Democrazia “Tutti i sistemi di governo sono finzioni, perché convinti di essere legittimi”
A Roma abbiamo tre poli museali di arte contemporanea eccellenti e a diversi anni luce tra loro. Il Maxxi, il Macro e per ultimo il Maam. Ultimo anche per i finanziamenti: zero euro! Si va verso la periferia est e nel fabbricato abbandonato della Fiorucci. É stato realizzato un ottimo esperimento: dare alloggio a duecento persone. Lo spazio a disposizione è notevole. Facile riconoscerlo per i dipinti lungo il perimetro dello stabile abbandonato, un cancello di ferro che si apre al pubblico solo di sabato. Gli altri giorni possono entrare solo gli ospiti abusivi. L’edificio in alcune parti non ha più neanche il soffitto, stanze allagate e molte opere a rischio. Chi non c’è mai stato si affretti perchè se continua così tra poco resterà solo odore di muffa, di scarichi fognari, erbacce e cicche di sigarette. La proprietà ha intenzione di vendere.
Tanti gli artisti che hanno lasciato in dono le loro creazioni, sono circa 500. La Street Art la fa da padrona e trasforma questo luogo di morte, vi macellavano animali, in un percorso esistenziale. Questo romano è un esperimento molto stimolante sul piano umano, potrebbe aprire la strada ad una nuova forma di vivere in una collettività, peccato che senza una vera educazione sui diritti e doveri si arriva a ciò che oggi è diventato questo luogo così speciale. Uno spazio così grande e con lavori importanti da fare per preservarlo, a Qualcuno toccherebbe intervenire. Agli ospiti basterebbero quindici minuti al giorno per tenere in modo decoroso quel luogo.
Il voto utile è togliere peso a Renzi all’interno del Pd
Che cosa si intende per “voto utile”? Dipende dall’obiettivo che ogni elettore si pone. Il mio è sostenere Liberi e Uguali adesso, anche per riunificare più avanti la sinistra. Un obiettivo che passa per il ridimensionamento del fattore responsabile della sua divisione: Matteo Renzi. LA TESI ESPOSTAda Massimo Fini in un articolo apparso sul FQ del 13 febbraio 2018 è contraddittoria, perché sostiene che una “democrazia liberale” deve riconoscere il diritto di esistenza, e dunque anche di espressione e di libera circolazione, anche a “idee antidemocratiche”, “purché, naturalmente, non cerchino di farsi valere con la violenza”. Ciò implica logicamente che, se tali idee non si facessero valere con la violenza, ma si imponessero a maggioranza con metodo democratico, dovrebbero essere accolte e riconosciute come legittime (in applicazione dell’Articolo 21 della Costituzione). A danno del sistema, perché un regime antidemocratico non concederà al precedente regime democratico lo stesso diritto a esistere. Piero Calamandrei ha affermato che “nei regimi dove manca una legalità da difendere, può avvenire che il giurista ‘senta il dovere di deporre la toga per prendere le armi’”. Ciò che Massimo Fini non vuole ammettere è che i principi di libertà, uguaglianza e fratellanza emersi dalle ceneri della Rivoluzione francese del 1789 non sono e non possono essere “universali”. E nemmeno possono essere considerati ideali cui tendere come possibilità teorica, perché in realtà sono una impossibilità logica. Portati alle loro estreme conseguenze, tali principi mostrano il loro limite e la loro radicale illusorietà. La stessa di cui si alimentano i populismi emergenti, i quali pretendono di vedere realizzate per tutti promesse a priori impossibili da mantenere. E chi diffonde consapevolmente tali illusioni è responsabile del disordine politico attuale più di chi a tali illusioni ingenuamente crede. NON VEDO CHE DIFFERENZA CI SIA fra un sistema democratico che impedisce il diffondersi di idee antidemocratiche (vedi la proposta Boldrini tipicamente ‘fascista’) e un sistema totalitario che impedisce il diffondersi di idee democratiche. Come scrive Flaubert ne “L’educazione Tanto più il Pd andrà sotto la “soglia Bersani”, tanto più il suo segretario diventerà rimovibile. Senza più Renzi il divisivo, potrebbero riattivarsi le diplomazie della sinistra per una riconciliazione e – forse – persino per una futura sua riunificazione. Tanto più ora, che anche Prodi è uscito dal suo riserbo, per sostenere la lista Insieme, con l’intendimento di aiutare Gentiloni in funzione di ricambio nel Pd. Il premier non brilla per carisma, ma sentimentale” nessun sistema di governo, democratico, totalitario, di diritto divino è legittimo perché si basa su una petizione di principio: l’autoconvinzione di essere l’unico legittimo. Tutti questi sistemi di governo, e altri che si potrebbero citare, non sono, come scrive Flaubert, che finzioni. Nessuna legalità è veramente tale. Faccio notare che la Democrazia nasce da una Rivoluzione violenta, quella francese, in seguito Napoleone si incaricherà di portare la ‘buona novella’in Europa sulla punta delle baionette. Non vedo perché non possa avvenire il contrario. A meno che non si creda, come è insito in ogni storicismo, che la democrazia sia destinata a essere eterna e sanzioni quindi la fine della Storia. Prodi pensa con la sua flemma ignifuga possa almeno sedare gli animi dopo la batosta. Mentre il “ritiro” di Gianni Cuperlo da candidature e talk show televisivi fa presagire una suo ruolo post-elettorale più deciso. Vedremo.
Quello che invece sarà decisivo per favorire – se non innescare – un ricambio nel Pd, sarà la reazione dei suoi elettori al probabile ritorno del berlusconismo cronico, nell’ipotesi – molto probabile – di un governo di larghe intese. Ogni limite ha una pazienza, diceva il grande Totò. E gli eroici militanti del Partito democratico stanno in rosso fisso.
Le commedie che i cittadini non comprendono
È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. Dodicesima disposizione finale della Costituzione. Il Vituperato e “fascista” Scelba ha poi tradotto in leggi questa disposizione. Invece gruppi dichiaratamente fascisti, come Forza Nuova, fanno manifestazioni, si presentano alle elezioni, fanno violenza. Il tutto con il beneplacito delle “istituzioni”, i prefetti, dipendenti dal ministero dell’Interno, dunque con il consenso delle massime istituzioni governative. Ora, questa è solo uno degli aspetti assurdi di questa legislatura. Prima commedia: le istituzioni non fanno il loro dovere, anzi il contrario, poi la “sinistra”, di governo, il Pd, chiama i cittadini alle adunate antifasciste, solo per deviare la percezione dai veri problemi che ci affliggono e sempre più ci rovineranno.
Seconda commedia: da quando è stata fatta la legge Bossi-Fini vi sono stati quattro governi dove il Pd era presente e tre a maggioranza Pd. In sette anni non poteva il Pd, così rottamatore, rottamarla, cambiarla, demolirla? Non ha dimostrato a sufficienza che quando voleva fare leggi, come la legge elettorale, era in grado di farle? Dunque a questo orrore di Bossi-Fini, che tra l’altro intasa i tribunali, non ci poteva mettere mano nessuno? Terza commedia: il prode Gentiloni, che ora piace a tutti i servi dei poteri forti, aveva detto che non avrebbe messo mano alla legge elettorale, poi invece ha messo addirittura la fiducia del governo, in una materia squisitamente parlamentare. E intanto il presidente della Repubblica, che pure se ne intende di leggi elettorali, l’ha firmata senza neppure un vomito. Ed è probabilmente incostituzionale. I cittadini non sempre capiscono di trovarsi in un vortice di commedie, prese per i fondelli, bugie, crimini. E soprattutto non sanno che tutto ciò non è democrazia. I NOSTRI ERRORI
Sul numero uscito domenica, a pagina 8, accanto al nome del deputato Francesco Cariello è stata messa per errore la foto del suo collega Giorgio Sorial. Ce ne scusiamo con gli interessati e con i lettori.