Il Fatto Quotidiano

“Via il pareggio di bilancio o sarà austerità per sempre”

Gaetano Azzariti Il costituzio­nalista presenta la legge popolare per eliminare la riforma che ha imposto il fiscal compact nella Carta

- » CARLO DI FOGGIA

Il 1° gennaio la Costituzio­ne italiana ha compiuto 70 anni. Il 4 dicembre scorso ricorreva l’an nive rsar io della vittoria del No al referendum sulla riforma che voleva stravolger­la. Quel giorno il Coordiname­nto per la democrazia costituzio­nale (erede del comitato per il No) ha depositato in Cassazione una proposta di legge di iniziativa popolare per eliminare il pareggio di bilancio in Costituzio­ne. “È una scelta simbolica, vogliamo rompere con una lunga stagione di regression­e e rilanciare la cultura costituzio­nale in Italia”, spiega Gaetano Azzariti professore di diritto costituzio­nale alla Sapienza, tra i promotori dell’iniziativa per portare il testo in Senato. Oggi ne discuterà in un convegno a Roma con gli economisti Marcello Minenna e Antonella Stirati. La riforma - incardinat­a nel nuovo articolo 81 - è stata introdotta nel 2012 dal governo Monti con l’appoggio della quasi totalità del Parlamento, sotto la pressione dell’Ue e dei mercati. Perché è una battaglia in continuità col referendum? Perché rilancia la lotta per un costituzio­nalismo democratic­o che deve porre limiti al mercato, all’Europa, alla politica per la salvaguard­ia dei diritti. Bisogna uscire dalla logica delle riforme fatte per garantire esclusivam­ente la ‘governabil­ità’, cioè i sovrani, i quali invece devono essere li- mitati dalle costituzio­ni.

In che modo il nuovo articolo 81 danneggia i cittadini?

È la peggiore riforma entrata in vigore negli ultimi anni, approvata senza praticamen­te discussion­e, in un momento di confusione politica. Il Fiscal compact imposto in Costituzio­ne obbliga all’austerità ed esclude le politiche di bilancio di natura espansiva. Si legittima così ogni possibile taglio allo stato sociale: è inaccettab­ile comprimere per ragioni di bilancio i diritti fondamenta­li, che devono invece essere salvaguard­ati soprattutt­o nelle fasi di recessione. In che modo si può realmente invertire la rotta? Riconsegna­ndo al Parlamento il potere di decidere davvero sul bilancio e fissando nei diritti fondamenta­li un limite invalicabi­le per l’azione della politica economica. La nostra proposta assegna alla legge di contabilit­à generale il compito di stabilire i vincoli per il rispetto del Fiscal compact, ma pone un “controlimi­te” per assicurare in ogni caso il “rispetto dei diritti fondamenta- li delle persone”. Riscriviam­o anche l’articolo 119, per restituire un ruolo alle Regioni sancendo che agli enti territoria­li “sono attribuiti con legge risorse destinate a garantire i diritti delle persone”, e il 97 relativo alla P.A. L’obiezione è nota: il pareggio di bilancio è previsto dal Fiscal compact, che noi abbiamo ratificato... Impone di porre vincoli permanenti, che già non è poco, ma non anche di scriverli in Costituzio­ne. Averlo fatto dimostra la forte miopia della nostra classe dirigente: se in Europa dovessero cambiare gli orientamen­ti di politica economica avremmo difficoltà ad adeguarci perché ci siamo auto-limitati. Un autolesion­ismo scellerato. Presi dal panico della crisi si è pensato che la Carta servisse solo al contingent­e, dimentican­do che le costituzio­ni non servono per i cicli brevi dell’economia ma per assicurare i principi “eterni” delle persone. I vincoli di bilancio hanno la loro radice nei trattati europei, significa che la Carta deve prevalere su tutto? È un discorso complesso, ma va chiarita una cosa: lo spazio lasciato ai Paesi europei è almeno quello definito dai principi supremi fissati dalla Co- stituzione. Questi spazi vanno utilizzati al meglio se si vuole affermare la garanzia dei diritti e rafforzare il nostro ruolo in Europa, magari provando a cambiarla. È così in tutti i grandi Paesi, non solo in Germania. La normativa sui conti pubblici è il caso più evidente di espropriaz­ione di potere sostanzial­e di decisione politica, ed è proprio qui che va posto un limite solido alla pervasivit­à della normativa europea sancendo la prevalenza dei principi supremi dell’ordinament­o italiano. Come hanno accolto i partiti la vostra iniziativa?

Con molti imbarazzi, per via della scelta del 2012. Ma la realtà ha mostrato l’urgenza di abbandonar­e questa strada. Confido lo capiscano.

Chi è Azzariti è nato a Roma il 28 maggio 1956, è professore ordinario di Diritto costituzio­nale presso la Facoltà di Giurisprud­enza dell’Università Sapienza di Roma La carriera Ha insegnato presso le Università di Perugia, Torino, Napoli e alla Luiss. Collabora con diverse testate scientific­he, è condiretto­re della rivista ”Costuziona­lismo.it” È una norma miope che legittima i tagli allo Stato sociale. Sui conti pubblici va sancita la prevalenza del diritto italiano su quello Ue

 ?? LaPresse ?? La proposta Gaetano Azzariti. Il testo è stato scritto dal coordiname­nto per la democrazia costituzio­nale, erede dei comitati del No
LaPresse La proposta Gaetano Azzariti. Il testo è stato scritto dal coordiname­nto per la democrazia costituzio­nale, erede dei comitati del No
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy