Dalla Prima
Eintanto sta in partiti che non si sono mai tagliati un euro di stipendio, e hanno persino bocciato la legge (di Richetti!) che riduceva un po’i vitalizi. Come se bisognasse essere Casalino per notare l’incoerenza di quanti rimproverano a dieci grillini di aver fatto ciò che fanno da sempre i parlamentari di tutti i partiti. Come se nessun altro, oltre a Casalino, trovasse scandaloso che 10 pentastellati abbiano violato il proprio Codice etico trattenendo soldi propri; e normale che centrodestra e centrosinistra portino in Parlamento una dozzina di consiglieri regionali indagati e imputati per aver violato il Codice penale, intascando soldi nostri: cioè rimborsi pubblici per spese private camuffate da attività istituzionali. L’altra sera, mentre il Gasparri di Renzi faceva fuoco di sbarramento contro ogni dato di fatto e ogni ragionamento logico sparando slogan a macchinetta, pensavo ai milioni di elettori del Pd. Quelli che per vent’anni si sono indignati per le liste sporche del centrodestra e martedì hanno scoperto dalla viva voce di Richetti che anche loro erano dei Rocco Casalino, dei fottutussimi criptogrillini che devono vergognarsi di aver sognato una politica pulita. Quelli che votavano Renzi (alle primarie 2012-2013 e alle Europee 2014) perché prometteva di rottamare la vecchia politica delle clientele e degli inciuci, e ora si ritrovano in lista l’uomo delle fritture di pesce e del “clientelismo come Cristo comanda” ( c o p y ri g h t De Luca), Casini, la Lorenzin e altri venti ex berlusconiani al posto di tanti politici progressisti e ambientalisti.
Quelli che fanno battaglie antimafia in Sicilia rischiando la pelle e si ritrovano in lista il rettore dell’università di Messina Pietro Navarra, nipote del patriarca del clan dei Corleonesi Michele Navarra (ritenuto il mandante dell’omicidio del sindacalista Placido Rizzotto), e non Giuseppe Antoci, presidente del Parco dei Nebrodi scampato a un agguato mafioso e silurato da Musumeci. Quelli che, negli anni di Mani Pulite e del berlusconismo arrembante, manifestavano in piazza per i magistrati e contro corrotti e corruttori, e ora scoprono che aveva ragione Craxi. Già, perché Renzi, dopo aver paragonato Di Maio a Craxi per le mancate donazioni, ha fatto marcia indietro: ma non per aver offeso il leader dei 5Stelle e anche i 10 furbastri pentastellati (che non hanno violato alcuna legge); bensì per non offendere la memoria del pregiudicato latitante Craxi e tutti i craxini col Pd. Ho anche pensato al popolo del Pd che aveva sofferto per le collusioni di molti dirigenti col sistema di Buzzi & Carminati e sperava che Renzi & Orfini avessero fatto piazza pulita a Roma, mentre ora si ritrova in lista e prossimamente in Parlamento Micaela Campana, indagata per falsa testimonianza per i 39 “non ricordo” al processo Mafia Capitale sui suoi rapporti con Buzzi (che al telefono salutava con un bel “bacio, grande capo!”). Ecco, l’altra sera, grazie a quel genio del Gasparri di Renzi, questi milioni di elettori del Pd hanno scoperto di essere tutti Casalino. Cioè 5Stelle. Così, il 4 marzo, sanno come votare.