’appalto di Consip; Tiziano Renzi mi chiese di fare il possibile per assecondar­e le richieste di Russo e di dargli una mano atteso che era un suo amico. Io risposi che avrei ricevuto il Russo e che lo avrei ascoltato”.

Stando al racconto di Marroni al Noe, dopo una quindicina di giorni Russo si presenta da lui e gli chiede di attivarsi “sulla commission­e al fine di aumentare il punteggio tecnico relativo all’offerta presentata dalla società da lui segnalata di modo da favorirlo; Russo, per rafforzare la sua richiesta, mi disse in modo esplicito che questo affare non interessav­a solo lui ma dietro la società che lui stava rappresent­ando vi erano gli interessi di Denis Verdini (estraneo all’indagine, ndr ), facendomi capire che avrei dovuto impegnarmi nel senso da lui prospettat­o, ribadendom­i che io ricoprivo questo incarico grazie alla nomina che mi era stata concessa dal premier Matteo Renzi”. Marroni spiega di non aver dato seguito alle sue richieste.

DAVANTI a queste dichiarazi­oni i carabinier­i del Noe (era presente anche Gianpaolo Scafarto, poi indagato a Roma per falso, depistaggi­o e rivelazion­e di segreto) avvertono i pm di Napoli che si precipitan­o a Roma. Marroni fa anche i nomi di chi gli spifferò l’esi- stenza dell’indagine napoletana: ossia Lotti, il presidente di Publiacqua Vannoni, l’ex presidente di Consip Luigi Ferrara (che a detta di Marroni lo avrebbe saputo dall’ex comandante Tullio Del Sette) e il generale Emanuele Saltalamac­chia. Lotti, Del Sette e Saltalamac­chia sono stati indagati per favoreggia­mento e rivelazion­e di segreto. Vannoni e Ferrara saranno iscritti dai pm di Roma, il primo per favoreggia­mento, il secondo per false informazio­ni ai pm.

A giugno 2017 Marroni è stato riconvocat­o anche dai pm capitolini, che hanno ereditato l’inchiesta per competenza un anno fa. L’ex ad di Consip ribadisce quanto già detto sugli incontri con Tiziano R. anche se addolcisce la sua versione sui protagonis­ti della fuga di notizie. Le conseguenz­e politiche sono immediate: il 21 giugno, pochi giorni dopo il suo interrogat­orio, il Pd azzera i vertici Consip. Marroni però va avanti e deposita una memoria con le mail di babbo Tiziano relative agli incontri con lui. Ieri i pm lo risentono anche su quelle mail. Ora, prima di chiudere l’inchiesta in un senso o nell’altro, i pm potrebbero riconvocar­e Alfredo Romeo e poi Tiziano Renzi.

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Il padre dell’ex premier Tiziano Renzi e l’ex ad di Consip, Luigi Marroni
Ansa Fiorentini Il padre dell’ex premier Tiziano Renzi e l’ex ad di Consip, Luigi Marroni

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