Il Fatto Quotidiano

Il massacro di Utoya in un piano sequenza

- » ANNA MARIA PASETTI

Il film che non avremmo mai voluto vedere (nella realtà) è approdato ieri in concorso. Utøya 22 July porta nel suo titolo l’eloquenza di una strage indimentic­abile eppure – paradossal­mente – non abbastanza ricordata. Il regista norvegese Erik Poppe ha infatti ritenuto urgente e necessario realizzarl­o alla luce di due fattori inquietant­i: “La crescente ondata di estrema destra dilagante in Europa e le discussion­i avvenute nel mio Paese su dove collocare i monumenti ‘ m em or ia li’ sia della bomba di Oslo che del massacro dei giovani a Utøya. Un dibattito surreale che ha surclassat­o la memoria e il rispetto delle vittime, delle loro famiglie e dei sopravviss­uti alle tragedie del 2011”. L’ex fotografo e ora cineasta Pop pesi è arma todi coraggio eh ari percorsoi dettagli spazio-temporali dell’attentato operato da AndersBrei­vik, intervista­ndo ogni sopravviss­uto nella speranza di elaborare un film che desse la miglior giustizia possibile a chi l’ha subìto.

E TRA LE OPZIONI possibili, Poppe ha scelto la più complessa tecnicamen­te ma di certo la più adatta a mantenere alta la tensione: il suo film infatti è un unico pianoseque­nza di 72’, ovvero la durata precisa del massacro dei giovani labu- risti riuniti sull’isola, 69 dei quali persero la vita in quel maledetto pomeriggio di luglio. Iniziando con un prologo con scene d’archivio sull’attentato di poco precedente, quello di Oslo, Utøya 22 July conduce lo spettatore nel punto di osservazio­ne della giovane Kaja che, mentre tenta di proteggers­i dagli spari, non smette di cercare la sorella minore Emilie fra le tende del campo. Poppe ha girato nei luoghi indicati dai testimoni per cinque giorni. I sopravviss­uti e le famiglie delle vittime sono stati i primi a visionare il film, e Dieter Kosslick ha deciso di farlo concorrere per l’Orso d’oro.

 ??  ?? L’attrice Andrea Berntzen
L’attrice Andrea Berntzen

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy