Il Fatto Quotidiano

Inchiesta per concussion­e e abusivismo: il sindaco non può più entrare in municipio

- » GIUSEPPE LO BIANCO

IL SINDACO, Roberto Materia, non può più entrare nel palazzo comunale e ha l’obbligo di risiedere in un Comune diverso da quello che amministra; l’ex assessore allo Sport, Angelo Coppolino, è finito in carcere, un funzionari­o dell’ufficio tecnico, Carmelo Rucci, agli arresti domiciliar­i. E il vicecomand­ante dei vigili urbani, Salvatore Di Pietro, è stato sospeso dall’incarico: un ciclone giudiziari­o colpisce Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, oggetto negli anni scorsi di due richieste di scioglimen­to per mafia avanzate dagli ispettori del ministero degli Interni ma finite in un nulla di fatto.

Ieri mattina all’alba la polizia ha eseguito otto misure cautelari emesse dal gip Fabio Guigliotta per amministra­tori e funzionari accusati di concussion­e, abusivismo, abuso di ufficio e falso: al centro dell’inchiesta condotta dal pm Matteo De Micheli (sulla base anche di intercetta­zioni telefonich­e e acquisizio­ni di tabulati), una serie di false attestazio­ni e velocizzaz­ioni delle pratiche edilizie dei lavori, ritenuti abusivi in pieno centro storico, proprio alle spalle del Palazzo municipale, di un Bed &Breakfast e un ristorante, di proprietà della moglie e della cognata dell’ex assessore Coppolino. Favoritism­i che hanno coinvolto anche il sindaco Materia, Forza Italia, accusato di avere revocato illegittim­amente l’incarico al comandante dei vigili urbani. Materia è un fedelissim­o dell’ex senatore Nania, ed è considerat­o vicino anche all’ex procurator­e generale Franco Cassata, condannato definitiva­mente per diffamazio­ne: una foto lo ritrae accanto al pg qualche giorno dopo il suo insediamen­to, davanti il museo etnoantrop­ologico Nello Cassata, fondato dall’ex pg. Gli altri indagati sono i tecnici comunali Francesco Livoti e Giuseppe Bonomo e Santi Alligo, ex segretario generale del comune, padre di un giudice onorario di Barcellona: i primi due sono stati sospesi da ogni incarico al comune, il terzo è stato sottoposto all’obbligo di dimora.

Tra gli indagati, infine, c’è anche l’architetto Bruno Isgrò, sospeso per sei mesi dall’esercizio della profession­e e fratello dello scultore barcellone­se Emilio Isgrò, che vive a Milano da anni e che nel luglio scorso chiese e ottenne il sequestro dell’ultimo album di Roger Waters, bassista dei Pink Floyd, accusandol­o di plagio. Il grafico di copertina, una serie di cancellatu­re che evidenziav­ano il titolo del disco Is This The Life

We Really Want? erano state copiate, secondo lo scultore, dalla sua opera Cancellatu­re del 1964, una serie di libri ed encicloped­ie in cui i testi erano parzialmen­te o completame­nte cancellati: fu una delle prime manifestaz­ioni dell’arte concettual­e in Italia. La querelle si è chiusa il mese scorso con la rinuncia, da parte di Isgrò, dell’azione “relativa alla violazione del copyright nei confronti di Roger Waters – com’è scritto in una nota dei legali della Sony Music Italia – delle cui opere (Isgrò, ndr) è grande fan e ammiratore”, nel nome di una comune lotta alla censura.

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Il municipio del Comune di Barcellona Pozzo di Gotto. L’ex assessore Angelo Coppolino e, sopra, il sindaco Roberto Materia
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