Laus, da Potenza a Roma passando per la cooperativa torinese “portavoti”
Punta
al Senato il politico e imprenditore che nel 2012 era stato contestato dal regista Ken Loach per le misere paghe dei suoi dipendenti. Mauro Laus, nato a Lavello (Potenza) 52 anni fa, per 26 anni a capo della coop torinese Rear fino all’elezione a presidente del Consiglio regionale del Piemonte con il Pd, è in buona posizione per una poltrona a Palazzo Madama.
NEL COLLEGIO uninominale di Torino se la vedrà col giurista Giuseppe Mastruzzo (M5S), direttore dell’In te r na t io na l University College di Torino dove fu chiamato da Stefano Rodotà, presidente fino al 2014. Tra i due sfidanti i toni sono già molto accesi: lunedì Mastruzzo ha definito Laus “l’epitome del voto di scambio” e, nonostante le scuse, il dem e vertici locali del Pd vogliono querelare il professore scelto da Di Maio.
La poltrona a Palazzo Madama coronerebbe la carriera di Laus, che tanto si è mosso per la candidatura. Può contare su un buon bacino di preferenze, soprattutto nulla nutrita comunità lucana di Tori- no. Nel 2006 è stato eletto per la prima volta nel consiglio regionale con la Margherita e da allora a ogni tornata elettorale poteva contare tra i settemila e i novemila voti. Un bel successo per chi come lui è arrivato a Torino negli anni Ottanta per studiare mantenendosi come parcheggiatore della Rear, cooperativa di cui è diventato presidente a 24 anni. Da allora la società è cresciuta molto e ha ottenuto appalti e affidamenti per i servizi nei musei, monumenti, teatri e palazzi pubblici. Qui Laus ha creato la sua piccola corte.
Nella Rear lavorava come addetta stampa Maria Grazia Grippo, eletta in consiglio comunale in tandem col segretario provinciale dem Mimmo Carretta nel 2016. Lei, con un trascorso in Alleanza Nazionale a fine anni 90, è stata la portavoce di Laus e mantiene tuttora una collaborazione “per il coordinamento e la supervisione della segreteria del presidente” che le vale 117mila euro l’anno (nel 2017 erano 78.480) a cui aggiunge i gettoni di presenza in consiglio.
Poi c’è un altro dipendente della Rear, Pasquale Santomauro, collaboratore del gruppo Pd per 42 mila euro l’anno e impiegato dell’ufficio di direzione della cooperativa. Sui “costi della politica”, però, Laus sottolinea che sotto la sua guida il Consiglio regionale è diventato “un modello di efficienza da imitare”, scrive sul suo sito. Nonostante ciò la sua candidatura non è piaciuta ad alcuni democratici, anche se pochi la contestano apertamente. Uno di questi è Enrico Sola, esperto di comunicazione che su Facebook ha annun- ciato di voler restituire la tessera del Pd per alcune divergenze tra cui alcune “inqualif ic ab il i” candidature come quella di Laus.
PER MOLTO tempo alcuni “soci lavoratori” della coop hanno protestato contro le paghe da 5 euro l’ora che nel 2011 vennero ridotte e per le proteste alcuni vennero licenziati. Tra di loro c’era Federico Altieri che riuscì a coinvolgere nelle proteste Loach: il regista era stato invitato al Torino Film Festival per il premio alla carriera che rifiutò per solidarietà. Nel 2015 la Corte d’appello ha condannato Rear per i licenziamenti illegittimi e, in un’altra causa, a ottobre ha riconosciuto ad Altieri anche un piccolo risarcimento per la minor retribuzione ricevuta.