Il Fatto Quotidiano

IL ROSATELLUM È RIMASTO ORFANO

Nessuno difende più una legge elettorale che premia i fedeli ma genera instabilit­à

- » ALFIERO GRANDI

Anche Romano Prodi si è aggiunto alla schiera di chi vuole cambiare una legge elettorale: che non è in grado di produrre affidabili soluzioni di governo. Per questo cresce la richiesta che il futuro Parlamento ne vari una nuova. Tanto più in caso di nuove elezioni a breve. Gli stessi autori (la legge è intitolata al capogruppo Pd alla Camera, Ettore Rosato) sono oggi molto meno orgogliosi del risultato ottenuto. Il difetto più serio del Rosatellum è che prosegue la distorsion­e del Porcellum, iniziata nel 2006, costringen­do gli elettori a votare l’intero pacchetto dei candidati decisi dai capi dei partiti. I candidati all’unino- minale e le liste bloccate nel proporzion­ale, con l’aggiunta del voto unico sul pacchetto, lasciano all’elettore solo due scelte: non votare o decidere in quale lista avere meno sfiducia.

Questa legge approfondi­rà la frattura tra elettori ed eletti, la cui elezione non dipende dai cittadini ma dai capi partito che gli assegnano la posizione buona per essere eletti. Per superare questa frattura gli elettori dovrebbero almeno non solo quale lista votare ma anche quale deputato o senatore. Invece ha prevalso la volontà dei capi partito di avere parlamenta­ri fedeli.

Alcuni incidenti nelle liste dei Cinque Stelle dovrebbero fare riflettere sulla gravità di questi meccanismi elettorali, che portano in posizioni eleggibili persone a cui il M5s chiede di dimettersi se eletti, ben sapendo che non lo faranno. Se ci fossero meccanismi di scelta dei parlamenta­ri basterebbe chiedere agli elettori di non votarli.

Tra le critiche alla legge attuale c'è anche la richiesta di re int ro dur re premi di maggioranz­a più o meno forti, in sostanza abbandonan­do la parte proporzion­ale. Su questa posizione convergono quanti pensano che gli elettori debbano comunque accettare le scelte dei ceti dominanti e quanti pensano che di fronte alla crisi dei partiti tradiziona­li la maggioranz­a se non c’è va prodotta con accorgimen­ti elettorali. Anche se il voto di alcuni finisce col valere due o più volte quello di altri.

Unica via per tentare di su- perare la sfiducia degli elettori è avere un P ar la me nt o rappresent­ativo degli elettori, sia per eletti scelti dai cittadini, sia per aderenza al corpo elettorale. Continuare a dipingere come inciucio la ricerca trasparent­e di una mediazione politica apre una prateria a chi vuole imporre le proprie scelte. Per questo occorre che il nuovo Parlamento si impegni ad approvare una legge elettorale seria, duratura, tale da produrre un confronto tra proposte, non la terra bruciata di questa campagna elettorale.

Il centrodest­ra ha la responsabi­lità di avere approvato il porcellum. Il centro sinistra di non averlo cambiato quando vinse le elezioni del 2006. Se anche la pressione della legge di iniziativa popolare, per la quale col Coordiname­nto per la democrazia costituzio­nale stiamo raccoglien­do le firme, non sarà sufficient­e, resterà solo il referendum abrogativo di questa legge elettorale. Nell'immediato, il 4 marzo occorre votare ed è importante non votare per chi ha la responsabi­lità di questa legge elettorale, così la situazione potrebbe riaprirsi. *vicepresid­ente Coordiname­nto per la democrazia

costituzio­nale

Cresce la pressione perché il prossimo Parlamento cambi le regole, altrimenti non resterà altro che il referendum

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