Migranti, sbarchi sono in aumento come prima della “cura” Minniti
Dall’inizio del 2018 già 4.731 arrivi
Nei
primi 43 giorni del 2018 sono sbarcati sulle coste italiane 4.731 migranti. Meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ma molti di più se messi a confronto con la fine del 2017. A diffondere le cifre, in tono entusiastico, è stato il ministero dell’Interno, ma è necessario fare chiarezza. Sostenere che nel raffronto tra i due dati statistici temporali, nel 2018 siano arrivati meno profughi di un anno fa, significa scoprire l’acqua calda. E questo il Viminale dovrebbe saperlo, considerato l’accordo estivo preso con le autorità libiche, ufficiali e ufficiose. D’altra parte, il dicastero presieduto da Marco Minniti, non sembra preoccuparsi troppo del crescente aumento degli sbarchi. E invece la tendenza, rispetto alle intenzioni del nostro governo, è preoccupante. Senza considerare l’inatteso aumento in un periodo difficile, tra maltempo e condizioni meteo marine pessime nel Mediterraneo e i combattimenti nelle zone interessate dalle partenze dei barconi. Ma andiamo con ordine. I 4.731 migranti arrivati in Italia dal 1° gennaio a ieri significano un calo sostanziale rispetto al 2017. Del numero complessivo, 3.574 migranti sono partiti dalla Libia (il 60,76% in meno rispetto al 2017 e il 42,28% al 2016), gli altri da Egitto, Tunisia e Algeria.
RESTRINGENDO l’indagine al solo mese di gennaio, gli arrivi sono stati 4.081. Secondo Frontex, l’agenzia delle frontiere Ue, in realtà a gennaio sono sbarcate oltre 4.800 persone, più o meno la stessa cifra dell’anno passato, ma soprattutto il doppio rispetto a dicembre. Il ministro Minniti di questo si deve preoccupare nella sua ottica di sbarramento dei flussi, con qualsiasi mezzo. All’inizio di luglio 2017, come per magia, gli sbarchi si erano arrestati, dopo un primo semestre da record: “Provvedimenti necessari, l’Italia rischiava la tenuta sociale”, aveva detto Minniti giustificando l’accordo coi libici. Nei primi due mesi, luglio e agosto, il mar Mediterraneo si è quasi svuotato, poi, da settembre, i viaggi della speranza sono ripartiti, prima col flusso anomalo dalla Tunisia, poi con la ripresa del fronte principale dalla Libia.