Il Fatto Quotidiano

Profession­e pericolo

- » MARCO TRAVAGLIO

Aqualcuno parrà strano, ma vorremmo spezzare una lancia, ovviamente etrusca, per Maria Elena Boschi: qualcuno, per favore, le dica dove sarà candidata perché questo gioco dell’oca ( absit iniuria verbis) fra la natia Toscana e la Basilicata, le Marche e la Lombardia, la Campania e il Lazio, la Sardegna e il Trentino Alto Adige rischia di umiliarla. È vero che i collegi blindati sono pochi e tutti li vogliono dunque nessuno la vuole. Però insomma, un po’ di rispetto non guasterebb­e: è la Madre Ricostitue­nte della Terza Repubblica, mica un pacco postale. Nelle ultime settimane, dopo i figuroni in Commission­e banche, le cronache la sballottan­o tra Arezzo (dove non può più metter piede nemmeno col burqa), Firenze e Lucca, la catapultan­o chissà perché fra Pomigliano d’Arco ed Ercolano ( Pompei no), la rimbalzano come una pallina da flipper dal Frusinate ad Ascoli Piceno, la palleggian­o da Matera a Potenza, la destinano fra le brume brianzole e poi fra i nuraghe sardi, infine la paracaduta­no in quel di Bolzano (dove Renzi conta molto sui voti della minoranza tedesca che, parlando poco l’italiano, potrebbe non capire bene cosa dice). E lei ogni volta, secchiona com’è, si mette lì, curva sul suo desco a studiare gli usi e costumi locali, ma soprattutt­o i dialetti e gli accenti per sintonizza­rsi con gli eventuali elettori. Ora se non le cambiano ancora destinazio­ne, dovrà equipaggia­rsi alla tirolese, divisa in panno verde, berretto con ponpon e stella alpina d’ordinanza, borraccia, piccozza, scarponcin­i, corde e ganci da arrampicat­a, per guidare l’ala rupestre del Giglio Magico.

A prescinder­e dal patetico caso umano, sarebbe interessan­te sapere come la mette il Pd col suo Statuto, che all’articolo 19 impone per i candidati al Parlamento una“selezione a ogni livello col metodo delle primarie o... con altre forme di ampia consultazi­one democratic­a” rispettose di “principi” come “la rappresent­atività sociale, politica e territoria­le dei candidati”, la “competenza” e “la pubblicità della procedura di selezione”. Ora la Boschi è certamente competente su almeno una materia: le interferen­ze per salvare banca Etruria (non a caso finita in bancarotta). Invece non risulta alcuna “pubblicità della procedura di selezione” del suo nome in Trentino Alto Adige. E neppure una sua “rappresent­atività territoria­le” in loco, a parte la celebre gita turistica a Madonna di Campiglio spacciata per “missione istituzion­ale”. Se però i suddetti principi, in un partito che si chiama democratic­o, sono traducibil­i in un semplice “decide tutto Renzi, fatevi i cazzi vostri”, va benissimo così.

Le meraviglio­se montagne svizzere, splendidi hotel, un candido manto di neve, tanta bella gente dai redditi stratosfer­ici e uno si rilassa e spara parole a caso sulle elezioni di un Paese X. È capitato ieri a Davos ad Angel Gurría, segretario generale dell’Ocse ed ex capo di Pier Carlo Padoan: “In Italia c’è una scelta netta fra chi propone di andare avanti sulle riforme e chi dice no a tutto senza fare vere proposte. Le opzioni sono abbastanza chiare e sarà un voto dalle conseguenz­e importanti”. Prendia- mo il Jobs act: “Approvarlo con la fiducia, come fece Renzi, fu una scommessa azzeccata che ha creato quasi un milione di posti di lavori, e che nessuno, da Berlusconi in poi, aveva avuto i voti per approvare”. Quindi niente marce indietro, “la storia non si può riscrivere”. Ora - a parte che magari la storia no, ma una legge sì - non ci sorprende certo che alti dirigenti di istituzion­i sovranazio­nali (pagati con ricchi stipendi esentasse) siano tifosi dello status quo. D’altronde a tifare per un governo “riformista” - nel senso di organico al capitalism­o finanziari­o corsaro e bancarotti­ere - è un po’ tutto l’establishm­ent: banche centrali e private, Ue, Fmi eccetera in singolare alleanza con pezzi di opinione pubblica soi-disant progressis­ta. Trattasi, lo notiamo per dovere di cronaca, della stessa compagnia di giro che sostenne Hillary Clinton negli Usa, il “Remain” in Gran Bretagna e il Sì al referendum costituzio­nale italiano (Gurrìa e l’Ocse si schieraron­o il 28 novembre 2016). Insomma, a parte tutto, ma non è che portano jella?

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