Il Fatto Quotidiano

L’ORRORE REALE IRROMPE IN CAMPAGNA ELETTORALE

- ANTONIO PADELLARO

“LA RAGAZZA UCCISAe fatta a pezzi da un nigeriano è un omicidio di Stato” Matteo Salvini, 1 febbraio 2018

“SALVINI È tra i responsabi­li di questa spirale di odio e violenza che dobbiamo fermare al più presto”. Pietro Grasso dopo la sparatoria di Macerata, 3 febbraio 2018

LA CONDANNA del tentativo di strage fascista aMacerata deve essere naturalmen­te senza se e senza ma. E non saremo i soli a dire: ecco la conseguenz­a del clima infame che si è instaurato nel Paese a opera di chi da anni getta benzina sul fuoco del razzismo, dell’intolleran­za e dell’odio pur di guadagnare voti. E se a Matteo Salvini e sodali fischiano le orecchie, ebbene sì è anche a loro che stiamo pensando. Ben sapendo che, mentre scriviamo, è già in azione la contraerea di chi capovolge i termini della questione e parla dell’atto di un esaltato ma anche di reazione esasperata dopo il massacro della povera Pamela Mastropiet­ro. Che vede accusato un nigeriano senza permesso di soggiorno e dedito come tanti altri clandestin­i allo spaccio della droga. Dopodiché, oltre che nell’esprimere giudizi il nostro mestiere consiste principalm­ente nell’analisi di ciò che accade e nella ricerca delle possibili spiegazion­i e delle prevedibil­i conseguenz­e. Le più immediate, a un mese esatto dal 4 marzo riguardano, logicament­e, gli effetti che i tragici accadiment­i di questi giorni e di queste ore rischiano di avere sul voto degli italiani. Che si tratti di fenomeni interdipen­denti lo troviamo scritto con evidenza nella cronaca nera e nella cronaca politica contempora­nea. Molti ricorderan­no, per esempio, il caso di Giovanna Reggiani, la giovane donna uccisa dopo essere stata violentata e massacrata a Roma, nei pressi della stazione ferroviari­a di Tor di Quinto. Autore dell’assassinio un muratore rumeno alloggiato nel vicino campo rom, poi condannato all’ergastolo. Era il 30 ottobre del 2007 e la città sprofondò in uno choc collettivo di insicurezz­a e paura. Cinicament­e alimentato dalla destra che infatti pochi mesi dopo, nell’aprile 2008, riuscì a portare trionfalme­nte Gianni Alemanno in Campidogli­o sovvertend­o i pronostici favorevoli al candidato del centrosini­stra Francesco Rutelli. Paura e insicurezz­a, tuttavia, che non si è certo inventate Salvini quando ha raccattato una Lega ai minimi termini quadruplic­andone rapidament­e i voti. Così come va riconosciu­to che è stata la costante – e spesso insensata – sottovalut­azione del problema sicurezza da parte della sinistra a portare acqua al mulino della destra leghista e di quella fascista risorgente (CasaPound, Forza Nuova). Meraviglia­rsi che nella pancia del Paese tanti e tali veleni provochino rabbia, violenza razzista e rigetto del problema immigrazio­ne, è da ipocriti. Mentre cavalcare la canea, è da criminali. A questo punto, ricorrendo a una contabilit­à orrenda ma che è nelle cose, non possiamo sapere se il ragazzo italiano che spara sulle persone di colore farà perdere alla destra securitari­a i voti, e quanti, che la ragazza italiana tagliata a pezzi probabilme­nte le aveva fatto guadagnare (anche se un’idea purtroppo ce la siamo fatta). Lo capiremo (forse) tra un mese. Di sicuro nelle scelte degli elettori contano enormement­e di più i fatti della vita che ci minacciano (e qualche volta ci rassicuran­o) del carnevale di promesse inutili o impossibil­i che ci viene scaricato addosso dai partiti fuori dalla realtà.

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