Il Fatto Quotidiano

Villa Maniero, dal boss alla lotta tra associazio­ni

Rimangono solo due le attività di “Affari Puliti”, ormai sotto sfratto

- » GIUSEPPE PIETROBELL­I

Il simbolo della legalità perde pezzi. Si sgretola il totem della vittoria sulla mafia che seminò il terrore in una parte del Nord-est, ovvero la Mala del Brenta, riconosciu­ta da svariate sentenze come un’associazio­ne per delinquere che nulla aveva da invidiare alle cosche siciliane. La villa di Felicetto Maniero, meglio noto come “Faccia d’angelo”, per un ventennio boss indiscusso delle campagne padovane, è diventata una grande occasione mancata. Invece di unire il popolo degli onesti, sembra dividerli. Marca steccati politici, interessi privati, sospetti e denunce.

CIRCONDATA da un parco, dove si possono ammirare ancor oggi le sculture colleziona­te da Felicetto, dovrebbe essere il luogo dell’incontro delle a- nime che testimonia­no il rispetto della legge, in una terra ricca e per questo a rischio di infiltrazi­oni. È stata confiscata nel 2001, molti anni dopo il pentimento del capo feroce. Nel 2008 è diventata uno spazio ad utilizzo pubblico. Dapprima ci andavano gli anziani a giocare a carte. Oggi, gestita dall’associazio­ne Affari Puliti, è praticamen­te chiusa, inuti- lizzata. Questa mattina la soglia della caserma dei carabinier­i di Campagna Lupia sarà varcata dall’ex consiglier­a comunale Oriana Boldrin, presidente dell’associazio­ne Mondo di Carta, membro di Libera dalle mafie. Ai carabinier­i consegnerà una denuncia circostanz­ia, un’ottantina di fogli che mettono nel mirino proprio Affari Puliti, il cui presidente è Filippo Auguiari e il direttore Paolo Bordin, che fu assessore alla cultura di centrosini­stra. “In villa Maniero si dovrebbe combattere il sistema mafioso, ma i metodi usati non mi piacciono. Dovrebbe essere di tutti, ma di fatto è riservata a pochi intimi, esponenti di un determinat­o partito politico o dei loro parenti. E non esistono bilanci pubblici”, sintetizza la Boldrin.

Per capire a cosa si riferisca, occorre fare un passo indietro. Fino al 2016 Campolongo Maggiore era gestita dal cen- trosinistr­a (ultimo sindaco Alessandro Campalto). Affari Puliti deve gestire la villa per promuovere non solo iniziative culturali, ma anche l’incubazion­e di nuove imprese. Un classico start up. Quando la giunta è passata al centrodest­ra, il sindaco Andrea Zampieri ha deciso che la villa dovesse diventare una casa delle associazio­ni. E così nel maggio 2017 è partito lo sfratto ad Affari Puliti.

“SOLO nel settembre 2017 ho visto tutti i documenti di gestione – scrive la Boldrin – e ho scoperto cose che non mi convincono. Non c’è traccia dei risultati dei concorsi banditi per l’assegnazio­ne degli uffici a giovani imprendito­ri. Inoltre, non ci sono i bilanci del 2014 e 2015 perchè sostengono che il commercial­ista è scappato con i documenti”. Dal carteggio emerge che le attività riguardano (o riguardava­no) u- na psicologa, un tecnico informatic­o, un giornalist­a e una Fab Lab. “La psicologa è sorella della compagna di Bordin e la società Sport Lab è riconducib­ile allo stesso direttore” afferma la Boldrin. Non esistono resoconti economici degli spettacoli organizzat­i in villa né dei contributi Siae. Ancora non sappiamo come sia stata impegnata la somma di denaro raccolta durante la partita Un calcio alla mala del Brenta del 2013”.

Replica Bordin: “Non siamo operativi perchè dopo lo sfratto non possiamo programmar­e le iniziative. Ma in questi anni abbiamo assolto all’impegno di creare nuove imprese. Non è vero che i bilanci non ci sono, altrimenti saremmo già stati messi fuori da anni. Chi ha ottenuto i locali, per cui paga un canone, ha partecipat­o a un bando regolare”. Quante attività rimangono? “Due”.

 ??  ?? Simbolo di legalità Quella che fu la dimora di “Faccia d’angelo” confiscata nel 2001 al boss
Simbolo di legalità Quella che fu la dimora di “Faccia d’angelo” confiscata nel 2001 al boss

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