L’intreccio di Procure
NEL LUGLIO 2016l’ad di Eni Descalzi incarica il capo dell’ufficio legale Massimo Mantovani di presentare alla Procura di Siracusa una querela “nei confronti dei soggetti che dovessero risultare autori di diffamazione a danno di Eni spa e/o di altri delitti perseguibili a querela”. Lo stesso giorno Mantovani, con l’avvocato torinese Carlo Federico Grosso, firma la querela. Quel giovedì il cda delibera l’esclusione di Karina Litvack dal comitato controllo e rischi, l’organo consiliare nel quale si aveva accesso agli atti dell’inchiesta sulla maxi-tangente nigeriana (per la quale Descalzi è a processo insieme ad altri). Zingales si era dimesso dal cda un anno prima in contrasto con Mantovani, accusato di essere il capo di un’associazione a delinquere finalizzata ai reati di false informazioni a pm e calunnia. Tra i suoi asseriti complici, l’avvocato Piero Amara, arrestato martedì scorso come il pm di Siracusa Giancarlo Longo. Longo e Amara sono accusati di associazione a delinquere e corruzione in atti giudiziari tra cui l’iscrizione nel registro degli indagati di Litvack e Zingales con l’accusa di diffamazione ai danni di Eni “in assenza di querela da parte di Eni”, e “al fine di precostituire elementi indiziari” per sviare le indagini di Milano nel procedimento per cui è a processo Descalzi