Il Fatto Quotidiano

Voglia di provincia: tutti con l’Atalanta

- » PAOLO ZILIANI

Alzi la mano chi non ha fatto il tifo, l’autunno scorso, per l’Atalanta che in Europa League, in un girone di ferro con Everton (battuto 3-0 in casa e 5-1 fuori) e Lione (1-0 e 1-1), ha sbancato il lotto qualifican­dosi per i sedicesimi di finale: che la vedranno sfidare, giovedì, nientemeno che il Borussia Dortmund, non più tardi di 5 anni fa finalista Champions. Come per il Leicester, che due anni or sono trionfò in Inghilterr­a sospinto dall’incitament­o trasversal­e di ogni tifoseria rivale, dall’United al City, dall’Arsenal al Liverpool al Chelsea, è contagiosa la simpatia che attira su di sé una provincial­e che inizia ad alzare l’asticella, ogni volta superando la misura.

L’ATALANTA, TRA L’ALTRO, non è nuova all’impresa: 30 anni fa, con Mondonico in panchina e da club di serie B, arrivò a giocarsi la semifinale di Coppa Coppe con i belgi del Malines (che avrebbero vinto il trofeo superando l’Ajax: ci giocavano i leggendari Preud’homme e Koeman). Dopo aver perso 2-1 in Belgio, al 45’ del match di ritorno l’Atalanta era virtualmen­te in finale grazie al gol firmato da Garlini (1-0): il sogno si spezzò nel 2° tempo, il Malines segnò prima con Rutjes, poi con Emmers. Quattro anni dopo fu la volta di Genoa e Torino: che in Coppa Uefa 91-92 ci fecero impazzire. Il Genoa di Bagnoli, quello di Aguilera e Skuhravy, firmò un’impresa mai compiuta fino ad allora da un club italiano andando a vincere in casa del Liverpool (2-1). Erano i quarti di finale, il Genoa aveva già annichilit­o la squadra di Souness (quella diMcManama­n, Rush, Houghton, Molby) nel match d’andata: 2-0, gol di Fiorin e Branco; e ad Anfield Road suggellò la missione grazie alla doppietta di Aguilera che rese inutile la zampata di Rush. In semifinale, l’Ajax di Van Gaal, che aveva Bergkamp e Jonk, Winter e De Boer, fu più forte del Genoa (3-2 a Marassi, 1-1 ad Amster-dam); e volò in finale, dove si trovò davanti un altro sorprenden­te club italiano, il Torino allenato (indovinate un po’?) da Mondonico. Tanto per capirci, il Toro era riusci- to nell’impresa di sbarazzars­i in semifinale del Real Madrid di Butragueno e Michel, Buyo e Sanchis, Hierro e Hagi (in panca aveva Beenhakker); 1-2 al Bernabeu, 2-0 al Delle Alpi. Era il Toro di Lentini e Scifo, Casagrande e Martin Vazquez. Che perse poi la doppia finale con l’Ajax senza mai soccombere: 2-2 in casa, 0-0 in Olanda. Con Mondo che alza la sedia al cielo per protesta. A un soffio dal mito.

ANCORA: NEL 93-94 in semifinale Uefa ci arrivò il Cagliari di Bruno Giorgi. Che superò Dinamo Bucarest, Trabzonspo­r, Malines, poi fece fuori la Juve del Trap (Roby e Dino Baggio, Moeller e Ra-vanelli: battuti 2-1 anche a Torino, gol di Firicano e Oliveira) ma non, in semifinale, l’Inter di Bergkamp e Sosa (allenatore Marini): battuto 3-2 al Sant’Elia, ma imbattibil­e a San Siro (0-3). E nuovamente nel 97-98 ci fu gloria per un’altra provincial­e de luxe, il Vicenza di Guidolin: che in Coppa Coppe demolì Legia Varsavia, Shakhtar e Roda e in semifinale spaventò il Chelsea di Vialli e Zola, Petrescu e Di Matteo. Al Menti vinse 1-0 (gol di Zauli) e a Stamford Bridge al 32’ andò addirittur­a in vantaggio con Luiso. Non bastò: perché subito pareggiò Poyet e nel 2° tempo trafissero Brivio prima Zola, poi Mark Hughes. Il Chelsea avrebbe vinto, poi, quella Coppa. Giovedì c’è Dortmund-Atalanta. Vuoi vedere che…

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Ansa Tecnico Gian Piero Gasperini
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