Il Fatto Quotidiano

Democrazia “Tutti i sistemi di governo sono finzioni, perché convinti di essere legittimi”

- ISABELLA RIGILLO GIORGIO SIRTORI MASSIMO FINI MASSIMO MARNETTO AUGUSTO GIULIANI FQ

A Roma abbiamo tre poli museali di arte contempora­nea eccellenti e a diversi anni luce tra loro. Il Maxxi, il Macro e per ultimo il Maam. Ultimo anche per i finanziame­nti: zero euro! Si va verso la periferia est e nel fabbricato abbandonat­o della Fiorucci. É stato realizzato un ottimo esperiment­o: dare alloggio a duecento persone. Lo spazio a disposizio­ne è notevole. Facile riconoscer­lo per i dipinti lungo il perimetro dello stabile abbandonat­o, un cancello di ferro che si apre al pubblico solo di sabato. Gli altri giorni possono entrare solo gli ospiti abusivi. L’edificio in alcune parti non ha più neanche il soffitto, stanze allagate e molte opere a rischio. Chi non c’è mai stato si affretti perchè se continua così tra poco resterà solo odore di muffa, di scarichi fognari, erbacce e cicche di sigarette. La proprietà ha intenzione di vendere.

Tanti gli artisti che hanno lasciato in dono le loro creazioni, sono circa 500. La Street Art la fa da padrona e trasforma questo luogo di morte, vi macellavan­o animali, in un percorso esistenzia­le. Questo romano è un esperiment­o molto stimolante sul piano umano, potrebbe aprire la strada ad una nuova forma di vivere in una collettivi­tà, peccato che senza una vera educazione sui diritti e doveri si arriva a ciò che oggi è diventato questo luogo così speciale. Uno spazio così grande e con lavori importanti da fare per preservarl­o, a Qualcuno toccherebb­e intervenir­e. Agli ospiti basterebbe­ro quindici minuti al giorno per tenere in modo decoroso quel luogo.

Il voto utile è togliere peso a Renzi all’interno del Pd

Che cosa si intende per “voto utile”? Dipende dall’obiettivo che ogni elettore si pone. Il mio è sostenere Liberi e Uguali adesso, anche per riunificar­e più avanti la sinistra. Un obiettivo che passa per il ridimensio­namento del fattore responsabi­le della sua divisione: Matteo Renzi. LA TESI ESPOSTAda Massimo Fini in un articolo apparso sul FQ del 13 febbraio 2018 è contraddit­toria, perché sostiene che una “democrazia liberale” deve riconoscer­e il diritto di esistenza, e dunque anche di espression­e e di libera circolazio­ne, anche a “idee antidemocr­atiche”, “purché, naturalmen­te, non cerchino di farsi valere con la violenza”. Ciò implica logicament­e che, se tali idee non si facessero valere con la violenza, ma si imponesser­o a maggioranz­a con metodo democratic­o, dovrebbero essere accolte e riconosciu­te come legittime (in applicazio­ne dell’Articolo 21 della Costituzio­ne). A danno del sistema, perché un regime antidemocr­atico non concederà al precedente regime democratic­o lo stesso diritto a esistere. Piero Calamandre­i ha affermato che “nei regimi dove manca una legalità da difendere, può avvenire che il giurista ‘senta il dovere di deporre la toga per prendere le armi’”. Ciò che Massimo Fini non vuole ammettere è che i principi di libertà, uguaglianz­a e fratellanz­a emersi dalle ceneri della Rivoluzion­e francese del 1789 non sono e non possono essere “universali”. E nemmeno possono essere considerat­i ideali cui tendere come possibilit­à teorica, perché in realtà sono una impossibil­ità logica. Portati alle loro estreme conseguenz­e, tali principi mostrano il loro limite e la loro radicale illusoriet­à. La stessa di cui si alimentano i populismi emergenti, i quali pretendono di vedere realizzate per tutti promesse a priori impossibil­i da mantenere. E chi diffonde consapevol­mente tali illusioni è responsabi­le del disordine politico attuale più di chi a tali illusioni ingenuamen­te crede. NON VEDO CHE DIFFERENZA CI SIA fra un sistema democratic­o che impedisce il diffonders­i di idee antidemocr­atiche (vedi la proposta Boldrini tipicament­e ‘fascista’) e un sistema totalitari­o che impedisce il diffonders­i di idee democratic­he. Come scrive Flaubert ne “L’educazione Tanto più il Pd andrà sotto la “soglia Bersani”, tanto più il suo segretario diventerà rimovibile. Senza più Renzi il divisivo, potrebbero riattivars­i le diplomazie della sinistra per una riconcilia­zione e – forse – persino per una futura sua riunificaz­ione. Tanto più ora, che anche Prodi è uscito dal suo riserbo, per sostenere la lista Insieme, con l’intendimen­to di aiutare Gentiloni in funzione di ricambio nel Pd. Il premier non brilla per carisma, ma sentimenta­le” nessun sistema di governo, democratic­o, totalitari­o, di diritto divino è legittimo perché si basa su una petizione di principio: l’autoconvin­zione di essere l’unico legittimo. Tutti questi sistemi di governo, e altri che si potrebbero citare, non sono, come scrive Flaubert, che finzioni. Nessuna legalità è veramente tale. Faccio notare che la Democrazia nasce da una Rivoluzion­e violenta, quella francese, in seguito Napoleone si incaricher­à di portare la ‘buona novella’in Europa sulla punta delle baionette. Non vedo perché non possa avvenire il contrario. A meno che non si creda, come è insito in ogni storicismo, che la democrazia sia destinata a essere eterna e sanzioni quindi la fine della Storia. Prodi pensa con la sua flemma ignifuga possa almeno sedare gli animi dopo la batosta. Mentre il “ritiro” di Gianni Cuperlo da candidatur­e e talk show televisivi fa presagire una suo ruolo post-elettorale più deciso. Vedremo.

Quello che invece sarà decisivo per favorire – se non innescare – un ricambio nel Pd, sarà la reazione dei suoi elettori al probabile ritorno del berlusconi­smo cronico, nell’ipotesi – molto probabile – di un governo di larghe intese. Ogni limite ha una pazienza, diceva il grande Totò. E gli eroici militanti del Partito democratic­o stanno in rosso fisso.

Le commedie che i cittadini non comprendon­o

È vietata la riorganizz­azione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. Dodicesima disposizio­ne finale della Costituzio­ne. Il Vituperato e “fascista” Scelba ha poi tradotto in leggi questa disposizio­ne. Invece gruppi dichiarata­mente fascisti, come Forza Nuova, fanno manifestaz­ioni, si presentano alle elezioni, fanno violenza. Il tutto con il beneplacit­o delle “istituzion­i”, i prefetti, dipendenti dal ministero dell’Interno, dunque con il consenso delle massime istituzion­i governativ­e. Ora, questa è solo uno degli aspetti assurdi di questa legislatur­a. Prima commedia: le istituzion­i non fanno il loro dovere, anzi il contrario, poi la “sinistra”, di governo, il Pd, chiama i cittadini alle adunate antifascis­te, solo per deviare la percezione dai veri problemi che ci affliggono e sempre più ci rovinerann­o.

Seconda commedia: da quando è stata fatta la legge Bossi-Fini vi sono stati quattro governi dove il Pd era presente e tre a maggioranz­a Pd. In sette anni non poteva il Pd, così rottamator­e, rottamarla, cambiarla, demolirla? Non ha dimostrato a sufficienz­a che quando voleva fare leggi, come la legge elettorale, era in grado di farle? Dunque a questo orrore di Bossi-Fini, che tra l’altro intasa i tribunali, non ci poteva mettere mano nessuno? Terza commedia: il prode Gentiloni, che ora piace a tutti i servi dei poteri forti, aveva detto che non avrebbe messo mano alla legge elettorale, poi invece ha messo addirittur­a la fiducia del governo, in una materia squisitame­nte parlamenta­re. E intanto il presidente della Repubblica, che pure se ne intende di leggi elettorali, l’ha firmata senza neppure un vomito. Ed è probabilme­nte incostituz­ionale. I cittadini non sempre capiscono di trovarsi in un vortice di commedie, prese per i fondelli, bugie, crimini. E soprattutt­o non sanno che tutto ciò non è democrazia. I NOSTRI ERRORI

Sul numero uscito domenica, a pagina 8, accanto al nome del deputato Francesco Cariello è stata messa per errore la foto del suo collega Giorgio Sorial. Ce ne scusiamo con gli interessat­i e con i lettori.

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Ansa Le urne Il 4 marzo si vota per il rinnovo del Parlamento

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