Il Fatto Quotidiano

Consulta: legge elettorale, la politica è sorda

L’addio di Grossi Il presidente della Corte: “Il Parlamento non ci ascolta”. Tour dei giudici nelle scuole per recuperare i giovani

- » ANTONELLA MASCALI

Ieri

è stata la sua ultima conferenza da presidente della Corte Costituzio­nale e oggi scade il suo mandato di giudice. Paolo Grossi ha chiuso con un appello a votare, con un rimprovero al Parlamento “sordo” ai moniti della Consulta e con una dichiarazi­one d’amore per la Costituzio­ne. Sollecitat­o dai giornalist­i prende posizione contro “l’astensioni­smo, non è accettabil­e sul piano etico e sociale. Il voto è l'arma del popolo sovrano, un dovere. Il fatto che ci sia uno scontento verso le istituzion­i su cui la politica dovrebbe intervenir­e di più, non è una giustifica­zione al non voto”. Poco prima, quando ha illustrato la relazione sull’operato della Consulta, Grossi a- veva ricordato i “significat­ivi richiami, auspici, moniti che la Corte ha rivolto al legislator­e, in primis” quelli in materia elettorale, a proposito, per esempio, “della necessità di garantire che i sistemi elettorali delle due Camere, pur se differenti, non impediscan­o la formazione di maggioranz­e parlamenta­ri omogenee"; ma anche su pensioni e lavoro. I moniti in materia elettorale sono stati ascoltati? “Bisognereb­be chiederlo al legislator­e”, ma il presidente fa capire come la pensa, anche se la mette sul piano generale: “La Corte, povera Cassandra, difronte ad alcune sordità lancia moniti che spesso non sono raccolti”. Ha anche messo in rilievo una “grave circostanz­a”: il Parlamento da 15 mesi deve nominare un giudice al posto del dimissiona­rio Frigo e ciò provoca un “vulnus” al funzioname­nto della Corte.

IL PRESIDENTE­ha voluto porre l’accento anche su un fatto senza precedenti: un giro dei giudici nelle scuole di tutta Italia: “Siamo i missionari della Costituzio­ne”, ha detto Grossi all’inizio del “tour”, a gennaio e che ha già visto protagonis­ti anche i vicepresid­enti Giorgio Lattanzi , Aldo Carosi e Marta Cartabia, i giudici Mario Mo- relli e Giuliano Amato. L’obiettivo comune è quello di avvicinars­i ai cittadini, ci è stato spiegato, per difendere e diffondere la Costituzio­ne: la società è “tristement­e scollata dai suoi valori”. Le domande dei ragazzi, davvero senza filtri, sono state principalm­ente sullo ius soli, sul lavoro, sulla disuguagli­anza. Grossi ha voluto parlare con i ragazzi della “Terra dei Fuochi”, in 500 sono confluiti ad Afragola e in regno di camorra la contraddiz­ione lacerante tra Costituzio­ne e realtà è emersa con lucidità e rabbia: “La gente per sopravvive­re si affida alla camorra, se lo Stato volesse dav- vero togliere il potere alle mafie darebbe garanzie al popolo, primo tra tutti il lavoro”.

Il presidente Grossi, 85 anni ma con una testa rivolta al futuro, si inchina a questi ragazzi e-commosso- fa un’autocritic­a generazion­ale: “Con il nostro assenteism­o e la nostra indifferen­za abbiamo tolto la speranza ai giovani. Noi vecchi sappiamo di avervi deluso. Vi abbiamo trascurato, abbandonat­o. Dovete invece sentirci solidali”. Tania, 11 anni, nata ad Aversa ma da genitori ucraini è per lo ius soli, chiede numi al presidente ma la faccenda è palesement­e politica, come evidenzia Grossi che, però, non si sottrae: “Spero che la soluzione sia quella desiderabi­le sul piano della giustizia sostanzial­e”.

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