Consulta: legge elettorale, la politica è sorda
L’addio di Grossi Il presidente della Corte: “Il Parlamento non ci ascolta”. Tour dei giudici nelle scuole per recuperare i giovani
Ieri
è stata la sua ultima conferenza da presidente della Corte Costituzionale e oggi scade il suo mandato di giudice. Paolo Grossi ha chiuso con un appello a votare, con un rimprovero al Parlamento “sordo” ai moniti della Consulta e con una dichiarazione d’amore per la Costituzione. Sollecitato dai giornalisti prende posizione contro “l’astensionismo, non è accettabile sul piano etico e sociale. Il voto è l'arma del popolo sovrano, un dovere. Il fatto che ci sia uno scontento verso le istituzioni su cui la politica dovrebbe intervenire di più, non è una giustificazione al non voto”. Poco prima, quando ha illustrato la relazione sull’operato della Consulta, Grossi a- veva ricordato i “significativi richiami, auspici, moniti che la Corte ha rivolto al legislatore, in primis” quelli in materia elettorale, a proposito, per esempio, “della necessità di garantire che i sistemi elettorali delle due Camere, pur se differenti, non impediscano la formazione di maggioranze parlamentari omogenee"; ma anche su pensioni e lavoro. I moniti in materia elettorale sono stati ascoltati? “Bisognerebbe chiederlo al legislatore”, ma il presidente fa capire come la pensa, anche se la mette sul piano generale: “La Corte, povera Cassandra, difronte ad alcune sordità lancia moniti che spesso non sono raccolti”. Ha anche messo in rilievo una “grave circostanza”: il Parlamento da 15 mesi deve nominare un giudice al posto del dimissionario Frigo e ciò provoca un “vulnus” al funzionamento della Corte.
IL PRESIDENTEha voluto porre l’accento anche su un fatto senza precedenti: un giro dei giudici nelle scuole di tutta Italia: “Siamo i missionari della Costituzione”, ha detto Grossi all’inizio del “tour”, a gennaio e che ha già visto protagonisti anche i vicepresidenti Giorgio Lattanzi , Aldo Carosi e Marta Cartabia, i giudici Mario Mo- relli e Giuliano Amato. L’obiettivo comune è quello di avvicinarsi ai cittadini, ci è stato spiegato, per difendere e diffondere la Costituzione: la società è “tristemente scollata dai suoi valori”. Le domande dei ragazzi, davvero senza filtri, sono state principalmente sullo ius soli, sul lavoro, sulla disuguaglianza. Grossi ha voluto parlare con i ragazzi della “Terra dei Fuochi”, in 500 sono confluiti ad Afragola e in regno di camorra la contraddizione lacerante tra Costituzione e realtà è emersa con lucidità e rabbia: “La gente per sopravvivere si affida alla camorra, se lo Stato volesse dav- vero togliere il potere alle mafie darebbe garanzie al popolo, primo tra tutti il lavoro”.
Il presidente Grossi, 85 anni ma con una testa rivolta al futuro, si inchina a questi ragazzi e-commosso- fa un’autocritica generazionale: “Con il nostro assenteismo e la nostra indifferenza abbiamo tolto la speranza ai giovani. Noi vecchi sappiamo di avervi deluso. Vi abbiamo trascurato, abbandonato. Dovete invece sentirci solidali”. Tania, 11 anni, nata ad Aversa ma da genitori ucraini è per lo ius soli, chiede numi al presidente ma la faccenda è palesemente politica, come evidenzia Grossi che, però, non si sottrae: “Spero che la soluzione sia quella desiderabile sul piano della giustizia sostanziale”.