Villa Maniero, dal boss alla lotta tra associazioni
Rimangono solo due le attività di “Affari Puliti”, ormai sotto sfratto
Il simbolo della legalità perde pezzi. Si sgretola il totem della vittoria sulla mafia che seminò il terrore in una parte del Nord-est, ovvero la Mala del Brenta, riconosciuta da svariate sentenze come un’associazione per delinquere che nulla aveva da invidiare alle cosche siciliane. La villa di Felicetto Maniero, meglio noto come “Faccia d’angelo”, per un ventennio boss indiscusso delle campagne padovane, è diventata una grande occasione mancata. Invece di unire il popolo degli onesti, sembra dividerli. Marca steccati politici, interessi privati, sospetti e denunce.
CIRCONDATA da un parco, dove si possono ammirare ancor oggi le sculture collezionate da Felicetto, dovrebbe essere il luogo dell’incontro delle a- nime che testimoniano il rispetto della legge, in una terra ricca e per questo a rischio di infiltrazioni. È stata confiscata nel 2001, molti anni dopo il pentimento del capo feroce. Nel 2008 è diventata uno spazio ad utilizzo pubblico. Dapprima ci andavano gli anziani a giocare a carte. Oggi, gestita dall’associazione Affari Puliti, è praticamente chiusa, inuti- lizzata. Questa mattina la soglia della caserma dei carabinieri di Campagna Lupia sarà varcata dall’ex consigliera comunale Oriana Boldrin, presidente dell’associazione Mondo di Carta, membro di Libera dalle mafie. Ai carabinieri consegnerà una denuncia circostanzia, un’ottantina di fogli che mettono nel mirino proprio Affari Puliti, il cui presidente è Filippo Auguiari e il direttore Paolo Bordin, che fu assessore alla cultura di centrosinistra. “In villa Maniero si dovrebbe combattere il sistema mafioso, ma i metodi usati non mi piacciono. Dovrebbe essere di tutti, ma di fatto è riservata a pochi intimi, esponenti di un determinato partito politico o dei loro parenti. E non esistono bilanci pubblici”, sintetizza la Boldrin.
Per capire a cosa si riferisca, occorre fare un passo indietro. Fino al 2016 Campolongo Maggiore era gestita dal cen- trosinistra (ultimo sindaco Alessandro Campalto). Affari Puliti deve gestire la villa per promuovere non solo iniziative culturali, ma anche l’incubazione di nuove imprese. Un classico start up. Quando la giunta è passata al centrodestra, il sindaco Andrea Zampieri ha deciso che la villa dovesse diventare una casa delle associazioni. E così nel maggio 2017 è partito lo sfratto ad Affari Puliti.
“SOLO nel settembre 2017 ho visto tutti i documenti di gestione – scrive la Boldrin – e ho scoperto cose che non mi convincono. Non c’è traccia dei risultati dei concorsi banditi per l’assegnazione degli uffici a giovani imprenditori. Inoltre, non ci sono i bilanci del 2014 e 2015 perchè sostengono che il commercialista è scappato con i documenti”. Dal carteggio emerge che le attività riguardano (o riguardavano) u- na psicologa, un tecnico informatico, un giornalista e una Fab Lab. “La psicologa è sorella della compagna di Bordin e la società Sport Lab è riconducibile allo stesso direttore” afferma la Boldrin. Non esistono resoconti economici degli spettacoli organizzati in villa né dei contributi Siae. Ancora non sappiamo come sia stata impegnata la somma di denaro raccolta durante la partita Un calcio alla mala del Brenta del 2013”.
Replica Bordin: “Non siamo operativi perchè dopo lo sfratto non possiamo programmare le iniziative. Ma in questi anni abbiamo assolto all’impegno di creare nuove imprese. Non è vero che i bilanci non ci sono, altrimenti saremmo già stati messi fuori da anni. Chi ha ottenuto i locali, per cui paga un canone, ha partecipato a un bando regolare”. Quante attività rimangono? “Due”.