Voglia di provincia: tutti con l’Atalanta
Alzi la mano chi non ha fatto il tifo, l’autunno scorso, per l’Atalanta che in Europa League, in un girone di ferro con Everton (battuto 3-0 in casa e 5-1 fuori) e Lione (1-0 e 1-1), ha sbancato il lotto qualificandosi per i sedicesimi di finale: che la vedranno sfidare, giovedì, nientemeno che il Borussia Dortmund, non più tardi di 5 anni fa finalista Champions. Come per il Leicester, che due anni or sono trionfò in Inghilterra sospinto dall’incitamento trasversale di ogni tifoseria rivale, dall’United al City, dall’Arsenal al Liverpool al Chelsea, è contagiosa la simpatia che attira su di sé una provinciale che inizia ad alzare l’asticella, ogni volta superando la misura.
L’ATALANTA, TRA L’ALTRO, non è nuova all’impresa: 30 anni fa, con Mondonico in panchina e da club di serie B, arrivò a giocarsi la semifinale di Coppa Coppe con i belgi del Malines (che avrebbero vinto il trofeo superando l’Ajax: ci giocavano i leggendari Preud’homme e Koeman). Dopo aver perso 2-1 in Belgio, al 45’ del match di ritorno l’Atalanta era virtualmente in finale grazie al gol firmato da Garlini (1-0): il sogno si spezzò nel 2° tempo, il Malines segnò prima con Rutjes, poi con Emmers. Quattro anni dopo fu la volta di Genoa e Torino: che in Coppa Uefa 91-92 ci fecero impazzire. Il Genoa di Bagnoli, quello di Aguilera e Skuhravy, firmò un’impresa mai compiuta fino ad allora da un club italiano andando a vincere in casa del Liverpool (2-1). Erano i quarti di finale, il Genoa aveva già annichilito la squadra di Souness (quella diMcManaman, Rush, Houghton, Molby) nel match d’andata: 2-0, gol di Fiorin e Branco; e ad Anfield Road suggellò la missione grazie alla doppietta di Aguilera che rese inutile la zampata di Rush. In semifinale, l’Ajax di Van Gaal, che aveva Bergkamp e Jonk, Winter e De Boer, fu più forte del Genoa (3-2 a Marassi, 1-1 ad Amster-dam); e volò in finale, dove si trovò davanti un altro sorprendente club italiano, il Torino allenato (indovinate un po’?) da Mondonico. Tanto per capirci, il Toro era riusci- to nell’impresa di sbarazzarsi in semifinale del Real Madrid di Butragueno e Michel, Buyo e Sanchis, Hierro e Hagi (in panca aveva Beenhakker); 1-2 al Bernabeu, 2-0 al Delle Alpi. Era il Toro di Lentini e Scifo, Casagrande e Martin Vazquez. Che perse poi la doppia finale con l’Ajax senza mai soccombere: 2-2 in casa, 0-0 in Olanda. Con Mondo che alza la sedia al cielo per protesta. A un soffio dal mito.
ANCORA: NEL 93-94 in semifinale Uefa ci arrivò il Cagliari di Bruno Giorgi. Che superò Dinamo Bucarest, Trabzonspor, Malines, poi fece fuori la Juve del Trap (Roby e Dino Baggio, Moeller e Ra-vanelli: battuti 2-1 anche a Torino, gol di Firicano e Oliveira) ma non, in semifinale, l’Inter di Bergkamp e Sosa (allenatore Marini): battuto 3-2 al Sant’Elia, ma imbattibile a San Siro (0-3). E nuovamente nel 97-98 ci fu gloria per un’altra provinciale de luxe, il Vicenza di Guidolin: che in Coppa Coppe demolì Legia Varsavia, Shakhtar e Roda e in semifinale spaventò il Chelsea di Vialli e Zola, Petrescu e Di Matteo. Al Menti vinse 1-0 (gol di Zauli) e a Stamford Bridge al 32’ andò addirittura in vantaggio con Luiso. Non bastò: perché subito pareggiò Poyet e nel 2° tempo trafissero Brivio prima Zola, poi Mark Hughes. Il Chelsea avrebbe vinto, poi, quella Coppa. Giovedì c’è Dortmund-Atalanta. Vuoi vedere che…