Embraco, il Calenda show a uso di giornali e tivvù
La società non ritira i 497 licenziamenti: via da Torino, andrà in Slovacchia Il ministro: “Gentaglia, non li incontrerò più” (ma tanto non può far nulla)
L’Embraco
non ha alcuna intenzione di ripensarci: 497 licenziamenti ha annunciato allo stabilimento di Riva di Chieri, a Torino, e quelli saranno. Ieri la multinazionale brasiliana – che produce compressori da frigoriferi per Whirlpool, casa madre del gruppo – ha risposto picche all’ennesima richiesta del governo. Maurizio Landini della Cgil ha parlato di posizione “irresponsabile e provocatoria”, mentre il ministro dello Sviluppo economico
Carlo Calenda ha definito “gentaglia” i vertici dell’azienda. Uno sfogo che non si trasformerà in azione perché, di fatto, l’esecutivo non ha il potere di fermare l’azienda.
Insomma, l’Embraco lascerà il Piemonte, lo farà subito e si aggiungerà alla lista delle im- prese scappate dall’Italia per spostare le attività in altri Paesi dell’Unione europea che permettono risparmi sugli stipendi. In questo caso, la destinazione è la Slovacchia, dove sono già presenti fabbriche Embraco. Secondo il ministro Calenda potrebbe esserci un accordo fiscale tra Embraco e il governo slovacco e per questo vuole chiedere all’Ue di verificare che non si tratti di aiuti di Stato, vietati dalle regole comunitarie.
NELLE SCORSE settimane il ministero aveva già provato a trattare, senza successo. La proposta avanzata all’Embraco era utilizzare la cassa integrazione fino a settembre (la legge permette altri nove mesi di ammortizzatori sociali) e intanto cercare un investitore interessato a rilevare il sito. Una soluzione che avrebbe permesso, sempre a detta di Calenda, “una rein- dustrializzazione in continuità”. Cioè, avremmo avuto più tempo per un rilancio, da attuare senza spegnere lo stabilimento. Ieri mattina alla sede dello Sviluppo economico, la multinazionale ha ribadito che non ne vuole sapere, così a margine dell’incontro è partito il Calenda show: “Dicono che devono licenziare per forza, adesso, ora perché sennò hanno un problema con la Borsa – ha spiegato il ministro - Francamente non mi era mai capitato di sentirlo. Ci troviamo di fronte al peggior caso di una multinazionale che dimostra totale irresponsabilità nei confronti dei lavoratori e totale mancanza di rispetto nei confronti del governo”. Quando gli è stato chiesto se ci saranno nuovi tentativi di mediazione, il titolare dello Sviluppo ha rincarato la dose con un finto lapsus: “Io non li ricevo più questa genta’... questa gente – ha risposto – perché ne ho fin
L’ultima carta Ue
Il governo vuol sapere se c’è un’intesa fiscale tra società e Bratislava: sarebbero aiuti di Stato
sopra ai capelli, di loro e dei loro consulenti del lavoro italiani che sono quasi peggio di loro”.
E qui si è passati alle comiche. Indignato il Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro: “La vertenza non è stata seguita da nessun nostro iscritto. Non è accettabile che si accostino termini denigratori come gentaglia, diffamando 27 mila persone”. Ora resta la “giocata dell’Ave Maria”: un progetto di rilancio dello stabilimento con Invitalia, l’agenzia del Tesoro per l’attrazione degli investimenti.