E se il bottone rosso contro le fake news fosse una fake news?
Èpassata una settimana da quando il ministro dell’Interno Minniti ha annunciato la rivoluzionaria invenzione di un red button per denunciare le fake newssul sito della polizia. Per prima cosa occupiamoci della traduzione: red button uguale bottone rosso; fake news uguale notizie false, ok, possiamo incominciare.
L’iniziativa, di cui si sono occupati tutti i giornali, le radio, le tivù, il web, i commentatori, gli esperti (e quasi tutti per dire che è una cazzata), è stata presentata come risposta al pericoloso allarme sociale delle bufale online, “con specifico riguardo al corrente periodo di competizione elettorale” (il virgolettato è nel comunicato ufficiale). Insomma, se durante tutto l’anno leggiamo ovunque che gli immigrati hanno la jacuzzi nell’hotel a cinque stelle, va bene, ma se durante il “periodo di competizione elettorale” leggiamo che la Boldrini va al cinema con un killer uzbeko tatuato, allora allarme rosso, anzi red button.
NON STARÒ QUIa ripassare il rosario delle reazioni, più o meno colte e articolate, sul fatto che la polizia si metta a controllare se una notizia è vera o no (il comunicato parla di “contronarrazio- ne istituzionale”): Orwell l’abbiamo letto tutti. Vorrei invece inviare un messaggio di sincera solidarietà alla “task force di esperti” che “in tempo reale, 24 ore su 24, effettuerà approfondite analisi” per scoprire se una notizia è falsa. Cioè qualche sovrintendente di polizia, magari alle quattro del mattino, salterà sulla sedia in seguito a denuncia ( leggi schiacciamento di red
button): “Porca miseria! Non è vero che la Boldrini è andata al cinema con il killer uzbeko!”. Presto, attiviamoci presso il provider! Come dicevo, massima solidarietà.
Ma siccome di teoria dei mass media, di contrasto alla fake ne
ws, di Minniti entusiasta come Louis De Funés si è già detto,
conviene occuparsi dell’attuazione del piano red button. Come va? Quante denunce? Di che tipo? “Il jobs act funziona” è una
fake news che si può denunciare col bottone rosso? Se quella della democrazia turbata e deviata dalle bufale è una vera emergenza nazionale sentita dalla popolazione, cosa dicono gli utenti, i cittadini indignati che segnalano bufale?
Nessuna traccia. Niente. Zero. Nella sezione Faq (le domande più frequenti degli utenti) non c’è la ressa per chiedere come comportarsi davanti a una bufala. C’è chi chiede se deve fidarsi della banca online, chi invoca chiarimenti su consegne e ritiri di pacchi e chi chiede consigli: “Ho trovato su un portale e- commerce, un computer a un prezzo vantaggiosissimo, è un affare o una truffa?”. Ah, saperlo! Un catalogo molto divertente e molto
naïf di italiani alle prese con la rete (alcune domande sono vecchie di anni), preoccupati dal pop-upche
si aprono, dal rischio che qualcuno gli freghi le password o dalle bolle di consegna, ma nessuno che chiede come comportarsi davanti a una bufala in rete. Informazioni su provvedimenti presi, richieste di smentite, accertamenti in corso, indagini aperte: niente. Nella sezione “notizie”, niente pure lì: le uniche notizie del gennaio 2018 sul bottone rosso riguardano il fatto che esiste il bottone rosso, comunicato ufficiale, inaugurazione di Minniti e basta.
EPPURE SAREBBE interessante – nell’unica democrazia al mondo che fa controllare la verità alla polizia – sapere quante bugie si siano finora smascherate, quanto inquinamento dell’opinione pubblica si è evitato e quanti untori di falsità sono stai colti sul fatto nella prima settimana di attività di contrasto a un problema così pressante ed emergenziale per il cittadino. Siccome la premessa è che in periodo elettorale aumentano le bufale, non vorremmo scoprire che il red button è una di quelle, nel qual caso potremo sempre cliccare sul red
button e ricominciare tutto daccapo, tipo gioco dell’oca.
EFFETTO MINNITI A una settimana dall’annuncio, non è dato sapere quante denunce siano state raccolte. Però la gente si chiede se fidarsi delle banche