Affari di famiglia e molti sospetti: il sistema Tebas
Calcio italiano La rete del “franchista” pronto a prendersi la guida, con Tavecchio e Cairo, della Lega di Serie A
Gli affari di Javier Tebas, gli interessi di Urbano Cairo. E in mezzo la corsa per la presidenza della Federcalcio: nel giro di pochi giorni, il pallone italiano si gioca soldi e potere. Mentre a Milano si lavora sui diritti tv e la Serie A si prepara ad accogliere il chiacchierato Tebas con uno stipendio da un milione di euro e l’incarico di amministratore delegato; a Roma Giovanni Malagò, capo del Coni, torna ad agitare lo spauracchio del commissariamento. I tre candidati (Tommasi, Sibilia e Gravina), però, vanno avanti: lunedì 29 gennaio, in una maniera o nell’altra, si voterà e la Figc avrà il successore di Carlo Tavecchio.
PRIMA, però, c’è la Lega, dove proprio Tavecchio spera di atterrare dopo il fallimento mondiale. Per i presidenti delle società di Serie A questa è la partita più importante: in ballo c’è il miliardo di euro dei diritti tv, il carburante che tiene in vita il sistema, ma che Sky Italia e Mediaset non vogliono sganciare. Proseguono a oltranza le trattative del mediatore Infront con Sky e Mediaset, ferme a 800 milioni totali: si lavora a “so luzi one creative”, ma il tempo stringe. Così tra i club si fa sempre più forte la tentazione di imboccare la strada che porta in Spagna, tra le braccia di MediaPro, l’intermediario che garantisce 990 milioni di euro all’anno per tre sta- gioni. E quindi anche di Javier Tebas, già presidente della Liga spagnola, pronto a trasferirsi a Milano per aprire una nuova frontiera al suo business. Lui è il candidato di Cairo al ruolo di amministratore (magari in tic- ket con Carlo Tavecchio presidente, per accontentare Lotito). L’uomo giusto per vincere la scommessa dell’autoproduzione, se non altro perché con MediaPro – coinvolta nello scandalo Fifa di epoca Blatter – ha già fatto buoni affari. Con tutta la famiglia. Fino allo scorso anno, Tebas è stato socio con Jaume Roures, il boss di MediaPro, nell’azienda Spanish soccer international marketing, che si occupava anche di gestione e distribuzione di diritti tv.
Ora è suo figlio Javies Tebas Llanas a essere in affari con Roures, nella società Tauro Broadcast che si è lanciata nel business delle corride. E Tebas jr è anche amministratore di Skelton Enterprise, che cura la comunicazione di alcuni club, e ha tra i suoi clienti un noto programma televisivo trasmesso grazie all’accordo proprio con MediaPro. Poteva mancare la mamma in questo splendido quadretto familiare? Marta Coduiras, avvocato, moglie di Tebas e cofondatrice dell’omonimo studio legale, ha la rappre- sentanza legale di varie squadre (come Cadice e Getafe).
Sugli affari di Tebas in passato il fisco ha aperto più di un’indagine, mente la stampa spagnola ha denunciato il “controllo totale” della Liga. Ora il presidentissimo dalle note simpatie franchiste progetta di espandersi anche oltre confine: Argentina e Italia, se dovesse passare la linea di Cairo. Il presidente-editore (Torino, Rcs e La7), malignano i suoi detrattori, magari sarà il primo a beneficiarne: in caso di una nuova piattaforma prodotta da MediaPro, servirebbe di sicuro un concessionario per raccogliere la pubblicità. Cairo sarebbe perfetto.
IL PUZZLE da comporre, però, è complesso. Anche perché il governo della Lega si intreccia con quella della Figc, su cui la Serie A deve esprimersi. Ieri Malagò ha chiesto di rinviare il voto ai tre candidati. Proposta rispedita al mittente, nonostante i cattivi auspici: “In queste condizioni, rischiate di avere il presidente più breve della storia”. Il Comitato olimpico è tornato alla carica con il commissariamento: il pretesto sarebbe proprio la Lega che si rifiuta di adeguare il suo statuto al principio della maggioranza semplice. “Tavecchio non sta rispettando le regole”, aggiunge. Ancora trenta giorni di tempo e poi scatta la punizione di Malagà. Non se il salvatore spagnolo Tebas arriva e, col suo piglio autoritario, risolve tutto.
Verso le elezioni
Il Coni di Malagò minaccia ancora la Figc di procedere col commissariamento