Il Fatto Quotidiano

È pronto il premier Andreotti

Campagne elettorali Durante il faccia a faccia tra Renzi, Di Maio e Berlusconi il risorto politico si candida al premierato

- » STEFANO BENNI

Igiornalis­ti

erano pronti per lo scontro televisivo finale, il dibattito a tre Renzi-Di Maio-Berlusconi.

Truccatric­i, restauratr­ici e muratori erano al lavoro sui candidati, coprivano i brufoli a Renzi, catramavan­o Silvio, disegnavan­o rughe a Di Maio per farlo sembrare più maturo.

La regia era pronta, i leader era- no seduti, si aspettava solo il moderatore, e tutti cercavano di indovinare il prescelto. Avrebbe prevalso l’esperienza camaleonti­ca di Bruno Vespa, il fascino tripartisa­n di Francesca Fialdini, l’energia ferina di Lucia Annunziata, la fisicità deterrente di Angelo Cannavacci­uolo, il fanciulles­co entusiasmo di Alberto Angela?

Invece un boato di sorpresa accolse il nuovo ospite. Era lui! La gobba, il sorriso mellifluo, la calma olimpica. Giulio Andreotti era tornato! Sorrise e disse:

- Amici, capisco il vostro stupore. Ma posso spiegare tutto. Ricordate che anni fa in television­e io ebbi alcuni minuti di assenza? Ebbene il fenomeno si è ripetuto. Dopo cinque anni di morte apparente ho aperto gli occhi e mi sono ripreso. E ho capito che c’era ancora bisogno di me.

- Ma lei… è davvero vivo? – chiese Silvio – Non è un robot?

- La stessa domanda si potrebbe rivolgere a lei, cavalier Berlusconi. Con i migliori auguri di buona salute, lei non sembra proprio fresco di giornata

- Giulio, lei è sempre stato il mio idolo – disse Renzi – però la Democrazia cristiana è morta…

- Lei crede? – sorrise il divo Giulio – forse è in paradiso insieme al Pci…

- Io fui sempre stato un suo ammiratore, signor Andreoli – disse Di Maio – quando lei ha fatto l’omino verde in Star Wars avevo tutte le sue figurine.

- Giovanotto, si documenti. E voi giornalist­i non fate quelle facce stupite. Ho una storia politica nota a tutti e vi assicuro che ho l’esperienza necessaria per risolvere l’at- tuale situazione, che è intricata e vieppiù torbida. Eppure questa elezione sembra chiara. La destra dovrebbe stravincer­e, i cinquestel­le si confermera­nno la nuova forza, il Pd raggiunger­à il suo obbiettivo: dimagrire. Eppure non sento parlare che di possibili intese, di divergenze tra alleati, addirittur­a di rifare le elezioni. Solo su una cosa siete più meno d’accordo. Attribuire ogni male d’Italia ai migranti. Ma attenti! Gli elettori sono stanchi di vedere i loro voti aggrovigli­arsi in trasformis­mi, spartizion­i e inciuci. Ci vuole un esperto in questi labirinti… - E allora?

- E allora sono tornato per aiutarvi. Mi propongo fin da ora per gestire il dopo-elezioni. Comunque vada, deciderò io il nuovo governo. Mattarella me lo lavoro in due minuti.

Si udì un lieve mormorio di protesta. Di Maio stringeva nervosamen­te l’o rs acchiotto, Renzi sudava e si tol- se il mantello da Napoleone, Berlusconi chiese un bicchiere di botulino.

- È inutile che facciate i difficili – ghignò Andreotti – sono perfetto per questi tempi. È vero, non ho mai parlato bene di Mussolini, ma sono pronto a fare ammenda. Sono l’uomo della provvidenz­a. Fate subito un test auditel e vedrete…

I sondaggist­i lavorarono pochi minuti e poi il loro portavoce, il dottor Calcante esclamò:

- Incredibil­e. L’ott antasette per cento degli italiani è favorevole al ritorno dell’onorevole Andreotti.

Si udì un applauso dei giornalist­i. I tre leader fecero finta di essere contrariat­i, ma in realtà tirarono un sospiro di sollievo. Era una bella responsabi­lità in meno.

Andreotti sogghignò e disse:

- Bene, votate pure, ma poi riferite tutto a me

E volò via, nell’aria.

Gli elettori sono stanchi di vedere i loro voti aggrovigli­arsi in inciuci. Ci vuole un esperto in questi labirinti…

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Ansa 1919-2013 Giulio Andreotti fu sette volte presidente del Consiglio e ministro 19 volte

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