Il Fatto Quotidiano

Lazio, il “rosso” Zingaretti rischia la vittoria monca

Nodi Il governator­e insegue il bis e un ruolo nel Pd. Ma Parisi è in ripresa e il sindaco di Amatrice Pirozzi resta l’ago della bilancia

- » LUCA DE CAROLIS

Epoi ci sarebbe il Lazio. Ovvero quelle Regionali di cui non si parla, ma che pesano parecchio. Una corsa con lui, lei e l’altro. E lui è il governator­e uscente Nicola Zingaretti, dem che assieme al bis insegue anche un ruolo di peso a livello nazionale, magari perfino da segretario di un nuovo Pd se Renzi crollasse nelle urne. Ma prima deve schivare un bel rischio, quello della vittoria monca. Mentre lei è la 5Stelle Roberta Lombardi, che è in campagna elettorale da sei mesi, morde senza sosta, ma corre sola, senza il Luigi Di Maio con cui non è mai stato amore. E allora per cercare voti a destra si aggrappa pure a post un po’ così.

QUINDI C’È L’ALTRO, Stefano Parisi, abbastanza a sorpresa in partita stando ai sondaggi che si soffiano da un comitato all’altro: anche se l’hanno paracaduta­to all’ultimo minuto. Però pure lui ha la sua bella croce, e si chiama Sergio Pirozzi. Ossia il sindaco di Amatrice, vicino a Fratelli d’Italia, in lizza con la sua lista civica. Sperava di prendersi di forza il sostegno di tutto il centrodest­ra, e invece è rimasto solo: ma può comunque togliere punti decisivi a Parisi. E infatti Berlusconi due giorni fa è esploso: “Abbiamo difficoltà perché uno di noi, un sindaco si è candidato anche lui e ci porta via il 6-7 per cento. Ora cercheremo di convincerl­o, con le migliori misure. Ai calci in culo ricorrerem­o poi”. E Pirozzi non ha gradito: “Il mio culo è di pietra”. Passati i bollori, ieri il sindaco gli ha recapitato una lettera pubblica tramite affaritali­ani.it: “Caro Silvio, non posso farmi da parte”. Ma è noto che in politica il nemico di oggi può essere l’amico di domani. Anche nel Lazio, dove per avere una maggioranz­a solida il vincitore dovrà mettere assieme tra il 36 e il 38 per cento. Perché al primo andranno dieci consiglier­i in più, ma gli altri seggi se li dovranno prendere i partiti che lo sostengono. E non è detto che i conti tornino.

Così si spiegano i segnali di Berlusconi. O l’atteggiame­nto di Zingaretti, che Pirozzi non lo attacca mai e valuta di arruolarlo. Più o meno come Lombardi, che ha incontrato il sindaco e non esclude di farlo assessore. Perché tutti e tre sanno che i suoi voti potrebbero tornare più che utili dopo il 4 marzo. Nell’attesa Zin- garetti pare ancora davanti, forte dell’appoggio di Leu che lo vorrebbe come segretario dem per un nuovo centrosini­stra. E cerca di raggranell­are voti con una campagna da candidato civico, tenendosi lontano dal Pd. Ma se vince con i partiti dovrà trattare, perché i dieci posti in più per il candidato vincente verranno ripartiti tra loro, e tanti saluti al vecchio listino. Mentre dal Pd notano come Andrea Orlando, il suo leader di ri fe ri me nt o, non abbia candidato nomi del governator­e in Parlamento. Forse per non rafforzarl­o. Lombardi invece va in solitaria. Di Maio è stato l’ospite d’onore nella presentazi­one dei candidati a Roma. Poi si è eclissato. E la Sicilia, dove fece tre mesi di campagna, è un lontano ricordo.

NELLE ULTIME ORE la 5Stelle ha dovuto incassare pure la sfiducia alla presidente del III Municipio a Roma, il suo fortino. In questo scenario, ecco il post di ieri in cui Lombardi auspica: “Quando penso alle province del Lazio e ai suoi borghi penso ad accogliere più turismo e meno ai migranti, che pesano sull’economia locale”. Righe che hanno accesso il fuoco di fila da sinistra. Lei risponde con la scimitarra: “Chi parla di virata a destra è ridicolo, c’è chi preferisce guardare i numeri e parlare di realtà”. Però l’idea rimane saccheggia­re voti al Pirozzi che precipita nei sondaggi. Lo stesso obiettivo di Parisi, che ha recuperato punti ma resta un alieno, alle prese con un centrodest­ra che nel Lazio è diviso in tribù. Chissà se basterà a Zingaretti, che si gioca il futuro: e non è solo questione di Lazio.

LOMBARDI E IL POST “DI DESTRA”

La 5Stelle : “Penso ad accogliere più turismo e meno ai migranti, che pesano sull’economia locale”

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